Martedì, 18 Novembre 2025

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Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Amburgo: viaggio alla scoperta della metropoli anseatica tra arte, sostenibilità e memoria

Musica, luce e innovazione: l’Elbphilharmonie, il design organico del The Fontenay, il Bunker rinato come hotel e il futuro UBS Digital Art Museum

18 Novembre 2025

Per i tedeschi è la città più bella della Germania ma Amburgo è un mondo a sé: una città-stato (senza un proprio castello) che la rende un unicum dal resto del Paese, con un DNA e una personalità ben definiti, un po' di Amsterdam, Londra e Berlino messe insieme. Quando chiedevano al grande stilista Karl Lagerfeld: “Si sente più francese o tedesco?” lui, nato sulle rive dell’Elba nel 1933 rispondeva orgogliosamente “sono di Amburgo!”.  Città pionera in vari campi - qui nacquero la prima banca e la prima borsa d’Europa – pur non riuscendo a mantenere i primati conquistati, ha tuttavia costruito una fortuna sulle acque pulitissime dei suoi fiumi: l’Elba per fare soldi, l’Alster per spenderli, mentre il mare è a 110 km di distanza. Oggi, con i suoi 2 milioni di abitanti e un’estensione nove volte la vicina Copenaghen, Amburgo non è solo il porto più grande della Germania. L’essere attraversata da oltre 2 mila canali - più di Venezia e Amsterdam — la rende una città “liquida e in costante evoluzione, da secoli proiettata verso il mondo attraverso il suo immenso scalo marittimo, fonte di ricchezza e cosmopolitismo. 
Amburgo non è però solo acciaio e container: è una città elegante e discreta, da culla dell’Illuminismo a capitale dei musical, dove la modernità convive con il gusto borghese per la cultura e l’understatement. È in questo equilibrio che coesistono realtà e quartieri molto diversi, dai docks di HafenCity ai vicoli di St. Pauli, dalle ville sul fiume di Blankenese ai caffè creativi della Sternschanze in un contrappunto di acqua e verde, quello brillante dei parchi come il Planten un Blomen, il polmone più esteso della città.

HafenCity: il futuro disegnato sui canali

Dove un tempo attraccavano i mercantili e si stoccavano le merci oggi sorgono edifici di vetro e ponti sospesi. HafenCity è la nuova dimensione urbanistica di Amburgo: un progetto pionieristico che ha trasformato i magazzini in mattoni rossi della Speicherstadt oggi patrimonio Unesco - uno di questi ospita il Museo delle Miniature, al primo posto tra le attrazioni da visitare in Germania - in un distretto vibrante e sostenibile. L’area è lunga solo 3 km e mezzo e in 10 minuti a piedi si raggiungono tutte le zone centrali della città. Il suo simbolo è l’Elbphilharmonie, firmata dallo studio Herzog & de Meuron: una gigantesca vela di cristallo appoggiata, come un cappello, su un basamento industriale (per un’altezza complessiva di 110 mt) dove si depositavano un tempo cacao, té e tabacco. All’interno, la “Grande Sala” è un miracolo di acustica e design, capace di accogliere oltre duemila spettatori in una spirale di legno e luce. Diecimila pannelli di malta realizzati al computer rivestono come un alveare le pareti, anche la tappezzeria delle sedute ha un funzione acustica e nel concept “sociale” del progetto tutti i posti sono lontani non più di 21 metri dal palcoscenico che appare come un’appendice naturale della platea. Visitare e assistere a un concerto nell’Elbphilharmonie è un’autentica esperienza: l’accesso avviene da un ingresso quasi secondario con le scale mobili che conducono lentamente il visitatore in un viaggio immersivo fino al piano denominato Plaza, aperto a tutti (anche i non possessori di biglietto). Le vetrate sono coperte da un rivestimento argentato che conferisce alla facciata l’aspetto ondulato e cangiante adattandosi ai cambiamenti di luce e meteo. Lungo la terrazza circolare che cinge l’edificio a 360°, la città si disvela in tutta la sua originalità di giorno e di notte. Intorno HafenCity, il quartiere-simbolo dello sviluppo urbanistico cresce tra ponti, canali e spazi pubblici verdi, incarnando la filosofia di Amburgo: innovare senza mai tradire l’acqua da cui tutto nasce.

