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Alieni, ma lo sapevi che una strana "firma biologica ci ha rivelato che non siamo soli nell'universo (e che forse non lo siamo mai stati)"?

Numerose sarebbero le prove relative alla presenza, nonché alla discesa, di extra-terresti sulla Terra. Dalla costruzione delle piramidi egiziane di Cheope, Chefren e Micerino, perfettamente allineate alla costellazione della cintura di Orione, alla disposizione dei megalitici dolmen e menhir, alcuni dei quali dal peso pari a cinquanta tonnellate, a Stonehenge, nel Wiltshire, in Inghilterra, fino alla realizzazione dei grandi moai

18 Ottobre 2025

Alieni, ma lo sapevi che una strana "firma biologica ci ha rivelato che non siamo soli nell'universo (e che forse non lo siamo mai stati)"?

Nell’immensità più oscura del cosmo, milioni di occhi puntati dritti al cielo si pongono da secoli, se non da millenni, la stessa fatidica domanda: siamo davvero soli nell’universo? L’idea dell’esistenza degli alieni, del resto, non è più solo e soltanto il topic di qualche romanzo di fantascienza o film hollywoodiano, ma si pone sempre più al centro del dibattito scientifico, filosofico e tecnologico odierno. In accordo ai sostenitori della sussistenza degli extra-terresti, in effetti, numerose sarebbero le prove relative alla presenza, nonché alla discesa, di tali entità sulla Terra. Dalla costruzione delle piramidi egiziane di Cheope, Chefren e Micerino, perfettamente allineate alla costellazione della cintura di Orione, alla disposizione dei megalitici dolmen e menhir, alcuni dei quali dal peso pari a cinquanta tonnellate, a Stonehenge, nel Wiltshire, in Inghilterra, fino alla realizzazione dei grandi moai, le statue monolitiche caratteristiche dell’Isola di Pasqua, evidenti sembrerebbero le tracce di creature superiori, dalla forza sovraumana o, quantomeno, provviste di tecnologie avanzate, in grado di eseguire azioni, operazioni e/o compiti apparentemente impossibili da fare per gli esseri umani dell’epoca. E questo solo limitandoci al mondo antico. A partire dalla metà del Novecento ad oggi, infatti, altre prove, anche più cospicue, sembrano testimoniare l’esistenza degli UFO.

A ben vedere, il caso di Kenneth Arnold (24 giugno 1947), in cui l’omonimo imprenditore dichiarò di essere stato inseguito in volo da nove velivoli piatti e luccicanti, definiti dai media locali “flying saucers” (piattini volanti), l’incidente di Roswell (2 luglio 1947), in cui una presunta astronave extra-terrestre si schiantò nel Nuovo Messico con conseguente recupero di corpi alieni da parte dei militari americani, l’ondata di avvistamenti in Europa (nel 1954), il carosello di Washington (nell’estate del 1952) così come l’avvistamento collettivo delle luci di Phoenix, in Arizona (13 marzo 1997) sono solo alcuni degli episodi più emblematici, avvenuti negli ultimi decenni, che si pongono lungo questa linea. Altresì, allo stato attuale, le prove sembrerebbero non mancare: i radiotelescopi di diversi osservatori astronomici nel mondo – tra cui il noto radiotelescopio FAST in Cina – hanno intercettato, invero, segnali radio a banda stretta provenienti da alcune regioni remote della galassia, per quanto la loro natura resti perlopiù incerta: si tratta di fenomeni naturali non ancora spiegati o potrebbero essere forme di comunicazione aliena?

Se gli studiosi più razionali affermano che gli episodi di avvistamenti UFO risalenti all’antichità potrebbero essere spiegati alla luce di tecnologie elaborate dagli esseri umani, le quali sarebbero state gelosamente custodite e poi andate perdute, mentre quelli più recenti sarebbero da ricollegare a velivoli progettati, elaborati e testati segretamente dai corpi militari delle varie nazioni, occorre, ad ogni modo, considerare la cd. equazione di Drake. Quest’ultima, formulata nel 1961 dall’omonimo scienziato, stimerebbe il numero di civiltà extraterrestri in grado di comunicare presenti nella nostra galassia. Sebbene le variabili dell’equazione siano in parte oggetto di discussione, l’elevato numero di stelle e pianeti attualmente esistente suggerisce che la vita potrebbe non essere un evento così raro. A conferma di ciò, su K2-18b, un pianeta sito nella “zona abitabile” (ossia, nella fascia della rispettiva stella ove le condizioni potrebbero permettere la presenza di acqua liquida) e distante circa 124 anni luce da noi, sono state rivenute potenziali tracce di vita, vale a dire gas – quali, il dimetilsolfuro e il dimetildisolfuro – che sulla Terra sono prodotti soltanto da organismi viventi. Tuttavia, occorrono ulteriori osservazioni con strumenti sensibili al fine di confermare quanto detto. E, anche se quanto detto venisse confermato, l’alieno di fronte al quale ci troveremmo, non sarebbe sicuramente quello di Spielberg, ossia una creatura di bassa statura, dagli occhi grandi e dotata di intelligenza, quanto piuttosto una forma larvale di vita. Pertanto, almeno per il momento, non esiste una prova definitiva dell’esistenza di vita extraterrestre, per quanto l’atteggiamento della scienza stia cambiando. E se telescopi e sonde continuano (e continueranno) ad esplorare il cosmo, forse la risposta che stiamo cercando non sarà poi tanto lontana quanto pensiamo.

Di Mario Gennatiempo

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