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Referendum giustizia, la Consulta ammette i quesiti: si voterà su separazione carriere e legge Severino

La Consulta ha dichiarato l'ammissibilità dei quesiti per i referendum sulla giustizia. Si voterà su quattro temi, tra cui la separazione delle carriere in magistratura e l'abrogazione della legge Severino

16 Febbraio 2022

Referendum giustizia, la Consulta ammette i quesiti: si voterà su separazione carriere e legge Severino

Fonte: lapresse.it

Dopo la bocciatura del referendum sull'eutanasia la Consulta ha ammesso i quesiti su giustizia e magistratura presentati da Lega e Radicali. Nella giornata di mercoledì 16 febbraio, la Corte Costituzionale ha finora dichiarato l'ammissibilità di quattro quesiti, mentre altri sono ancora in corso di valutazione. Per il momento si potrà votare sulla separazione delle carriere dei magistrati, sull'abrogazione delle disposizioni in materia di incandidabilità (la cosiddetta legge Severino), sulla limitazione delle misure cautelari e sull'eliminazione delle liste di presentatori per l'elezione dei togati del CSM".

In una nota ufficiale, la Corte Costituzionale ha spiegato che: "I suddetti quesiti sono stati ritenuti ammissibili perché le rispettive richieste non rientrano in alcuna delle ipotesi per le quali l'ordinamento costituzionale esclude il ricorso all'istituto referendario". Per le ore 18 di mercoledì è prevista inoltre una conferenza stampa del presidente della Consulta Giuliano Amato. Nel frattempo si attende la decisione della Corte sull'ammissibilità del referendum sulla cannabis.

Referendum giustizia, la Consulta ammette i quesiti

L'ammissibilità dei quesiti da parte della Consulta potrebbe tuttavia aprire una frattura non da poco all'interno del centrodestra. Al contrario della Lega infatti, Fratelli d'Italia non ha fatto alcuna raccolta firme per i referendum sulla custodia cautelare e sulla legge Severino. In questo modo, Giorgia Meloni ha voluto sfidare Matteo Salvini sul terreno della corruzione e della lotta alla criminalità, mostrandosi all'elettorato conservatore come il partito più giustizialista all'interno della coalizione.

Il primo quesito della discordia nel centrodestra punta ad abrogare il decreto legislativo del 2012 noto come legge Severino (dal nome dell'allora ministra della Giustizia Paola Severino), che prevede l’incandidabilità e la decadenza dalle cariche elettive per chi è condannato in via definitiva a una pena superiore ai due anni di carcere. Si tratta della legge grazie alla quale Silvio Berlusconi dovette rinunciare alla carica di senatore nel 2013 e che per questo continua ad essere avversata dagli esponenti di Forza Italia. Secondo i promotori del referendum tuttavia: "Nella stragrande maggioranza dei casi in cui la legge è stata applicata (…) il pubblico ufficiale è stato sospeso, costretto alle dimissioni, o comunque danneggiato, e poi è stato assolto perché risultato innocente".

Il secondo quesito oggetto di scontro nella coalizione è invece quello che abolisce l’ipotesi più importante per cui il giudice può disporre la misura cautelare della custodia in carcere: vale a dire il rischio di reiterazione di reati "della stessa specie di quello per cui si procede". In questo caso, se il referendum dovesse essere approvato sarebbe praticamente impossibile finire in carcere in mancanza di una delle altre due esigenze al momento previste dalla legge: il pericolo di inquinamento delle prove o il pericolo di fuga, esigenze molto più difficili da dimostrare.

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