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Yasmine Murat, Madrina della Fondazione Eugène Napoleone: mio marito Joachim Murat ed io siamo sconvolti dal furto di gioielli napoleonici avvenuto al Museo del Louvre

Rapina in pieno giorno al Museo del Louvre. Il furto è avvenuto intorno alle 9 di mattina, durante l’apertura. Quattro ladri sono riusciti a impossessarsi di 9 gioielli appartenuti alla famiglia di Napoleone Bonaparte, tra cui una collana, una spilla e una tiara

19 Ottobre 2025

Yasmine Murat, Madrina della Fondazione Eugène Napoleone con Brigitte Macron

Yasmine Murat, Madrina della Fondazione Eugène Napoleone con Brigitte Macron

Yasmine Murat, Madrina della Fondazione Eugène Napoleone: mio marito Joachim Murat ed io siamo sconvolti dal furto di gioielli napoleonici avvenuto al Museo del Louvre

“Questo atto è un danno alla Francia e al mondo. Sono commossa non solo come membro della famiglia imperiale, ma soprattutto come donna francese, profondamente legata alla nostra storia e a chi la fa vivere. Come tutti gli amanti del patrimonio di tutto il mondo, mio marito Joachim Murat ed io ci sentiamo profondamente addolorati per ciò che rappresenta questo terribile avvenimento il raggiungimento di cio che ci unisce: memoria e bellezza. Proteggere il nostro patrimonio è proteggere la nostra storia e il nostro futuro”. Queste le parole della Principessa Yasmine Murat, Madrina della Fondazione Eugène Napoleone e moglie del discendente del Re di Napoli Joachim Murat, che sposò la sorella di Napoleone Caroline Bonaparte. Ciò che sconvolge è che la rapina al Louvre è avvenuta in pieno giorno. I ladri fuggiti in scooter con 9 gioielli di Napoleone. Erano travestiti da operai. Il furto è avvenuto intorno alle 9 e 30, durante l’apertura del Louvre. Quattro ladri sono riusciti a impossessarsi di 9 gioielli di Napoleone Bonaparte, tra cui una collana, una spilla e una tiara.  Sul posto è arrivata immediatamente la polizia, insieme alla ministra della Cultura francese Rachida Dati e al personale del Museo del Louvre. La Procura di Parigi ha annunciato l’apertura di un’inchiesta per furto organizzato e associazione a delinquere. Le indagini sono state affidate alla Brigata anticrimine della Polizia Giudiziaria con il supporto dell’Ufficio Centrale per la Lotta al Traffico di Beni Culturali. Due gioielli, tra cui la corona dell’imperatrice Eugenia, sono stati recuperati. I ladri hanno pianificato il colpo con precisione. Il furto è avvenuto nel giro di pochi minuti, tra le 9.30 e le 9.40. I malviventi hanno utilizzato un camion montacarichi da traslochi, dotato di scala e piattaforma mobile. Si sono introdotti nell’edificio dal lungosenna, dove sono in corso alcuni lavori di ristrutturazione.  Completamente incappucciati e armati di piccole motoseghe, hanno rotto le finestre con una smerigliatrice angolare. Due uomini, vestiti da operai, sono entrati nell’edificio, mentre gli altri sono rimasti di guardia al piano inferiore. Dopo il furto sono fuggiti a bordo di due scooter. La Polizia ha avviato una vasta operazione di ricerca. Una delle piste battute dagli inquirenti riguarda la possibile fusione dei gioielli per ricavarne l’oro, come accaduto un mese fa con le pepite d’oro rubate al Museo di Storia Naturale di Parigi. “Il rischio è che alcuni diamanti possano essere venduti al dettaglio, il che renderebbe molto difficile la ricostruzione dei gioielli”, ha spiegato una fonte vicina alle indagini citata da Le Parisien. Le autorità stanno analizzando le registrazioni delle telecamere di sorveglianza e raccogliendo testimonianze per cercare di identificare gli autori. La corona dell’imperatrice Eugenia di Francia, consorte di Napoleone III, ritrovata fuori dal museo dopo il furto, è uno dei gioielli più celebri della collezione. Realizzata intorno al 1855 per esibire la maestria delle arti orafe del Secondo Impero, è composta d’oro, diamanti e smeraldi e presenta motivi simbolici come l’aquila. Il principe Gioacchino Murat non ha nascosto il suo shock: "È con profondo sgomento e profonda emozione che ho appreso del furto al Museo del Louvre, durante il quale sono stati rubati diversi gioielli della collezione imperiale". Questi pezzi, ha ricordato, "essendo appartenuti a Napoleone I, all'imperatrice Giuseppina, a Maria Luisa e all'imperatrice Eugenia", non devono essere considerati semplici gioielli: "Sono testimoni splendenti della nostra storia nazionale, del suo genio artistico e dell'impulso creativo che ha fatto brillare la Francia nel mondo". Il discendente di Gioacchino Murat e Carolina Bonaparte denuncia un atto che considera profondamente simbolico: "Attaccando questi simboli, stiamo profanando la memoria della Francia. Questi gioielli incarnavano la grandezza di un'epoca, la bellezza di un savoir-faire e lo spirito di un popolo. Vederli strappati alla Nazione in questo modo significa vedere il nostro patrimonio ferito nel profondo".
Di fronte a quello che definisce "un dolore intimo", il principe invita le autorità a reagire con rapidità e fermezza: "Faccio appello alle autorità competenti affinché facciano tutto il possibile per recuperare questi tesori e rafforzare la protezione del nostro patrimonio. La Francia deve rimanere vigile contro coloro che, per avidità o ignoranza, danneggiano ciò che abbiamo di più prezioso: la sua storia". E conclude, con tono risolutamente civico: "Che questo atto serva da campanello d'allarme: difendiamo insieme il patrimonio che ci unisce". Anche Jean d'Orléans, conte di Parigi, duca di Francia, commenta: "Con immensa tristezza ho appreso del furto di gioielli storici dal Museo del Louvre, tra cui il set di diadema e zaffiri della regina Maria-Amélie, appartenuti anche a mia nonna. Questi gioielli non sono solo cimeli di famiglia. Sono parte vivente della nostra storia nazionale, testimonianza dell'eleganza e dell'artigianalità del nostro paese. La loro scomparsa mi tocca profondamente e rappresenta, credo anche, una ferita profonda per il popolo francese. Desidero esprimere il mio sostegno alle autorità e alle squadre del Museo del Louvre che lavorano per recuperarle. Invito tutti a capire quanto sia vitale proteggere questi preziosi testimoni della nostra storia, che ci lega a tutto ciò che in Francia c'è nobile e senza tempo. Proteggere il nostro patrimonio significa onorare la nostra memoria condivisa e servire il nostro Paese". 

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