The Fontenay: il lusso nella natura

Sulle rive tranquille dell’Aussenalster, uno degli affluenti dell’Elba, sorge l’Hotel The Fontenay, un capolavoro di architettura organica in stile modern classic firmato dall’architetto Jan Störmer. Pensato come "hotel nel parco" si sviluppa in tre cerchi intrecciati che si aprono alla luce e al paesaggio, fondendo natura e design in un’unica esperienza sensoriale. Nessun angolo, solo curve morbide e superfici vetrate che riflettono il lago e il cielo. Parquet italiani in quercia, pareti in marmorino lucidate a mano, tonalità sabbia e turchese che richiamano i riflessi dell’acqua: ogni dettaglio celebra la leggerezza nordica e la calma interiore. Al Parkview, il ristorante dell’hotel affacciato nel bosco, lo chef Stefan Wilke interpreta la cucina stagionale con un’eleganza cosmopolita; al settimo piano il Lakeside, due stelle Michelin, propone le creazioni luminose di Julian Stowasser e la curatela enologica della Master Sommelier Stefanie Hehn, tra le più giovani in Germania. Quando il sole cala dalla terrazza panoramica del Fontenay Bar Amburgo si accende, l’Elbphilharmonie brilla in lontananza e l’Alster riflette le sagome degli edifici. Nei suoi mille mq la Fontenay Spa al sesto piano, con piscina a sfioro lunga 20 mt affacciata sul fiume, propone trattamenti di clean beauty ad alta efficacia scientifica e una sauna panoramica.
Il proprietario Klaus-Michael Kühne, re della logistica ha investito 100 milioni di euro per realizzare questo nuovo simbolo cittadino. Inaugurato nel 2018, dopo 4 anni di lavori, è stato il primo cinque stelle lusso aperto ad Amburgo nell’arco di diciotto anni, l’unico della prestigiosa collezione The Leading Hotels of the World. Kühne lo ha definito “una piccola Elbphilharmonie” di cui è socio fondatore e finanziatore. L’hotel utilizza energia rinnovabile, materiali naturali e collabora con produttori locali.

Il Bunker verde di St. Pauli: la memoria si fonde con la modernità

Nel quartiere di St. Pauli accanto alla Reeperbahn - il quartiere a luci rosse - alla fermata della metro Feldstrasse svetta una massa di cemento grigio, il Bunker St. Pauli, costruito nel 1942 come rifugio antiaereo, oggi uno degli edifici più innovativi d’Europa. Sulle sue mura spesse tre metri e sulle terrazze a gradoni si arrampicano oltre 4.700 piante, alberi e arbusti trasformandolo in un giardino verticale che respira con la città, il più grande rooftop della Germania. Al suo interno è nato il Reverb by Hard Rock Hotel, uno spazio giovane con bar panoramici e una vista che abbraccia tutta la città e su cui campeggia da ogni prospettiva l’antenna della televisione. È il simbolo della nuova filosofia urbana: trasformare l’archeologia del passato in architettura viva del presente, la memoria grigia in dinamismo.  Karolinstrasse, Schulterblatt, Marktstrasse sono le strade dello shopping con negozi indipendenti di abbigliamento, librerie e boutique alternative. Nel distretto storico Mitte, la Peterstrasse ospita invece piccoli musei dedicati ai grandi compositori che hanno vissuto ad Amburgo: Mahler, Mendelssohn, Brahms.

