18 Marzo 2024
FONTE: Lapresse
Domani, martedì 19 marzo, è tempo di festa per quasi tutti i papà del mondo per lo meno quelli dei paesi cattolici, dove i padri vengono celebrati fin dal Medioevo in questo giorno che è anche la ricorrenza di San Giuseppe, padre putativo di Gesù. Il culto del padre adottivo si sviluppò fin dal V secolo in alcuni monasteri egiziani e dove fu anche scritta la Storia apocrifa di Giuseppe il falegname e dove la sua festa fu fissata al 20 luglio per il calendario copto.
Poco alla volta il culto di questo santo si diffuse anche intorno alla casa di Giuseppe sin dal VI secolo e durò fino al termine dell'Alto Medioevo. La ricorrenza festiva del 19 marzo apparve per la prima volta nell'anno 800 in un martirologio gallicano scritto da Rheinau, con il nome di Ioseph sponsus Mariae (Giuseppe sposo di Maria). La scelta di questa data a ridosso della festa dell'Annunciazione è probabilmente dovuta a una confusione con il nome di un martire di Antiochia chiamato Giuseppe o Giosippo, già celebrato il 19 marzo. La festa del papà è spesso accompagnata dalla consegna di un regalo da parte dei figli al proprio padre. Già nel 1871 la Chiesa Cattolica aveva proclamato San Giuseppe (festeggiato il 19 marzo) protettore dei padri di famiglia e patrono della Chiesa universale. Così spiegava papa Leone XIII: "In Giuseppe hanno i padri di famiglia il più sublime modello di paterna vigilanza e provvidenza; i coniugi un perfetto esemplare d’amore, concordia e fedeltà coniugale; i vergini un tipo e difensore insieme della integrità verginale. I nobili imparino da lui a conservare anche nella avversa fortuna la loro dignità e i ricchi intendano quali siano quei beni che è necessario desiderare. I proletari e gli operai e quanti in bassa fortuna debbono da lui apprender ciò che hanno da imitare".
Colui che genera un figlio non è ancora un padre, un padre è colui che genera un figlio e se ne rende degno.
Non è la carne e il sangue, ma il cuore che ci rende padri e figli.
I padri devono sempre dare, per essere felici. Dare sempre, l’esser padre sta in questo.
Non esiste nessun regalo che possa valere quello che tu vali per me. Ecco perché ho pensato di non fartelo! Non arrabbiarti… Ti auguro comunque una fantastica Festa del Papà.
Si dice che la mela non cada mai lontano dall’albero. Speriamo, perché un giorno vorrei diventare una persona come te. Tanti auguri papà!
Ricordo ancora tutte le lezioni e tutte le cose buone che hai portato nella mia vita. Non importa quanto tempo sia passato, per me resti sempre un punto di riferimento. Sei il migliore!
Papà, sei la prima persona a cui penso quando ho una domanda o quando ho bisogno di un consiglio. Grazie per esserci sempre. Buona Festa del Papà!
In Italia, vista la vasta varietà di dolci, non ne esiste uno tipico per tutti i papà, ma cambia di regione in regione anche se alla base quasi tutti hanno creme e/o marmellate, con pasta choux. A Roma ci sono i Bignè di San Giuseppe e vengono preparati fritti, anche se ultimamente si è diffusa la cottura al forno. Mentre a Napoli prende il nome di zeppole di San Giuseppe. Secondo la storia dopo la fuga in Egitto, con Maria e Gesù, san Giuseppe dovette vendere frittelle per poter mantenere la famiglia in terra straniera. Sono fatte di pasta choux, fritte o al forno, e sono ricoperti di crema pasticcera e marmellata di amarene. In Toscana e in Umbria si festeggia con la frittella di riso, preparata con riso cotto nel latte e aromatizzato con spezie e liquori e poi fritta.
In Emilia-Romagna il dolce tipico della festività è la raviola, fatto di pasta frolla o pasta di ciambella avvolto da una cucchiaiata di marmellata, crema o altro ripieno, poi cotta al forno o fritta. Mentre in alcune regioni del centro Italia, Toscana, Umbria e Lazio, c'è una variegata scelta di dolcetti fritti, a base di riso cotto nel latte a cui si possono aggiungere a piacere vin santo, uva passa o canditi e vengono chiamati frittelle. In Molise, il dolce per la festa del papà è il calcone di San Giuseppe. È un dolce fritto, composto da una pasta sfoglia molto delicata e un ripieno particolarmente vellutato. La sua particolarità sta proprio nella farcitura, composta da: ceci, miele e/o zucchero ed essenza di cannella o di vaniglia o di cedro. In Sicilia sono presenti diversi tipi di dolci che accompagnano questa festività, uno di questi sono le sfinci di San Giuseppe; inoltre, tipici della tradizione catanese e diffusi in tutta l'isola, sono i dolci fritti a forma di tocchetti o bastoncini a base di riso, aromatizzati con buccia d'arancia e miele, noti come zeppole o crespelle di riso.
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