09 Novembre 2021
Il racconto fotografico del “gasdotto invisibile”, l’infrastruttura energetica di Snam che attraversa l'Italia rispettando i territori e collegando le comunità. È questo il soggetto della mostra “The Thin Line” dell’artista Giada Ripa, promossa dalla società di infrastrutture energetiche e aperta al pubblico alla Fabbrica Sassetti di Milano a partire dal 9 novembre.
Al centro del racconto c’è proprio la rete di Snam, che si articola per oltre 32mila km lungo la penisola trasportando oggi gas naturale e in futuro sempre più gas rinnovabili come biometano e idrogeno. Le fotografie esposte ripercorre l'esplorazione visiva di 4mila chilometri di gasdotto, dal confine con l’Austria in Friuli Venezia-Giulia alle rive del Mediterraneo di Mazzara del Vallo, passando per autostrade, percorsi turistici, foreste, parchi, fiumi e “oasi naturali” d’Italia.
L’esposizione, curata e allestita da un team coordinato da Pippo Ciorra con la collaborazione dell’architetto Luca Di Lorenzo Latini, sarà ospitata dalla Fabbrica Sassetti (via Sassetti 31), ex edificio industriale nel quartiere Isola di Milano, fino al 5 dicembre 2021. Ad accompagnare il progetto anche un libro realizzato da Giada Ripa e pubblicato dalla casa editrice 5 Continents Editions (www.fivecontinentseditions.com).
La mostra comprende circa 15 lavori di grande formato più un ampio corredo di materiali: documentari, video, mappe e testi. Gran parte delle opere fotografiche sono sospese nello spazio principale, al piano nobile del vecchio edificio industriale, creando una condizione di contrasto armonico con il carattere “delabré” dell’ambiente. Sulle pareti intorno al corpus centrale delle foto prende vita un dialogo a tre voci tra le immagini, i documenti archiviati e le interviste ai testimoni. Tra gli altri materiali, un video documentario riassume l’intero progetto contribuendo a ricostruire l’atmosfera dei luoghi e degli incontri vissuti.
Il passaggio dell’infrastruttura viene descritto come un’occasione di restauro del paesaggio. Le voci dei protagonisti e i documenti raccolti raccontano le microstorie dei luoghi e chiariscono come la “linea sottile” si inserisca senza traumi nei contesti che attraversa. Con il suo lavoro, Ripa offre al visitatore gli strumenti per accedere allo spazio nel quale si incontrano l’attenzione estetica e la tensione etica che devono accomunare oggi l’impegno dell’artista, del cittadino e delle grandi aziende energetiche.
Lo sguardo di Giada Ripa vuole testimoniare, come racconta il curatore e architetto Pippo Ciorra, “una coesistenza paradossale e virtuosa che fa sì che una rete veloce riesca a trarre vantaggio da un’efficienza radicata nella lentezza. La lentezza del paesaggio, calmo e riflessivo, e quella dei suoi abitanti, in gran parte umani ma in qualche caso anche rappresentanti eccelsi del regno animale”.
Il fulcro dell’esposizione trova così conferma in una celebre frase dello scrittore Eugenio Turri: “Il paesaggio non è soltanto, come lo intendono i geografi, lo spazio fisico costruito dall’uomo per vivere e produrre, ma anche il teatro nel quale ognuno recita la propria parte facendosi al tempo stesso attore e spettatore”.
La mostra, promossa da Snam, ha ingresso gratuito e resterà aperta al pubblico tutti i giovedì e venerdì, dalle 16:00 alle 20:00, e il sabato dalle 10:00 alle 18:00. Sarà inoltre possibile prenotare visite su appuntamento per gli altri giorni della settimana.
VIDEO-Snam, Rutigliano: "Il nostro gasdotto sostenibile in futuro trasporterà idrogeno e biometano"
"Abbiamo intrapreso questa iniziativa circa quattro anni fa. Volevamo valorizzare quello che Snam ha fatto fin dall'inizio. tracciando un'infrastruttura perfettamente integrata con il territorio". Così a Il Giornale d'Italia Patrizia Rutigliano, Executive Vice President Institutional Affairs, ESG, Communication & Marketing di Snam, durante l'inaugurazione della mostra fotografica "The Thin Line", che racconta il percorso attraverso l'Italia del gasdotto sostenibile costruito dall'azienda di infrastrutture elettriche.
"Un tempo ha dato il via all'industrializzazione dell'Italia e un domani, grazie all'innovazione tecnlogica, trasporterà un vettore come l'idrogeno. Si tratta di un progetto culturale ma anche sociale poiché con l'artista Giada Ripa abbiamo valorizzato tutte le persone che vi hanno partecipato, come i cercatori d'oro.
Questo gasdotto è un percorso industriale, il più lungo d'Europa. Noi abbiamo una rete presente su tutto il territorio e, in Italia, sta raggiungendo la possibilità di trasportare non solo metano ma anche biometano e idrogeno. Si tratta quindi di un asset strategico per l'innovazione e la trasformazione della politica industriale.
Il mix giusto nell'integrazione tra le fonti rinnovabili è molto importante. Noi di Snam riteniamo che il mondo dell'elettrico, quindi la parte che riguarda gli elettroni e le molecole, e il mondo dei green gas non possa che coesistere perché ci sono esigenze che vengono soddisfatte da fonti differenti. Stiamo lavorando molto sui grandi settori industriali e sulla mobilità. Tutto questo richiede una complementarietà delle varie fonti energetiche. Questo equilibrio sta emergendo anche a livello europeo"
"Il gasdotto di Snam mi ha permesso di fare un viaggio di 4mila chilometri lungo l'Italia ed è stata un'investigazione di come è il territorio oggi, dal Friuli alla Sicilia". Così a Il Giornale d'Italia Giada Ripa, fotografa e creatrice della mostra "The Thin Line", che racconta il percorso attraverso l'Italia del gasdotto sostenibile costruito dall'azienda di infrastrutture elettriche.
"È stata la scusa per visitare e raccontare parchi, oasi, mari, fiumi e tutti i luoghi che sono stati aperti per la costruzione ma poi riportati esattamente al loro stato originale. Ho voluto testimoniare che in questo settore esiste il rispetto dell'ambiente, soprattutto, raccontare gli abitanti di questi territori non molto conosciuti e come hanno vissuto la costruzione di questo acquedotto.
Le fotografie esposte in questa mostra sono state poi raccolte in un libro insieme a interviste, mappe, diari e ritratti. Alcuni di questi paesaggi sono stati addirittura migliorati dopo la costruzione del gasdotto e il miglioramento è stato raccontato nelle interviste. Ho parlato, ad esempio, con cercatori d'oro del Ticino e direttori di orti botanici.
È stata quindi un'investigazione positiva e un monito a vedere i segni di speranza. Il problema dell'ambiente non si risolverà in un giorno, ma i grandi protagonisti dell'industria possono dare il loro contributo in questa direzione".
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