21 Ottobre 2025
Venice Fashion Week, organizzata da Venezia da Vivere e dal Comune di Venezia con il supporto di Vela Spa e patrocinio del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, parte con il suo programma di eventi in Laguna dal 21 al 26 ottobre 2025.
Il manifesto, disegnato dall’artista e illustratore Jacopo Ascari, annuncia il fitto calendario di presentazioni moda, atelier aperti e ospiti internazionali, fra i quali lo stilista Dries Van Noten ai Giardini Reali.
Tessitura Luigi Bevilacqua festeggia con una mostra a Palazzo Venart Luxury Hotel i suoi 150 anni di attività, mentre Galeries Bartoux a Dorsoduro ospita i designer emergenti, oltre sessanta provenienti da dodici paesi, con un importante focus sull’artigianato locale e di eccellenza che apre le porte al pubblico di botteghe e atelier.
“Non mi interessano le tendenze, mi interessano le idee” dichiara Dries Van Noten a supporto e in dialogo con le nuove generazioni di creativi e artigiani che stanno rivoluzionando la moda e l’artigianato.
A Palazzo Pisani Santa Marina arrivano anche le idee creative dalla Città di Danzica, ospite internazionale di Venice Fashion Week, con una sfilata-performance di designer internazionali.
L’illustratore Jacopo Ascari, autore del manifesto di Venice Fashion Week, sarà anche presente alla mostra Venetian Glamour che racconta arte, moda e cinema passati sul red carpet del Lido di Venezia, evento curato da Federico Poletti e Sandra Coppola a Palazzo Nani Mocenigo, visitabile fino al 30 ottobre.
Il percorso glamour con le illustrazioni di Ascari dialoga con una selezione di abiti e accessori moda, indossati nel palcoscenico del cinema da attrici e attori che dettano tendenze in fatto di vestiti, acconciature e accessori, veri e propri simboli di eleganza e distinzione.
Dalle calzature firmate da Emilio Pucci, Christian Lacroix, Givenchy e Celine portate da attrici come Sofia Coppola, Cameron Diaz, Charlize Theron e Sienna Miller (pezzi d’archivio provenienti dal Museo della Calzatura di Villa Foscarini Rossi) al sandalo con serpente iconico di René Caovilla, tempestato di cristalli.
I celebri tessuti di Fondazione Rubelli e Tessitura Luigi Bevilacqua, lavorati su telai settecenteschi, ornano famose borse e abiti di velluto e broccato, rivestiti di piume o merletti, allestiti dall’artista italo-argentino Mariano Franzetti.
Dall’archivio Vintage Delirium di Franco Jacassi arriva un abito alta moda in velluto con rusces di Roberto Capucci, l’abito in maglia metallica e swarovski con maniche di pipistrello Oroton di Gianni Versace, una mise in plissè dorato di Mila Schön e l’abito lungo ricamato Emè di Atelier Aimée, tutti testimoni di eleganza e sartorialità Made in Italy.
Presso Fondazione Giorgio Cini, la due giorni del prestigioso forum Venice Sustainable Fashion, in programma il 23 e 24 ottobre, realizzato con il contributo di Camera di Commercio Venezia Rovigo e di numerosi operatori del settore, fra cui UniCredit, Unisalute, Confindustria Moda, Confindustria Veneto Est (CVE) e TEHA Group controllato da The European House – Ambrosetti.
Alla sua quarta edizione, Venice Sustainable Fashion Forum rifletterà sugli scenari attuali che impongono l’armonizzazione di norme, valori e processi, per costruire una supply chain sostenibile e competitiva in contesti globali.
L’obiettivo sarà anche quello di individuare strumenti lungo l’intera filiera per affrontare la fase di cambiamento senza compromettere la competitività delle imprese, anche grazie al coinvolgimento del sistema finanziario.
Sul palco di Isola San Giorgio sede della Fondazione Giorgio Cini si alterneranno istituzioni, esperti, case history del mondo moda, start-up, ricercatori e protagonisti del nuovo Made in Italy.
Luca Sburlati, presidente di Confindustria Moda, anticipa i temi: “L’unicità della filiera italiana e dei brand che la compongono va difesa e valorizzata di fronte a sfide sempre più complesse. Le risposte reattive non bastano: serve una visione strategica di lungo periodo, anche fondata su pilastri ESG solidi e soprattutto condivisi. Venice Sustainable Fashion Forum deve diventare il luogo in cui le imprese mettono a fattor comune idee e istanze, per arrivare a regole e pratiche condivise su tre fronti decisivi: la Responsabilità Estesa del Produttore, un quadro normativo nazionale che garantisca trasparenza e legalità nei contratti di filiera ed un sistema di auditing armonizzato, capace di creare un linguaggio condiviso lungo tutte le supply chain”.
Il partner & director global fashion unit TEHA, Flavio Sciuccati, aggiunge: “Nel settore Moda e Lusso registriamo una forte contrazione dei volumi nella fascia alta dei consumi, che colpisce direttamente il Made in Italy, ovvero uno dei pilastri dell’economia nazionale, tra i primi tre settori manifatturieri per numero di imprese, addetti, export e valore aggiunto.
A tutto questo si è aggiunto, quest’anno, un tema particolarmente delicato: l’intervento della Procura di Milano nelle indagini sul caporalato nel settore Moda, con misure cautelari nei confronti di alcuni grandi marchi. In questo Forum di Venezia, insieme allo studio strategico che presenteremo, discuteremo e approfondiremo la centralità dell’impegno condiviso tra brand e produttori verso una moda più etica e sostenibile e l’importanza strategica del sistema Italia e della sua manifattura come leva economica e culturale essenziale per il Paese.”
Conclude Paola Carron, presidente Confindustria Veneto Est, sulle anticipazioni dei temi dei prossimi giorni: “In una fase complessa per l’intera filiera Moda & Lusso, tra tensioni geopolitiche, cambiamenti normativi e dei consumi, questa edizione del Forum di Venezia vuol essere un riferimento internazionale per il futuro del settore e per evolvere verso una nuova competitività. Vogliamo lanciare un messaggio chiaro alle istituzioni nazionali ed europee, ma anche a tutti gli attori di questo settore, grandi e piccoli marchi e l’intera filiera: solo insieme possiamo fare la differenza, attraverso la condivisione di responsabilità, visione industriale, competenze e investimenti lungo tutta la catena del valore”.
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