06 Novembre 2025
Affrettiamoci perché, lo sanno tutti, l’Estate di San Martino “dura tre giorni e un pochino”, come recita un antico proverbio. Quindi, pantaloni di velluto a coste, camicia di flanella, un golf di morbida lana in calde sfumature ruggine o nocciola - non si sgarri, eh! è questa la tenuta d’ordinanza per i weekend novembrini - e poi via verso mete rilassate e romantiche. Il foliage sfolgora nell’aria tersa. Si suda? nooo. I torpedoni? vade retro. Le trattorie? hanno abolito il terribile menù turistico e scodellano la zuppa di castagne. È ufficiale: siamo nel periodo più bello dell’anno.
E il celebre Vescovo di Tours, che divise il suo mantello con il mendicante intirizzito, da secoli viene festeggiato per ogni dove con le “Antiche Fiere di San Martino”, pittoresche e ricche di eventi, bancarelle, riti conviviali, tradizioni contadine: dal padovano (a Piazzola sul Brenta fino al 16 novembre) al riminese (a Sant’Arcangelo di Romagna fino all’11 novembre), all’ascolano (a Grottammare il 10 e 11 novembre con 380 espositori), tanto per citarne qualcuna.
A pochi chilometri da Milano spicca quella di Inveruno (14-17 novembre): grande mostra agro-alimentare che ricorre dal 1607, nientemeno, quest’anno è dunque giunta alla sua 418° edizione e propone un fitto calendario di laboratori a tema, spettacoli di luci e colori, giri con i pony per i più piccoli, visite guidate nelle fattorie didattiche…ci s’incontra qualche vip? macché, s’impara a mungere le mucche, vuoi mettere?
Anche il Friuli celebra degnamente l’Estate di San Martino. A Latisana (fino all’11 novembre) stand gastronomici, hobbysmo, pesca di beneficenza e Festa della Zucca. E a Pordenone (dal 14 al 16 novembre) artigianato, mercatini, mostre di fotografia, esposizione degli attrezzi agricoli di un tempo, il tutto condito ovviamente da succulente specialità culinarie.
Il clima mite spinge a passeggiare e a scoprire i borghi della zona, fuori dal tempo come Strassoldo: ha conservato intatto il suo fascino patrizio, ostenta due manieri trecenteschi dal curioso nome Di Sopra e Di Sotto, e ci fa rifocillare con squisiti taglieri di prosciutto San Daniele, vini del Collio, formaggio ‘frant’ (frantumato) aromatico e piccante.
Strassoldo è baciata dalla ciclovia Alpe Adria, una delle più amene d’Europa, e correndo per circa 20 km tra vigneti, mulini e risorgive si raggiunge la laguna di Grado, magica nella dolce Estate di San Martino, oppure la Riserva Naturale Foce Isonzo: la più grande del Friuli tra stagni, prati, orchidee, e paradiso per pony-games ed escursioni con i bianchi cavalli Camargue. Se non è lirismo questo, proprio non si sa…
Le giornate soavi di San Martino possono condurci anche in Umbria, lungo i fiumi, nelle selve, sui laghi. Il Parco Fluviale del Nera, infatti, è un paradiso per canoa, rafting o mountain bike, e la Valnerina offre scampagnate a cavallo o a dorso di mulo, apoteosi del vivere slow.
Il culmine si raggiunge con i grandiosi e impressionanti salti della Cascata delle Marmore. Qui, per tutto novembre, si possono prenotare inedite visite guidate: il “Balcone d’autunno” che consente di osservare comodamente all’asciutto gli anfratti segreti della Cascata perché si svolge senza il rilascio dell’acqua, oppure il “Balcone degli innamorati”, tragitto emozionante che attraversa un tunnel di 50 metri e dona un affaccio strepitoso esattamente sotto il precipizio dell’immensa massa liquida.
I predetti innamorati potranno poi concludere degnamente il tour sul Lago di Piediluco: minuscolo specchio trasparente a pochi minuti d’auto dalla Cascata, incastonato nel verde, nell'arancione, nel rosso, nell'oro, e incantevole che di più non si può quando la sera si accendono i lampioni retrò del borgo omonimo. Si può andare in barca a remi, sentimentali, mano nella mano, condotti da un pescatore che farà ascoltare l’incredibile eco circostante, oppure cenare al tramonto in battello. E se per caso splende anche la luna, siete fritti: preparate le pubblicazioni!
Le Marche non sono da meno. E per spezzarci il cuore, oltre all’Estate di San Martino, sfoderano l’atmosfera mistica della “Via delle Abbazie”: percorso cicloturistico di 25 km, tranquillo e ben segnalato tra i leggiadri colli maceratesi. Si parte da Montecosaro con la sua chiesa di Santa Maria a Piè di Chienti, magnifico gioiello romanico, e si giunge a Corridonia. Qui, sosta nell’abbazia di San Claudio al Chienti su due livelli sovrapposti e poetica passeggiata nel suo viale d’accesso, ombreggiato da cipressi.
10 km e siamo nel raccolto centro storico di Macerata con i palazzi nobiliari e la tipica ellisse del Teatro Sferisterio. Altri 10, ed approdiamo nella Riserva dell’Abbadia di Chiaravalle di Fiastra: ci si siede sulle rive del laghetto, si fa birdwatching, si visitano refettorio, cantine e Museo del Vino. I monaci cistercensi offrono accoglienza in una suggestiva cornice di spiritualità. Area pic-nic, tracciati ippici e ciclistici, sentieri sensoriali nella natura, punti vendita di prodotti locali completano un quadro deliziosamente bucolico. Pace in dosi massicce.
Infine, eccoci in Alto Adige dove la “Via Claudia Augusta” corre per 80 km in Val Venosta ed è adorabile in questa “estate” sui generis. Facile pista ciclabile, va dal Lago di Resia fino a Merano con scorci da cartolina su meleti, castelli, paesini: Burgusio con le case barocche e la maestosa Abbazia benedettina di Monte Maria stagliata tra foreste e vette a 1350 metri - è la più alta d’Europa - o Malles che ci rasserena con l’itinerario tra le sue sette chiese romaniche sotto il tiepido solicello.
Da non perdere le quiete passeggiate meranesi, dal lungofiume Passirio all’ottocentesco sentiero Tappeiner, e i masi che suggeriscono degustazioni o pernottamenti in vigna con vista sconfinata sui preziosi filari. Si sorseggia il “nuien” (vino novello) perché, si sa, “a San Martino ogni mosto diventa vino”. Lo scenario è idilliaco ma anche leggermente sfumato di malinconia. San Martino porta un bel tempo fugace, effimero, e presto arriverà l’inverno. Non è un caso che, nelle regioni tedesche, questi giorni vengano chiamati “Altweibersommer”, letteralmente “estate delle vecchie signore”: la loro dolcissima bellezza matura risplende ancora, ma solo per un ultimo sprazzo breve e ingannevole.
Di Carla Di Domenico
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