16 Novembre 2021
Covid, prete ricoverato in terapia intensiva a Brescia: era apertamente no vax
Un prete di 59 anni, noto per le sue posizioni apertamente no vax, si trova ora ricoverato nel reparto di terapia intensiva degli Spedali Civili di Brescia. Secondo quanto riportato dall'edizione bresciana del Corriere della Sera il sacerdote avrebbe infatti contratto il Covid-19 e sarebbe in questo momento in condizioni critiche. Cresce intanto il timore tra i fedeli della parrocchia di Pontevico, dato che il prete era solito recarsi in casa delle persone più anziane - oltre che nelle case di riposo della zona - per distribuire personalmente la Comunione.
Come riportato dalla stampa locale il prete (del quale non sono state rese note le generalità) era conosciuto in paese per le sue posizioni, che cercava di diffondere tra i parrocchiani inducendo coloro che incontrava a non farsi somministrare il vaccino. Al momento la comunità confida nella guarigione del religioso, ma allo stesso tempo teme che questi possa in qualche modo aver contribuito a diffondere il coronavirus tra le persone più anziane. Il sacerdote è uno dei parroci dell’Abbazia dei santi Tommaso e Andrea di Pontevico.
È a tal proposito che intervengono le testimonianze di alcuni cittadini, tra cui una donna che intervistata dal Corriere ha dichiarato: "Aveva fatto visita a casa di mia mamma, che ha 90 anni, pochi giorni prima di essere ricoverato. Con lei c’erano le mie sorelle, io le ho raggiunte poco dopo. Quando abbiamo saputo che si era ammalato le mie sorelle hanno fatto il tampone, per fortuna era negativo. Però non dovrebbero succedere episodi come questo".
Nel frattempo il vicario del clero don Angelo Gelmini ha voluto ribadire la posizione della diocesi di Brescia, la quale è favorevole alla vaccinazione anti Covid, specificando come attualmente vi sia comunque "preoccupazione" per le condizioni del sacerdote ricoverato. Secondo don Gelmini infatti, la vaccinazione è "un atto doveroso e un segno di rispetto della vita altrui", aggiungendo tuttavia che: "È importante assumersi le proprie responsabilità. Chi riveste ruoli di guida è chiamato a fare scelte consapevoli". L'ecclesiastico a infine precisato che in ogni caso la libertà di scelta non è in discussione.
Proprio a Pontevico scoppiò nel 2020 il primo focolaio di coronavirus della provincia di Brescia, con i primi casi emersi all'interno della cooperativa Il Gabbiano. Da li il virus arrivò alla residenza per anziani Bassano-Cremonesini, provocando provocando la morte di 22 anziani in pochi giorni.
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