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Mario Giacomelli. Il fotografo e il poeta: mostra al Palazzo Reale di Milano, arte pittorica e letteraria in bianco e nero

Dal 22 maggio al 7 settembre 2025, nel primo Centenario dalla nascita di Mario Giacomelli, in mostra a Palazzo Reale oltre 300 opere fotografiche originali tra vintage e stampe d’epoca, documenti e materiali d’archivio

21 Luglio 2025

In occasione del centenario dalla nascita di Mario Giacomelli, Palazzo Reale ospita una vasta retrospettiva dedicata al grande maestro della fotografia italiana, con oltre 300 opere originali tra vintage e stampe d’epoca, integrate da documenti e materiali d’archivio La mostra è curata da Bartolomeo Pietromarchi e Katiuscia Biondi Giacomelli, nata in stretta collaborazione con l’Archivio Mario Giacomelli, e si inserisce nell’Olimpiade Culturale verso Milano-Cortina 2026 .

Il percorso si articola in sale tematiche ispirate alla poesia: ogni serie fotografica nasce da versi celebri, trasformando le immagini in narrazioni visive liriche Tra le sezioni:

  • "Per poesie" (‘60‑’90) e "Favola" (1983‑84), introducono l’approccio compositivo di Giacomelli
  • Un’evocativa sezione su L’Infinito di Leopardi (1986‑90) e Presa di coscienza sulla natura (1976‑80), dove paesaggi ricoprono temi contemplativi
  • "La serie Bando" (1997‑99), ispirata a Sergio Corazzini, con immagini che evocano rinascita e ritualità
  • "Io non ho mani che mi accarezzino il volto" (1961‑63), titolo e soggetto da Turoldo: fotografie di giovani seminaristi cariche di tensione spirituale e umana, tra sacro e profano
  • Le sezioni dedicate all’amore e memoria, con "Passato" (Cardarelli) e "Caroline Branson / Spoon River", dense di sovrimpressioni e simboli visivi
  • Collaborazioni con Francesco Permunian: “Il teatro della neve” e “Ho la testa piena, mamma” per un confronto immagine‑verso molto intimo
  • Maturità fotografica in opere come "Ninna nanna" (Adams) e "Felicità raggiunta, si cammina" (Montale), piene di silenzio e sintesi emotiva
  • Infine, “Il canto dei nuovi emigranti” (1984‑85), dedicata alla Calabria e al legame dell’artista con la sua terra natale

A completare l’esperienza, una sala immersiva con voce e immagini, la ricostruzione della camera oscura di Giacomelli e pannelli con poesie scritte dall’artista stesso e materiali biografici.

La mostra offre un’esperienza multidisciplinare intensa: ogni immagine è pensata come un verso, ogni serie come una composizione poetica. Giacomelli non è solo fotografo ma interprete della visione lirica, capace di attraversare pittura, scultura, poesia e fotografia in una sintesi personale molto originale.

Un consigliato percorso espositivo da non perdere in queste calde giornate milanesi, per tutti quelli che credono che la Poesia vera non ha tempo.

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