07 Giugno 2025
La trasformazione meteorologica in primavera-estate in effetti quasi non c'era stata, se non per qualche piccola anteprima fugace e seguita da piovosi accenti, laddove lei era andata a svagarsi a qualche bella festicciola, mentre lui era ancora e sempre in viaggio, per lavoro o meno.
Ad una esposizione di scultura contemporanea in un antico maniero situato in un bel borgo medievale, in particolare lei era stata avvicinata da un fascinoso sconosciuto, in maniera completamente assertiva; un classico belloccio con la frangetta di sbieco, la camicia già un pochino sbottonata sul davanti e le scarpe costose ben abbinate alla cintura in tinta, costosa e firmata anche lei. Era stato gentile e le aveva poi offerto uno spritz al bar in piazza, che lei aveva accettato senza maniere civettuole, ma con piacere. Forse era un po' troppo piacione, costui, senza essere veramente granché originale; non esattamente il suo genere, aveva pertanto graziosamente declinato l'invito a cena espresso, ma accettato di dare il suo numero di telefono per altre volte, per lo meno per cortesia.
Nel frattempo il tempo reggeva nel sole tiepidino e nelle pacate nuvolette a spruzzo, suggerendo alcune esistenze di felicità altrui e nel contempo possibili.
Lei quella mattina sentiva la mancanza della migliore gioia di sé stessa e comunque, pur svogliata, volle vestirsi con i suoi jeans Diesel preferiti, le scarpette da Tango in vernicetta rossa e la camicia da uomo vagamente lisa che era riuscita a rubargli un'altra delle poche volte in cui erano finiti a letto insieme, perché la adorava quella cazzo di camicia a righine verde menta. Aveva pensato più volte se tenersela così in un cassetto e tirarla fuori di tanto in tanto o se lavarla in lavatrice e tanti saluti per poi mettersela. Comunque era riuscita a farsela prestare sine die, grazie a quella serata freschina in cui era uscita mezza nuda con una stupida canottiera mimetica e niente altro. Lui si era in verità offerto anche di prestarle un golfino, e lei lo aveva preso, ma poi lei se lo era dimenticato sul sedile dietro della Jaguar, dove avevano proseguito in effusioni anche dopo che lui la aveva riaccompagnata a casa dalla sorella, a una cena comandata con i suoi e con una zia sopravvenuta in ultimo. Mannaggia. Sennò un altro trofeo per lei ci sarebbe stato dentro, e tante grazie.
Che pezzo di merda: lui era sempre così gentile quando erano insieme, per poi darsi alla macchia con palese eccessivo agio.
Ma per quanto inaspettatamente, lui passò a prenderla con la Jaguar, in quel pomeriggio successivo alla esposizione di scultura, con una quasi improvvisata pomeridiana al ristorante, più o meno subito dopo ora di pranzo.
Ti aspetto in macchina
Le scrive
Lei interpreta questa piccola coincidenza della camicia come un marcato segno del destino e si precipita senza alcun sussiego, anzi viceversa con una allegria dissennata fuori dal ristorante della sorella, cercando la Jaguar in tutte le direzioni, mentre fuori la gente ed il traffico si mischia alla sua scena come in un pezzo di film nuovaiorchese. Quando la vede finalmente, affiancata al marciapiede non lontano, ci arriva balzellon balzelloni come una ginnasta romena, se non proprio come una tanguera argentina.
