06 Dicembre 2023
"Mi definiscono il Marchese bipartisan, perché nel mio Palazzo si alternano eventi di esponenti di tutto l’arco parlamentare, ma i politici che hanno lasciato un segno nel mio cuore sono stati senza dubbio Silvio Berlusconi, che ho avuto ospite moltissime volte, anche quando era presidente del Consiglio, e Fausto Bertinotti, con cui con- dividevo l’amicizia con Mario D’Urso». Giuseppe Ferrajoli, Marchese di Filacciano, siede su un divano al piano nobile del palazzo che nel 1850 la sua famiglia acquistò dai Del Bufalo-Cancellieri, famiglia imparentata con le più antiche casate romane.
Vive qui da quando è nato e ha trasformato l’appartamento di mille e 400 metri quadri, che si affaccia sulla Colonna Antonina (edificata nel 183 d.C.), in un centro molto attivo di eventi, dalle presentazioni di libri ai matrimoni vip. Di fronte si trova Palazzo Chigi, sede del Governo, e di lato Palazzo Wedekind, sede del quotidiano Il Tempo. Il Marchese, che è figlio unico e non si è mai sposato, gestisce anche la tenuta di famiglia in campagna, nel Parco di Veio. Esponente di punta della nobiltà nera papalina, Ferrajoli ha animato la mondanità romana altolocata per molti anni.
Il Marchese ha asssistito a tutti i cambi di Governo della seconda Repubblica «Certo, ma anche Giorgia Meloni è venuta a Palazzo Ferrajoli. Ho una foto di qualche anno fa, in cui il principe Ruspoli le fa il baciamano. Da queste finestre non sfugge nulla, infatti gli ospiti degli eventi spesso si affacciano, nella speranza di veder passare il Presidente del Consiglio di turno. È un grande privilegio vivere qui».
L’edificio, però, non è tutto di sua proprietà «Lo è solo il piano nobile. I miei hanno venduto. Sopra di me, abita il playboy Paolo Pazzaglia. Spesso le feste di cui si favoleggia sono le sue, io partecipo solo come invitato. Sopra ci sono anche le sedi della Regione Friuli Venezia Giulia e della Val d’Aosta. Questi palazzi hanno costi altissimi, pensi solo a quanto spendo di riscaldamento per i miei 1.400 metri quadrati».
«Da giovane giocavo in borsa. Non mi sono laureato. L’allora presidente della Provincia, Enrico Gasbarra, mi convinse a organizzare qualche evento a Palazzo e così, quello che poi sarebbe diventato un vero e proprio lavoro, cominciò con la presentazione dei libri di Giulio Andreotti, che era un amico caro dei miei genitori».
Con maggior piacere ricorda «Tra i matrimoni, quello dell’onorevole Gianfranco Rotondi, con Berlusconi testimone. In realtà, il presidente doveva fermarsi poco, ma rimase tutta la notte, duettando con Peppino di Capri. Tantissimi i politici che utilizzano il mio palazzo per fare gli auguri di Natale a collaboratori e amici, tra questi Ignazio La Russa e, tempo fa, Gianfranco Fini. Ma anche il sindaco Roberto Gualtieri è stato al centro della festa d’auguri voluta dall’assessore Alessandro Onorato. Sono del tutto trasversale e preferisco sempre gli eventi che hanno un motivo solidale o benefico, come quello per raccogliere fondi per l’ospedale pediatrico Bambino Gesù».
Ha anche un incarico dalla casa reale delle Due Sicilie. «Sono delegato per il Lazio dell’Ordine costantiniano di San Giorgio di Sua altezza Carlo di Borbone. Spesso organizziamo pranzi qui da me».
«I più divertenti sono stati gli anni dal 2005 al 2010. Mi sono divertito molto e Silvio Berlusconi ha contribuito con la sua personalità. Interveniva volentieri a ogni evento importante e cantava con Califano e Apicella. Anche Roberto D’Agostino è stato un grande protagonista di quel periodo, con i suoi resoconti. Sì, la vita è cambiata dopo la pandemia: oggi ci si riunisce in pochi nelle case; sono rare le feste con centinaia di invitati».
«Io frequentavo i locali con il principe Orsini, si andava a Cortina e ogni sera c’era una festa. Tutto finito, o quasi... Ora l’aristocrazia ha ripreso a frequentare i circoli come quello della caccia o degli scacchi. Che stanno vivendo un momento d’oro. Anche questi, però, preferiscono cene di 30 persone al massimo».
Non è sempre presente agli eventi. «Sono gli stranieri ad apprezzare particolarmente la presenza del padrone di casa. Vogliono avere la sensazione di essere ospiti del proprietario. Per questo motivo ho allestito anche una camera da letto accanto ai saloni. Desidero che si sentano comodi e a casa».
Con il calo delle feste è diminuito anche il suo lavoro. «È cambiato radicalmente. Ora le conferenze e gli appuntamenti istituzionali sono la maggioranza. Riunioni di imprenditori, presentazioni, consulte dei senatori. Una delle ultime feste importanti è stata quella per il compleanno di Emanuele Filiberto».
Si è ritrovato nella Roma descritta nel film La grande bellezza di Sorrentino? «Posso dire la verità? No. Ho trovato tutto estremamente esagerato e trash. Non ho mai partecipato a feste così».
Tratto dall'intervista di Giulia Cerasoli per la rivista "Chi".
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