Sabato, 06 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

PERSONE ANORMALI - Episodio 25 - Io lo so perché si fa monaco: per trovarsi più in alto di chi lo ha umiliato e poi falsamente osannato

21 Giugno 2025

PERSONE ANORMALI  Episodio 25 Io lo so perché si fa monaco: per trovarsi più in alto di chi lo ha umiliato e poi falsamente osannato

Ajaccio è la città di Napoleone Bonaparte. Te lo mettono anche nei panini e nella sabbia delle spiagge. Ci sono case natie, oggettistica, strade, monumenti e Isole Sanguinarie appresso, visto che quasi nessuno si ricorda quasi mai che Napoleone, a parte la gloria dei dipinti di Jacques-Louis David ed il balzo che fece fare alla Storia, fu essenzialmente uno sterminatore seriale di soldati propri e altrui, nonché di altre vittime collaterali. Certamente le guerre napoleoniche, come quelle recentemente precedenti e per un po' successive, non prevedevano specifiche stragi sistematiche di civili, come invece è invalsa ora la moda, visto che erano prevalentemente combattute in campi aperti, ma solo prevalentemente, appunto.
In realtà le Isole Sanguinarie son così chiamate non a causa del Bonaparte, ma forse per storie di invasioni barbaresche antiche, o forse per rossori del porfido o dei tramonti. Il fatto è che i colori forti hanno un loro peso in Corsica, splendida isola splendidamente piazzata sopra la perfin più splendida Sardegna, ovvero al centro del Mediterraneo. I colori della geografia, delle cose e dell'aria, i colori degli stati d'animo, i colori delle case e dell'acqua. E dalle poche finestre e dal balconcino del piccolo appartamentino in una vietta collaterale non poi troppo lontano dalla centrale Place Foch un elegante gentiluomo di Mondovì vede arrivare con passo deciso tre uomini armati di sbarra telescopica sottobraccio, e forse di celate armi da fuoco. Lui era un tipo elegante anche con dei normali "chinos" color khaki e una camicia azzurra con le cifre rosse e un paio di Timberland basse; stava per spogliarsi per farsi un'altra veloce doccia perché faceva parecchio caldo, ma ancora non erano andati a fare un bagno a mare. L'estate era alfine giunta.
La ragazza cino-rumena dalle spiccate doti di loquacità italiana è andata a comprarsi una crema solare per difendere il proprio abbacinante biancore in qualche negozietto sottostante lì in zona. Lei era una tipa elegante, anche in calzoncini di jeans corti e una semplice maglietta bianca, con delle Vans bordeaux.
Lui tira fuori dal suo zaino una semiautomatica CZ P-10 M e altri 2 caricatori oltre a quello in impugnatura, arma il carrello e mette in sicura: ha intenzione di fare entrare nel piccolo flat i tre soggetti in rapido avvicinamento, ma dovranno aprire la porta con mezzi propri; hanno le chiavi.
Lui si infila la pistola sotto la cintura dietro la schiena e va in cucina a versarsi un bicchiere di Coca Cola da una bottigliona comprata al supermercato, ancora non sufficientemente fredda.
Si sente aprire la serratura da fuori la porta e i tre personaggi entrano nel piccolo appartamento. Non hanno armi in mano. Non sono bellissimi, ma neanche brutti. Sono vestiti tutti a colori tenui, discreti, da turisti qualsiasi medioborghesi.

Sei da solo?

Parlano in italiano con un po' di accento francofono.

Sì, la mia amica è uscita per comprare due cose, ma non starà via molto, per cui sbrighiamoci

Dov'è la borsa?

Nel mio zaino. La vado a prendere; è in camera da letto

Va bene

Lui entra in camera e tira fuori dallo zaino una piccola seconda borsa floscia, chiusa con una zip. Esce dalla camera e la poggia sul tavolo del piccolo soggiorno.

Contate qui, per favore

Uno dei tre personaggi apre la zip e tira fuori le diverse mazzette di banconote da 100 Euro con fascette improvvisate da larghi elastici. Poi un altro dei tre tira fuori una macchinetta contasoldi, si siede al tavolo e comincia ad inserire le banconote.

Posso usare il telefono?

Chiede il gentiluomo di Mondovì.

No

Risponde il primo dei tre.

Posso fare una foto?

Insiste Lui.

No

Insiste il primo. Non sono scortesi, ma sono fermi. Il primo sorride anche vagamente.

Va bene; però devo chiamare la mia amica per sapere a che punto è, per non farla arrivare qui prima del tempo. Va bene?

Dice Lui.

Va bene

Risponde il primo.

Lui telefona e Lei è ancora in cerca di una farmacia per prendere non solo una crema solare, ma anche qualcos'altro. C'è un buon quarto d'ora prima che rientri, ad occhio.

C'è un quarto d'ora circa prima che ritorni

Dice Lui.

Va bene

Dice il primo. Dopo circa dieci minuti il conteggio è completato.

Arrivederci

Dice il primo.

Arrivederci

Dice Lui. Gli altri accennano un saluto.

Escono tutti e tre dalla porta, e senza richiudere.

Lui non ripone la CZ semiauto nello zaino.
Lei ritorna dopo circa altri venti minuti, con un sacchetto un po' pieno di cose, di farmacia e anche da mangiare.

Ciao! Ho trovato un negozietto che aveva un po' di frutta non male, un po' cara ma ho preso giusto due cosine. Poi se vuoi vado o andiamo a comprare qualcosa di più domani. Ti va?

E mette tutte le sue fossettine in un sorriso grandissimo sulla sua faccetta cinesoide troppo pallida per il luogo rivierasco. Lui ha fatto appena in tempo a rimettere la CZ nello zaino.

Di Lapo Mazza Fontana

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x