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"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

La Segreteria di Stato vaticana fa chiarezza in merito agli Ordini equestri rilasciati dalla Santa Sede, su quelli ufficialmente riconosciuti e su quelli che non hanno nessuna legittimità pontificia

Troppo spesso, nel recente passato, si è visto proliferare una miriade di ordini cavallereschi di nessuna legittimità non rilasciati dalla Santa Sede e non riconosciuti dalla stessa

22 Ottobre 2025

Sergio Mattarella con Leone XIV

Sergio Mattarella con Leone XIV

La Segreteria di Stato vaticana fa chiarezza in merito agli Ordini equestri rilasciati dalla Santa Sede, su quelli ufficialmente riconosciuti e su quelli che non hanno nessuna legittimità pontificia

La Segreteria di Stato, a seguito di frequenti richieste di informazioni in merito all'atteggiamento della Santa Sede nei confronti degli Ordini Equestri dedicati a Santi o aventi intitolazioni sacre, ritiene opportuno ribadire quanto già pubblicato in passato. Oltre ai propri Ordini Equestri (Ordine Supremo del Cristo, Ordine dello Speron d'Oro, Ordine Piano, Ordine di San Gregorio Magno e Ordine di San Silvestro Papa), la Santa Sede riconosce e tutela soltanto il Sovrano Militare Ordine di Malta —ovvero Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta— e l'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, e non intende innovare in merito. Tutti gli altri Ordini — di nuova istituzione o fatti derivare da quelli medievali — non sono riconosciuti dalla Santa Sede, non potendosi questa far garante della loro legittimità storica e giuridica, delle loro finalità e dei loro sistemi organizzativi. Ad evitare equivoci purtroppo possibili, anche a causa del rilascio illecito di documenti e dell'uso indebito di luoghi sacri, e ad impedire la continuazione di abusi che poi risultano a danno di molte persone in buona fede, la Santa Sede conferma di non attribuire alcun valore ai diplomi cavallereschi e alle relative insegne che siano rilasciati dai sodalizi non riconosciuti e di non ritenere appropriato l'uso delle chiese e cappelle per le cosiddette "cerimonie di investitura".

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