Lui non fa quasi in tempo a vederla che lei ha già aperto la portiera e si è installata sul sedile del passeggero con un microscopico accenno di fiatone, in realtà dovuto ad una emozione più che ai salti. Non dice niente e lo guarda, anche perché lui spende una illuminazione altrettanto gaia, e lei pensa che sia talmente bello, anche se in fondo lo è semmai in parte solo a tratti, a ben vedere, ma non per lei. Lui pensa la stessa cosa, anche se lei è oggettivamente bella, mica come lui, ma lui le trova mille difetti che per altro trova tutti assolutamente e travolgentemente attraenti. Vorrebbe baciarla, ma la immagine di lei radiosissima con lo sfondo, da dietro il finestrino, di tutta una vita di città retrostante e con quella ventata quasi quasi di villeggiatura estivissima non può che farlo sentire come nello stesso film di lei. Quindi rimane lì come un deficiente. Ma lei gli prende al volo le guance con le mani e lo sbaciucchia come se fosse un cane adorabile e paffutissimo, su tutta la faccia e il collo e le spalle, facendogli le pernacchie addosso con la bocca come si fa coi cani pucciosi o coi bambini piccoli e lui chiaramente non può smettere di ridere, e per un momento si dimentica totalmente delle sue bombe e della sua voglia di ammazzare qualcosa e qualcuno, come se fosse veramente vivo e non sedicentemente morto nei suoi tramati rancori.
A quel punto pensa bene di baciarla e almeno lei smette, anche se non subito, di fargli le pernacchie anche in bocca. E lui non riesce a non metterle una mano in mezzo alle cosce, anche se con garbo, vista la pubblica strada ed il viabile passaggio di uomini e di mezzi meccanici. Lei sospira come per un pesante singhiozzo e si dimenticherebbe pure subito di eventuali guardoni, ma lui a questo punto la blocca, agguantandole proprio la coscia come fosse una colonna di chiaro alabastro.
Ci vieni con me, adesso, in Corsica? Ho il traghetto prenotato stasera da Genova. Se vuoi passiamo da te a razzo a prendere un beauty case e le mutandine ma dobbiamo fare in frettissima, sennò non ci arriviamo in tempo. Ho una cosa di lavoro veloce ma possiamo stare insieme. Torniamo dopodomani
Lei mette su una ridda di fossette
Se ti dicessi di no mi picchieresti?
No, semmai ti metterei il broncio.
Allora preferisco essere picchiata.
Però mentre guido niente pernacchie in faccia o altrove sennò arriviamo in ritardo all'imbarco o peggio ci andiamo a schiantare
Allora non se ne fa niente
Ti sei pure fregata la mia camicia. Mi piaceva particolarmente.
Adesso è mia, fottiti
Va bene, ti sta bene
Lo so
Quanto ci metti a mettere tre cose in una borsa?
Ho un tipo norvegese che mi aspetta a casa, ci devo prima scopare un attimo. Mi aspetti di sotto mentre sbrigo?
Ok, ma non più di dieci minuti o addio traghetto
E sennò rimaniamo a Genova. Mi porto il norvegese e scopiamo al porto in tre. Non garantisco sul fatto che non voglia scopare anche te, una volta lì, ormai sti ragazzotti son tutti fluidi, mi sa che lo sai. Fatti i tuoi conti
Un affarone proprio. Se lo sapevo, come si dice al bar sport, non venivo. Ovvero se lo avessi saputo mi sarei affittato una escort polacca.
Sei troppo tirchio, con questa vecchia Jaguar da vecchio barbogio boomer del cazzo, per cacciare fuori i soldi da escort polacche. Costano, lo sai, sì?
Va bene ho capito, prendi sto cazzo di norvegese gonfiabile, prendi chi vuoi però andiamo
Dici che farà freddo sulla nave?
Eh potrebbe essere, sì
Allora la prendo la giacca, ci ha pure la bandierina norvegese!
Scopati pure quella allora! Figa come sei ti sarà grata pure lei, Dio mi salvi. Mettiti la cintura e smettila per favore di tenere la gambe un po' discoste; accavallale, santalamadonna, che altrimenti vado a sbattere prima che arriviamo
Ok, capo.
Lei accavalla le gambe, lui mette in moto e lei guarda prima lui e poi per un istante verso il ristorante e ci sono un sacco di colori.
Di Lapo Mazza Fontana
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