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Ceccherini (Osservatorio for Indipendent Thinking): "L'uomo deve restare al centro e la tecnologia deve restare al suo servizio e non servirsene"

Il fondatore e presidente dell’Osservatorio for Indipendent Thinking è stato intervistato da Il Giornale d'Italia in occasione della presentazione del progetto Doubt and Debeat in partenza nei licei dal 10 novembre

07 Novembre 2025

Andrea Ceccherini, fondatore e presidente dell’Osservatorio for Indipendent Thinking è stato intervistato da Il Giornale d'Italia in occasione della presentazione del progetto Doubt and Debeat in partenza nei licei dal 10 novembre.

Dal 10 novembre parte Doubt and Debeat nelle scuole superiori. Quali sono le prime fasi?

Beh, è un progetto rivolto alle scuole secondarie superiore ed è un progetto di Tech media literacy che ha l'obiettivo prima di tutto di spiegare ai giovani come quella magic Box della rete funziona. Funziona con regole, come gli algoritmi, come L'eco Chambers, come i big Data che condizionano le loro navigazioni, spesso molto più di quanto non sappiano, e allenarli da questo punto di vista, essere consapevoli come i loro comportamenti sulla rete. Successivamente poi incideranno sui risultati delle ricerche che faranno. È un modo per renderli più padroni di se stessi anche sul digitale. Ma poi il progetto è un progetto di media literacy che ha tre obiettivi precisi allenare i giovani a distinguere le notizie vere dalle notizie false. Quelle che oggi si chiamano fake news e peggio ancora perché più insidiose le verosomiglianza. In secondo luogo, allenarli a distinguere i fatti dalle opinioni, perché ognuno ha diritto alle proprie opinioni, ma nessuno ai propri fatti. I fatti sono quelli. E in terzo luogo, l'aspetto più interessante quello di aprirli ai diversi punti di vista, alle diverse angolature con cui la stessa identica notizia può essere piegata. E da questo punto di vista, avere a bordo testate come il New York Times e lo Street Journal, la CNN e Washington Post, il Corriere della Sera e La Repubblica, Il Giornale e Il Sole 24 Ore, La Stampa. Due media, o meglio due broadcast come Rai e Mediaset, per restare solo in Italia, beh, è la garanzia di come il confronto non mancherà e di conseguenza il pensiero critico potrà allenarsi avendo più strumenti di riferimento.

Questo progetto ha avuto, diciamo un beta test. Come è andato?

Ci ha incoraggiato a passare dalla fase sperimentale a quella istituzionale. È un beta test che abbiamo svolto in Italia, in Spagna, ed è stato evidente come i ragazzi si siano appassionati e si siano realmente innamorati dell'occasione di andare a fondo su alcuni argomenti senza restarne solo in superficie.

Vorrebbe estendere questo progetto anche all'università, in un futuro?
Beh, è una domanda che ci stiamo facendo.

E invece, visto che adesso c'è una nuova leva di giornalisti pensa che L'AI debba essere uno strumento da utilizzare o da evitare totalmente?

La tecnologia è sempre stata neutra. Se lei pensa, fin dai tempi della storia con il coltello, lei può tagliare la carne e sfamare i suoi figli o sgozzare sua moglie o suo marito. La tecnologia è la stessa, l'uso fa la differenza. L'AI è una tecnologia in assoluto, ma una tecnologia più complessa di quelle che l'hanno preceduta. Per chi ha a che fare con la capacità di percorrere processi intelligenti. E allora quel che conta, quando si ha a che fare con tecnologie più sofisticate è sapere che l'uomo deve restare al centro e la tecnologia deve restare al suo servizio e non servirsene, perché differentemente l'umanità prende un altro segno.

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