06 Novembre 2025
Francesca Cappelletti, direttrice di Galleria Borghese e curatrice della mostra, in occasione della presentazione della mostra "Da Raffaello a Bernini. Storia di una collezione", ha dichiarato al Il Giornale d'Italia l'importanza del ruolo di Galleria Borghese nella mostra
Come la Galleria Borghese si esprime anche a Cuneo portando i suoi gioielli?
Sì, certo, per noi è una grandissima occasione di trasferimento, prima di tutto, di conoscenza. Quindi opere che sono state fondamentali a Roma, presso la Galleria Borghese, come la conosciamo noi adesso, quindi questo piccolo edificio all'interno di un parco, e a volte però queste stesse opere sono state esposte anche nel Palazzo di Città. L'idea di collezione di galleria era già all'epoca, al momento della sua formazione, un concetto che includeva quello di mobilità e che noi oggi interpretiamo in un senso contemporaneo, quindi cerchiamo di sicuramente trasferire una parte della nostra storia e una parte di questa eterna bellezza di cui siamo custodi, in contesti diversi ma pronti ad accogliere.
Ecco, qual è il filo della mostra?
Sì, la mostra da un lato ci consente di ricostruire una storia che è quella del collezionismo, quindi del collezionismo all'inizio del Seicento e delle intenzioni del proprietario, che erano quelle di creare sicuramente un rapporto fra pittura e scultura che noi cercheremo di restituire attraverso degli esempi all'interno della mostra e poi di non trascurare la pittura del Cinquecento. Anzi, se si leggono gli inventari antichi della collezione si viene quasi colpiti dalla preponderanza di opere rinascimentali che c'erano all'interno di una collezione che noi consideriamo forse l'esempio più riuscito di una collezione barocca. Quindi anche cercare di cambiare le nostre idee, di renderle sicuramente più approfondite e più scientifiche, però attraverso un racconto, un racconto che è quello del personaggio, Scipione Borghese, i suoi rapporti con gli artisti, il suo rapporto col passato e la capacità di leggere le opere tutte insieme, come anche se fossero un insieme.
Quindi questo ci interessava molto, ci interessava restituirlo e il percorso, oltre ad essere un percorso storico e ricostruttivo del concetto di collezione, è un percorso anche scientifico, cioè grandi capolavori e grandi nomi del Cinquecento e del Seicento, artisti italiani, ma di varie provenienze, di vari centri di produzione in Italia, accostati a volte all'opera di artisti stranieri. Quindi direi che una mostra è un percorso sicuramente molto movimentato.
Qual è il pubblico che vorrebbe per questa mostra?
Allora, come sempre e come anche noi ci auguriamo per la visita al museo, non solo per la visita alla mostra, il pubblico deve essere più ampio possibile.
L'importante è soprattutto questa nostra capacità che deve essere quella di raccontare sempre in maniera molto corretta dal punto di vista storico e scientifico le opere e le collezioni, ma adeguando il nostro linguaggio ai pubblici diversi, pubblici che possano essere diversi per età, per formazione, per tipo di interessi. Dobbiamo parlare sempre a tutti.
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