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Covid, Rasi: "Basta quarantene, cercare la causa dei tanti morti in Italia rispetto resto d'Europa"

L'ex direttore dell'Ema Guido Rasi fa il punto sulla situazione Covid: "Basta quarantene e Dad. Individuare la causa delle tanti morti in Italia"

02 Febbraio 2022

Covid, Rasi: "Basta quarantene, cercare la causa dei tanti morti in Italia rispetto resto d'Europa"

Guido Rasi fa il punto della situazione Covid: entro marzo basta quarantene, fondamentale individuare la causa dei tanti morti in Italia rispetto al resto d'Europa. L'ex direttore generale dell'Ema e ora consigliere di Figliuolo parla in un'intervista su La Stampa dell'attuale situazione pandemica, facendo previsioni future, in particolare per il discorso quarantene e Dad.

Covid, Rasi: "Basta quarantene e Dad"

Per Rasi, la quarantena per i vaccinati è prossima alla "pensione fra tre settimane". La Dad "probabilmente non ha più senso" o, se proprio deve restare in vigore, che "almeno non duri più di 5 giorni". Alla domanda se siamo davvero alla fine della pandemia, Rasi risponde: "Solo per scaramanzia dico che è possibile, ma sì, tutto sta andando verso quella direzione." Inoltre, il consigliere di Figliuolo fa luce su una questione calda, quella del numero morti in Italia durate il periodo di pandemia Covid, molto più alto rispetto al resto d'Europa, e invita a "cercare" e "individuare le cause" di questa differenza di dati.

L'arrivo di Omicron 2 in 9 Regioni italiane conferma che il rischio di nuove varianti è sempre dietro l'angolo, anche perché, come afferma Rasi: "nel mondo abbiamo ancora 2 milioni di infezioni al giorno." Il problema - afferma - è la disomogeneità territoriale dei contagi. Se in Europa occidentale siamo intorno al 90% di vaccinati, ad Est abbiano aree al 40%. E se restano sacche così grandi dove il virus può facilmente circolare è difficile che non muti e non arrivi anche in altri Paesi. Ameno che non ci isoli dal resto del mondo. Cosa insostenibile socialmente ed economicamente"

Omicron, per quanto sia molto contagiosa, ha dimostrato che le mutazioni nel tempo diventano meno pericolose. A proposito di questo fenomeno, Rasi dichiara: "Non è scritto nella pietra ma se andiamo a ripercorrere la storia evoluzionistica dei virus vediamo che per sopravvivere tendono a salvaguardare l'organismo che li ospita. Quindi è altamente probabile che eventuali nuove ondate spinte da ulteriori mutazioni non generino più un vero allarme sanitario. Ma per non correre rischi dobbiamo favorire la vaccinazione nel resto del mondo - ricorda Rasi - E quello dei brevetti è un falso problema".

"Abbiamo milioni di vaccini scaduti perché in certi Paesi manca persino la corrente per alimentare i frigo. Giorni fa la Gavi Alliance, l'ente di cooperazione mondiale per la diffusione dei vaccini nei Paesi poveri, ha detto non dateci più fiale ma soldi per trasportarle, conservarle e pagare chi deve somministrarle. In molte parti del mondo servirebbero tanti Figliuolo".

Covid, Rasi: "Cercare le cause dei tanti morti in Italia"

Nell'ultimo periodo, a partire dall'Oms fino a Bassetti - in base ai dati dei contagi in calo - gli esperti parlano di fine della pandemia, tantoché altri Paesi d'Europa hanno iniziato ad allentare la presa sulle restrizioni Covid. Come la Danimarca, che da ieri ha detto addio a mascherine e green pass. Rasi prevede che "sempre con la dovuta scaramanzia, se il trend continua così a inizio marzo potremo andare a tappe verso la normalizzazione e arrivare a un'estate quasi tranquilla"

L'appello di molti e dalle Regioni è quello di eliminare la quarantena per le persone vaccinate: "Anche con il booster un positivo può trasmettere il virus - dice Rasi. Quindi con questa circolazione virale ancora elevata direi di no. Ma fra tre settimane sì. Intanto da subito direi che con tre dosi di vaccino si può evitare del tutto l'autosorveglianza e ridurre a 7 giorni l'isolamento dei ragazzi positivi nelle scuole, che oggi contrariamente al resto della popolazione ne fanno 10", suggerisce Rasi.

Sull'obbligo della Dad per chi ha avuto contatti stretti ma è vaccinato, dice che "probabilmente no" non ha senso, "perché i casi sono ormai così tanti che è come chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati. Al massimo la Dad dovrebbe durare 5 giorni".

Alla domanda su come si spiegano così tanti morti in Italia rispetto al resto d'Europa, risponde che "non si spiegano e invece una causa dovremmo cercare di individuarla. Perché è indubbio che in alcuni contesti il sistema di assistenza ha scricchiolato. Poiché la mortalità varia molto da ospedale a ospedale e da regione a regione, dovremmo andare a vedere dove le cose sono andate meglio quali protocolli terapeutici sono stati adottati e quali criteri si sono seguiti per trasferire i pazienti nelle terapie intensive. Resta il fatto - rimarca - che i monoclonali si sono usati poco, appena 40-50 mila trattamenti su oltre 11 milioni di contagi. Bisogna fornire ai medici parametri chiari su quando vanno adottati e favorirne la somministrazione a casa o in ambulatorio. Dobbiamo fare i compiti a casa per non ripetere ora gli stessi errori con gli antivirali, che però sono partiti bene".

 

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