L'Elbtunnel: un viaggio nel ventre della città

A pochi passi dal porto un ascensore scende di ventiquattro metri fino al Vecchio Tunnel dell’Elba (Alter Elbtunnel), inaugurato nel 1911. Lungo 400 mt, rivestito di maioliche bianche e profondo da 20 a 150 mt sotto il livello dell’aqua, serviva come collegamento pedonale per gli operai che andavano a lavorare sull’isola di fronte. Oggi ha anche una pista ciclabile ma bisogna fare attenzione alle biciclette che sfrecciano tra i pedoni.

Dalla città dei magazzini al regno dei Beatles

Se HafenCity rappresenta il futuro, St. Pauli incarna il mito. Qui, negli anni Sessanta quattro ragazzi di Liverpool - i Beatles - suonavano nei club della Grosse Freiheit affrontando lunghe notti e pubblici difficili. Al Kaiserkeller e allo Star-Club nacque la loro identità artistica. “Sono nato a Liverpool ma sono diventato adulto ad Amburgo” amava ripetere John Lennon. Oggi la Beatles Platz - a forma di vinile - e un piccolo museo ne celebrano la memoria in un quartiere che continua a vibrare di musica e libertà.

Kunsthalle: il tempio dell'arte

A pochi passi dal Binnenalster, la parte meridionale del lago artificiale Alster, sorge la Hamburger Kunsthalle, una delle pinacoteche più importanti della Germania. Tre edifici collegati raccolgono otto secoli d’arte: dal Romanticismo di Caspar David Friedrich agli impressionisti francesi. È un museo che riflette l’essenza di Amburgo: la luce del Nord, la profondità del sentimento, l’incontro tra natura e spirito. Uno dei quadri più famosi ma forse meno valorizzati è “Il viandante sul mare di nebbia” di Friedrich, apparso recentemente sulla copertina dell’ultimo libro di Vittorio Sgarbi "Il cielo più vicino, la montagna nell'arte". 

Amburgo dall'acqua: crociere sull'Elba e sull'Alster

Per capire davvero Amburgo bisogna osservarla dall’acqua. Le crociere sull’Elba attraversano il porto tra navi e gru, mentre le piccole imbarcazioni sull’Alster scivolano tra giardini e ville, offrendo una prospettiva poetica sulla città. In estate, canoe e kayak si mescolano ai cigni e alle vele bianche mentre al tramonto l’acqua si accende di rosso e la città sembra galleggiare tra cielo e riflesso.

Il futuro digitale: arte in movimento

Nel 2026 HafenCity accoglierà l’UBS Digital Art Museum, destinato a diventare il più grande museo europeo dedicato all’arte digitale e immersiva. Fondato da Lars Hinrichs sarà un faro sulla scena culturale internazionale. Cuore del progetto la mostra permanente teamLab Borderless, famoso collettivo di Tokyo per la prima volta in Europa. Su 6.500 mq di superficie distribuiti in 20 sale alte oltre dodici metri, il museo offrirà esperienze sensoriali totali: proiezioni, suoni, profumi, luci e installazioni che reagiscono ai movimenti dei visitatori dissolvendo i confini tra arte e realtà. Le opere del collettivo giapponese, pioniere dell’arte immersiva, invitano a un viaggio multisensoriale dove l’osservatore diventa parte del processo creativo. Oltre all’esposizione permanente il museo ospiterà mostre temporanee di artisti digitali internazionali, un programma educativo con workshop, panel e talk, all’interno di un’architettura sostenibile che utilizza oltre il 70% di calcestruzzo a basse emissioni di CO₂. Il cantiere è in corso, sono attesi 700.000 visitatori l’anno e già sono stati venduti 10 mila biglietti. Sopra l’edificio sorgeranno anche abitazioni per studenti e giovani professionisti, simbolo di un’arte che non si isola ma si intreccia con la vita quotidiana. L’UBS Digital Art Museum sarà il nuovo cuore pulsante di HafenCity, un luogo dove tecnologia e umanesimo si incontrano e dove la luce diventa nuovo linguaggio contemporaneo.

https://www.germany.travel/en/home.html

https://www.hamburg-travel.com/

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