Sabato, 06 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Il freddo fascino del male che cattura e uccide: l'assassino di Giulia mieteva vittime che lo amavano

La madre del primo figlio, vittima delle sue bugie; la ventitreenne che abortisce per lui; Giulia, incinta di 7 mesi, che scopre la verità e innesca la furia omicida del barman. Come riconoscere un impietoso narcisista manipolatore, soprattutto se è violento, e come difendersi? E' bene riflettere.

02 Giugno 2023

bbb

https://www.rainews.it/cropgd/414x237/dl/img/2023/06/01/1685602650397_BeFunkycollage.jpg

La vicenda

Lui si chiama Alessandro, lei si chiamava Giulia. Due nomi 'normali' come normale sembrava la loro vita assieme: una casa in cui convivere, un bimbo in arrivo e due genitori giovani di bell'aspetto, soprattutto la futura mamma. Lui ha un'altra, che ha 6 anni in meno della fidanzata, con la quale ha in comune l'essere rimasta incinta, ma, all'inizio dell'anno in corso, abortisce: lui vuole così (forse anche lei, ma, di sicuro, lui ha un peso nelle scelte di coppia, anche, con la giovanissima). La ragazza scopre, da delle foto sul cellulare di lui, che la fidanzata che lui asseriva di voler lasciare, in verità, era vicina a mettere al mondo un figlio e lo attacca. Lui, con la freddezza del narciso, le dice che il bimbo non è suo e costruisce un test di paternità finto per dimostrarglielo, ma la numero due non si fida e cerca la numero uno per parlarci. Poi, decidono di vedersi e, a quell'incontro chiarificatore, invitano lui, che, però, non si unisce a loro. La sera del 27 maggio u.s., quando Alessandro chiama la ventitreenne con la notizia che la sua fidanzata se n'è andata e lui è libero, Giulia è già morta. Tiene il corpo in casa per giorni, cerca di bruciarlo nella vasca da bagno, segue maldestramente le indicazioni trovate sul web su come farlo sparire cancellando ogni traccia e, alla fine, rinuncia e lo getta come spazzatura in un punto nemmeno lontano da casa. Va al lavoro, come niente fosse. Poi, telefonerà alla ex chiedendole di vedere il figlio di 8 anni e cercherà di salire in casa dalla ventitreenne, ma, per fortuna, entrambe gli daranno picche, forse salvandosi la vita. La prima a mettere in allarme la famiglia di Giulia sarà proprio 'l'altra'. A quel punto, per lui le ore sono contate. La sua versione dei fatti farà acqua da tutte le parti, come si intuisce, anche, dalla puntata del giorno prima l'arresto di "Chi l'ha visto".

Parco delle groane. Fonte: https://live.staticflickr.com/6027/5923813042_b3a74802cf_b.jpg

Il narciso assassino

Pentimento? Nessuno. E' un pluriomicida, è l'assassino di Giulia, 29 anni, e Thiago, 7 mesi, uccisi con 2-3 coltellate in casa. Ha ucciso intenzionalmente, freddamente, gratuitamente, anche se dalle ultime decisioni del gip senza premeditazione. Perché? Perché il suo castello di menzogne stava sfracellandosi, ma, forse, ancor più, perché sentirsi padrone temuto delle vite altrui lo esaltava, come la droga che si comprava o come quando diceva, mentendo, di conoscere "la gente che conta". Alessandro Impagnatiello lavorava all'Armani Bamboo Bar dell’Armani hotel di Milano: il locale ha chiuso i battenti per un giorno. Il Gruppo Armani ed Emaar Properties PJSC ha espresso in una nota il proprio cordoglio e la vicinanza alla famiglia di Giulia Tramontano, specificando che "Fatti del genere non sono tollerabili in una società civile. Episodi come questo non possono e non devono verificarsi, mai”.

Il Narciso di Michelangelo. Fonte: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/4/41/Michelangelo_Merisi_da_Caravaggio_-_Narcissus_-_WGA04109.jpg

Domande per riflettere

Perché un ometto così ha affascinato tante belle donne disposte ad amarlo? Perché i segnali che avrà dato non sono stati sufficienti per metterle in guardia? Perché non hanno ritenuto di valere di più e potere avere di meglio sul lato umano e affettivo? Non dimentichiamoci che la freddezza mostrata in fase di confessione lui l'avrà espressa in tante altre occasioni. Perché Giulia è morta? Secondo il procuratore aggiunto Letizia Mannella "mai andare all'incontro della spiegazione", ma perché questa dovrebbe essere la soluzione? Perché se una viene uccisa da uno si parte dal motivo e da quello che lei non avrebbe dovuto fare? Perché non si prova ad andare alla radice e a chiedersi come sia possibile che un soggetto del genere, un soggetto come Impagnatiello, non venga identificato in tempo? Perché la pena inflitta - e sono innumerevoli i casi da portare ad esempio - è sempre più ridotta (per un omicidio a sangue freddo volontario!) o ammorbidita per buona condotta? Non è forse vero che c'è troppa violenza incontrollata nelle città, sui treni, fra le mura domestiche e che c'è pochissima polizia, per esempio, di quartiere? Le donne, che sono sì il sesso debole fisicamente parlando, vivono in una società maschilista, non è forse vero? Perché la maggior parte delle volte ad uccidere la persona 'amata' è un uomo e non una donna? Si pensi al recentissimo caso del poliziotto che ha ucciso una sua collega dopo che questa si era riavvicinata al marito. Perché non siamo abbastanza difese dalle forze dell'ordine e dai cittadini stessi?

Le domande sono infinite e le riflessioni altrettante, mentre le risposte restano incerte. Forse bisognerebbe inserire, fra le materie obbligatorie di studio, l'insegnamento delle dinamiche emozionali nelle relazioni e, così, sperare di mettere le basi per delle generazioni maschili e femminili più consapevoli, meno aggressive e in grado di difendersi da chi vuol loro male.

Conclusione

particolare della vittima.

La "normalità" (Impagnatiello era incensurato e si presentava come un ragazzo con un lavoro e una vita nella norma, seppure con qualche bugia di troppo) che uccide spaventa, perché non è prevedibile. Tuttavia, il comportamento di una persona dice molto della sua personalità, quindi vale la pena osservarlo, specie se è colui o colei con cui siamo in coppia.

Nella società maschilista, però, certi comportamenti prevaricatori sulle donne rendono a queste ultime assai difficile agire. Qualche esempio: se è socialmente accettato che un uomo maltratti la sua donna, perché "rompe i c...", è difficile che lei possa essere così forte da farsi rispettare, perché si sentirà sola; se ancora stiamo a guardare come è vestita una donna che cammina per strada, ritenendola eventualmente colpevole di avere attratto un violento dell'altro sesso, siamo davvero molto indietro. La mentalità maschilista è molto diffusa e, cosa incredibile, non solo fra gli uomini.

Arrivare a riconoscere i segnali di chi ci vuol male e non bene è il primo passo per la propria incolumità affettiva (e, talvolta, per salvarci la vita). Un libro utile è "Manuale d'amore, come costruire una relazione intensa e felice" di Barbara Majnoni (giornalista) e Elisabetta Notaro (psicologa), intervistate lo scorso novembre: https://www.ilgiornaleditalia.it/news/cultura/428467/un-manuale-d-amore-per-tutti-psicopatici-esclusi-i-segnali-per-riconoscerli-e-i-consigli-per-amare-in-modo-sano.html.

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x