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Giustizia, riforma Cartabia oggi al Cdm. Dubbi e perplessità sulla prescrizione

La riforma sui processi arriva al Consiglio dei Ministri, ma rimane l'incertezza. Ancora senza linea il Movimento cinque stelle

08 Luglio 2021

Giustizia,  riforma Cartabia oggi al Cdm. M5s: "

Sembra probabile l'arrivo dell'attesa riforma Cartabia in Cdm, anche se sembra essere l'incertezza il segno di questa stagione legislativa per la Giustizia. Oggi giovedì 8 luglio verrà infatti discussa al Consiglio dei Ministri. Sulla riforma del processo civile non sembrano esserci, per ora, problemi o distanze rilevanti tra i vari partiti che compongono l’attuale maggioranza. Più complicata è invece la situazione della riforma del processo penale.

Giustizia, riforma Cartabia oggi al Cdm

Una posizione "non c'è ancora". Sulla riforma del processo penale, 'bandiera' grillina del precedente governo, il M5S mostra le difficoltà di una fase di profondo travaglio interno. Oggi la riforma Cartabia potrebbe planare in Cdm: il condizionale è d'obbligo, perché sul suo arrivo in Consiglio dei ministri si registrano voci contrastanti. E se via Arenula sembra propendere, assieme a Palazzo Chigi, per un'accelerazione, c'è chi tra i ministri prova a frenare: "I tempi non sono ancora maturi", il leitmotiv che rimbalza soprattutto nelle file grilline ma non solo. Perché anche in altre forze di maggioranza si teme l'incidente in Cdm, con i 5 Stelle pronti a salire sulle barricate boicottando il voto, sul quale la Guardasigilli vorrebbe invece una forte convergenza.

 
E mentre c'è chi assicura che il Movimento "non vuole cedere" sulla prescrizione, fonti beninformate raccontano all'Adnkronos di un M5S in evidenti difficoltà, dove si moltiplicano contatti e incontri per definire la linea. Che, al momento, non è ancora chiara. I punti più controversi restano la reintroduzione della prescrizione, prevista da Cartabia, seppur con un timing definito e inderogabile per i diversi gradi di giudizio: due anni in appello e uno in Cassazione. E dalla quale i 5 Stelle vorrebbero quanto meno escludere alcune fattispecie di reato. Ma ci sarebbero altri punti, come sul ruolo dei pm, su cui resterebbero delle profonde distanze. Oltretutto, in casa 5 Stelle si respira nervosismo per l'accelerazione impressa alla riforma: "è sotto la luce del sole il momento che stiamo vivendo, eppure la riforma del processo penale arriva in Cdm, suona quanto meno indelicato", dice un 'big' del Movimento trincerandosi dietro l'anominato.

La revisione del processo penale dovrebbe comunque arrivare nel Consiglio, 'fuorisacco'. A meno che i 5 Stelle non riescano ad arginarne l'arrivo, prendendo tempo.

Giustizia, riforma Cartabia: cos'è, cosa prevede

L’obiettivo finale della riforma del processo civile è, come richiesto dalla Commissione Europea, ridurre del 40% i tempi dei procedimenti civili entro i prossimi cinque anni. Il testo base su cui si interverrà è il disegno di legge delega al governo per l’efficienza del processo civile e per la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie (questo il suo nome completo): era stato presentato durante il secondo governo Conte da Bonafede.

Per accelerare i tempi e semplificare le procedure, l’intenzione è quella, ad esempio, di estendere gli istituti della mediazione e della negoziazione assistita, due metodi alternativi di risoluzione delle controversie attraverso un accordo di natura privatistica tra le parti in lite, e che alleggerirebbero dunque il carico di lavoro dei giudici ordinari. Una delle modifiche chiede l’obbligo del ricorso a mediazione e negoziazione assistita per alcuni tipi di contratti.

Altre modifiche avranno a che fare con le controversie in materia di famiglia e minori e con il contingentamento dei tempi: la richiesta sarebbe quella 'di anticipare già dalla prima udienza le attività istruttorie', di estendere 'il tempo limite del giudice di fare una proposta conciliatoria', di aumentare 'le competenze dei giudici di pace e i tentativi di scoraggiare i ricorsi' e di facilitare le udienze telematiche da remoto, sperimentate nei mesi di lockdown. 

Giustizia, riforma Cartabia: il nodo processi penali

Una delle questioni più difficili da risolvere nella riforma del processo penale è la prescrizione, cioè l’estinzione di un reato a seguito del trascorrere di un determinato periodo di tempo. È una forma di garanzia per gli imputati contro l’eccessiva lunghezza dei processi ed è uno strumento che lo Stato può utilizzare quando non è più interessato a perseguire alcuni reati. La prescrizione serve anche a ridurre gli errori giudiziari, dal momento che più passa il tempo più le indagini e i processi si fanno complicati (le prove si deteriorano, i testimoni dimenticano o muoiono, eccetera).

Tutti i reati possono finire in prescrizione, tranne quelli che prevedono l’ergastolo (principalmente l’omicidio). Il tempo necessario alla prescrizione era più lungo fino a un paio di decenni fa, ma è stato accorciato da una serie di leggi approvate dai governi Berlusconi e accusate di essere leggi “ad personam”, ovvero pensate per favorire Berlusconi o i suoi alleati nei numerosi processi in cui erano coinvolti. Negli ultimi anni è avvenuto un processo opposto. Lentamente sono aumentati i limiti e le possibilità di sospendere la prescrizione e dal primo gennaio 2020 le cose sono ulteriormente cambiate con l’approvazione della riforma Bonafede, durante il primo governo Conte a guida Lega-M5S.

La riforma della prescrizione era contenuta nel disegno di legge anticorruzione, il cosiddetto “Spazzacorrotti”, ed era stata fortemente voluta da Bonafede e dal Movimento 5 Stelle: prevede il blocco assoluto della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, sia in caso di condanna che di assoluzione. La riforma, molto discussa e criticata, era stata in parte superata dal secondo governo Conte (a guida PD-Movimento 5 Stelle-Liberi e Uguali) con una legge che, sul tema della prescrizione, conteneva un compromesso tra le forze di maggioranza chiamato “Lodo Conte Bis”, dal nome del deputato di Liberi e Uguali Federico Conte. Il “Lodo Conte Bis” prevede il blocco della prescrizione solo dopo una sentenza di condanna di primo grado, e prevede che i tempi di prescrizione siano calcolati dall’inizio del processo nel caso in cui dopo una condanna in primo grado ci sia un’assoluzione in secondo grado. In caso di due condanne, una in primo grado e una in appello, la prescrizione viene invece definitivamente bloccata.

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