03 Dicembre 2022
fonte: pixabay
Il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, mi sono operata per rimuovere il cancro. Nella stanza preoperatoria, due giovani specializzandi non sono riusciti a trovare le mie vene per inserire l'ago e mi hanno fatto molto male. Dopo 3 tentativi ero così nervosa, spaventata, e "fuori di me" che gli infermieri e gli stessi specializzandi mi hanno minacciato di posticipare o addirittura annullare l'intervento. A quelle parole intimidatorie - che ho trovato assolutamente violente - ho raccolto la mia "non razionalità" e ho urlato a squarciagola chiedendo l'aiuto dell’anestesista e del medico chirurgo i quali sono venuti e mi hanno ascoltato con molta pazienza. Qualcun’altro ha cercato di trovare una buona vena ma invano e solo dopo la mia disperata supplica, hanno tutti convenuto con me a usare il mio pic port della chemio, cosa che però ha richiesto un ulteriore slittamento di 20 minuti alla pianificazione degli interventi per andare a recuperare l'ago appropriato da un'altra unità del Ospedale. L'intervento è stato quindi ritardato di 40 minuti, la maggior parte dei quali risultati in un incubo per la mia ansia perché a quel punto tutti quegli operatori sanitari hanno cominciato a lamentarsi del ritardo del programma chirurgico dovuto alla mia mancanza di autocontrollo. ( senza riconoscere che a causarmi tale stato di confusione era la loro mancanza di tatto e la loro assurda inefficacia nel trovarmi una vena buona). Tutto questo mentre ero nuda come un verme perché una dottoressa mi disegnava la parte su cui operare e di conseguenza tremavo come una foglia al vento per la temperatura gelida della sala operatoria. Un altro trauma da aggiungere alle mie procedure chirurgiche quando a mettermi l’ago sono persone poco sensibili. (Le mie vene sono davvero piccole e facilmente fragili). Non lo auguro al mio peggior nemico.
Mi sono svegliata con la voce dolce di mio marito che chiedeva di me a un'infermiera. Stavo sognando di essere stata ferita su un campo di battaglia inerme tra sangue e fango freddo e ho alzato disperatamente la mano sperando di essere riconosciuta da mio marito, cosa che ha fatto nella realtà e mi sono svegliata.
Una volta completamente sveglia ero furiosa per gli abusi a cui a cui avevo dovuto arrendermi, ironia della sorte proprio il giorno in cui si sensibilizzava per combattere gli abusi sulle donne.
Orgogliosa del mio approccio femminile alla vita e convinta della mancanza di benevolenza nella maggior parte degli uomini verso le donne ansiose, sono andata online per verificare se le mie convinzioni fossero giuste. Ho trovato un bel test sull'intelligenza emotiva e credendo di essere una persona dall’intelligenza emotiva spiccata ho fatto il test. Il risultato è stato illuminante, sembra io sia poco intelligente a causa del mio essere troppo impulsiva! Che cosa ? Non riuscendo a farmene una ragione sono andata su altri siti web. Per tutti il risultato era lo stesso: Non uso le mie emozioni in modo razionale.
Che cosa ? Seppure fosse così, e ci posso anche stare, non posso comunque accettare di essere giudicata e maltrattata per questo. Primo, questi test sono concepiti dall'uomo, ne sono istintivamente sicura (ragazze mie fatevi strada, non lasciate tutto lo spazio agli uomini);
secondo, ho il diritto di essere originale, unica, appassionata, stravagante, impulsiva e …… fragile;
terzo, ho il diritto di essere ansiosa se non spaventata o in preda al panico se sono sotto pressione o se sto soffrendo;
quarto, ho il diritto di essere un essere umano NON perfetto.
Aggiungo che se fossi perfetta le persone intorno a me non avrebbero mai bisogno di esprimere quotidianamente compassione, amore, tolleranza, accettazione, gentilezza … .. e viceversa.
Dovremmo essere tutti come robot? uno psichiatria italiano dice che quando la donna usa contemporaneamente istinto e irrazionalità viene poi accusata di essere pazza, “sei pazza” e solo perché l'uomo non può accettare ciò che non può capire. Sbaglio se dico che questi test tendono ad affermare che solo le personalità veramente razionali (di solito qualità maschili) sono perfette? Oppure, con un ragionevole dubbio - che cerco sempre di avere - mi sbaglio e devo accettare che diventeremo tutti un unico genere robotico?
Di Anna Maria Smiraglia
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