06 Novembre 2025
Fabio Vaccarono, CEO di Multiversity e Presidente dell'Universitas Mercatorum, in occasione dell'Inaugurazione dell'Anno Accademico 2025/2026 dell'Universitas Mercatorum, è stato intervistato da Il Giornale d'Italia.
Quale direzione intendono seguire Multiversity e Universitas Mercatorum nel ridefinire il modello di università digitale italiano?
"Oggi l'Italia sconta un duplice ritardo: il primo sulla trasformazione digitale del Paese e l'altro è uno sull'acquisizione di competenze superiori. L'Italia ha notoriamente al numero di laureati sulla popolazione attiva più basso d'Europa, l'indice di educazione terziaria più basso tra i Paesi OCSE. Oggi, coniugando innovazione tecnologica o applicando i principi della trasformazione digitale al mondo delle università, riusciamo a far studiare e includere nel processo educativo universitario un numero di persone molto elevato. Questo è il senso della nostra missione che ci ha permesso di diventare il primo gruppo di education in Italia e il più grande gruppo di education online in Europa".
Come vede Multiversity l'impatto dell'intelligenza artificiale sulla formazione universitaria?
"L'impatto dell'intelligenza artificiale sulla formazione universitaria sarà molto elevato, non dissimile dall'impatto che l'AI avrà su tutti i settori produttivi e sulle principali famiglie professionali. Oggi dobbiamo studiare sempre più cose, dobbiamo studiarle sempre più volte nel corso della vita si fa giustamente un gran parlare di formazione continua che è possibile solo grazie alla trasformazione digitale applicata all'università. L'intelligenza artificiale aiuta gli studenti, i professori e gli organismi accademici a essere più produttivi, a trasferire e sviluppare più competenze per unità di tempo. In un mondo che accelera con 6 miliardi di persone collegate in rete e in cui tutto cambia alla velocità della luce, è assolutamente imprescindibile avere una nuova figura di professore, un professore regista che coniuga tutto il meglio delle varie piattaforme media e delle varie tecnologie finalizzate all'apprendimento per rendere il sistema più produttivo e più capace di colmare il gap di competenze".
In che modo l'università digitale può ridurre le disuguaglianze educative? e promuovere la formazione continua per tutte le età?
"Cito un dato soltanto l'Italia è per esempio un paese dove l'85% dei nostri connazionali vive in comuni con meno di 50.000 abitanti. Abbiamo una popolazione molto dispersa sul territorio che fa sì che oggi uno studente universitario italiano su due sia tecnicamente un fuorisede. Abbiamo 19 milioni di diplomati che già lavorano e non hanno altra possibilità di accedere a un'università di qualità, se non quella di ricorrere alla tecnologia e alla trasformazione digitale applicata all'università. La nostra missione è includere un numero di studenti molto alto, i quali hanno bisogno di perfezionare e far fare un salto di qualità le proprie competenze. L'intelligenza artificiale crea opportunità, ma avrà un impatto molto significativo su professionalità anche di medio alta complessità. Quindi studiare per essere registi, sulla tolda di comando di questa trasformazione e non subirla in senso di disintermediazione delle professionalità".
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia