22 Ottobre 2025
Fonte: Pixabay
Parafrasando Eduardo De Filippo si potrebbe dire che, in Italia, non sono gli esami a non finire mai ma…gli anni del liceo classico! (sì, quelli che ancora ci sogniamo con rosa rosae rosarum e lo spettro della prof di lettere…). Infatti, anche in un rilassato weekend d’autunno, saltano fuori dappertutto citazioni in latino, dimore dove ha dormito Garibaldi, sculture di eroi, poeti, imperatori, e noi giù a sforzarci di tradurre, ricordare, riconoscere (quello sarà Traiano o Adriano? ma no, è Muzio Scevola…)
Allora organizziamoci un percorso più innovativo, per esempio a Roma nell’avveniristica e mastodontica Nuvola dell’Eur, disegnata da Massimiliano Fuksas tra palazzi razionalisti. È il regno dei video, del digital, della street art, della sperimentazione. E dal 21 al 23 novembre ospiterà la quinta edizione di “Arte in Nuvola. Fiera Internazionale di Arte Moderna e Contemporanea” permettendoci di scoprire opere eccentriche tra talk, performance, esperienze immersive, dalle installazioni luminose di Mario Airò alle figure in metacrilato di Gino Marotta.
Proprio come in quei film dove lui e lei sono agli antipodi ma poi convolano felicemente - tipo David (raffinato primo ministro britannico) e Natalie (ruspante segretaria cicciottella) di Love Actually, e lui per di più è pure Hugh Grant - nella Capitale passato e presente convivono che è una bellezza.
Quindi, prossima tappa nella Centrale Montemartini che accosta audacemente marmi di età imperiale a ciclopici stantuffi e turbine in un impianto termoelettrico del 1912. Oppure nei Musei Capitolini che, per attualizzare i loro incalcolabili tesori, fanno largo uso di videoracconti, piattaforme online, droni di ultima generazione, escape room da cui fuggire con intuito e abilità.
Spostiamoci a Reggio Emilia beneficiata da un clamoroso input…treni che approdano in un mare di metallo! Non è un sogno, la città ci accoglie infatti con le ondulate e gigantesche lamiere bianche della Stazione Mediopadana, splendido design di Santiago Calatrava che firma anche i vicini ponti a vela, vertiginosi, sull’A1. Tra edifici e teatri dell’800 stupiscono ex fabbriche convertite in luccicanti aree artistiche: la Max Mara che ora accoglie la Collezione Maramotti con temerarie creazioni di new geometry, transavanguardia, neo-pop, e l’ex Fonderia Lombardini dove, sotto gallerie di ferro e vetro che simulano un’immensa cattedrale romanica, risuonano i ritmi frenetici del ballo moderno e si alzano le smisurate tavole d’acciaio della “Danza di astri e stelle” firmata da Eliseo Mattiacci con una misteriosa interpretazione del cosmo.
Prato risponde…spedendoci in orbita nello spazio artistico del polifunzionale e maestoso Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci. Opera di Italo Gamberini, è a forma di astronave, genere Enterprise, ed è stata la prima nel suo genere in Italia. Segni caratteristici? sculture anticonformiste, poesia visiva, opere-video e un Urban Center dedicato a teatro, cinema, moda, webinar e performing arts.
Intorno, tutta la città è vivace ed estrosa. Sconcertanti le macroproiezioni del Museo del Tessuto nell’ex Cimatoria Campolmi con abiti e campionari sullo sfondo di antiche caldaie a vapore. Molto curiose le iniziative del turismo industriale che spesso promuove spettacoli, concerti, visite guidate negli stabilimenti di cachemire o maglieria. La street art, poi, svetta ovunque con bizzarre statue, sgargianti murales e un’immagine luminosa che sembra lanciare un arcano incantesimo, “La Grande Sognatrice” in Piazza Santa Maria in Castello: appare solo al tramonto, all’alba scompare, ed è un monumentale volto femminile, dolcissimo, assorto in un sorriso giocondesco appena accennato e in un’enigmatica atmosfera di magia. Difficile distoglierne lo sguardo…
Trento e Rovereto, infine, sanno miscelare fantasia e sapienza come abili alchimisti, con un occhio al futuro. A Trento abbiamo il Muse di Renzo Piano: sede espositiva super-scientifica, tutta linee ardite, corridoi sospesi e scintillanti falde sbieche dove s’indaga la Terra tra tunnel multisensoriali, led, suggestioni sonore. E a Rovereto scoviamo l’arte astratta, informale e pop nei grandissimi spazi del Mart: edificio utopistico ideato da Mario Botta e Giulio Andreolli, unico per l’architettura del suo ingresso che non presenta una facciata bensì una piazza dall’imponente cupola cristallina.
In zona è imperdibile il Planetario. La sua sezione consacrata ai viaggi cosmici, con astronome e astronaute virtuali, ‘accompagnerà’ i visitatori tra nebulose e galassie. Il proiettore opto-meccanico ricrea un cielo ideale per essere studiato. E il proiettore digitale full dome, dal sofisticato software, allestisce rappresentazioni straordinariamente coinvolgenti facendoci volteggiare intorno alla Terra, sulla Luna e oltre il Sistema Solare…
…e chi ci ferma più? Ma no, dove andate, non esageriamo! Avevamo detto di organizzare “insoliti itinerari autunnali”, mica di trasformarci in Kirk e Spock di Star Trek!
Di Carla Di Domenico
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