24 Ottobre 2025
Il GdI ha intervistato Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato e Direttore Generale di A2A, a margine del Forum dell'economia del nuovo mondo tenuto a Napoli, presso il centro congressi dell'Università degli Studi Federico II.
"Quello che è emerso anche oggi è che l'Italia strutturalmente non ha fonti fossili, non ha carbone, non ha gas e quindi le fonti rinnovabili sono certamente la principale via per l'autonomia energetica ed è la ragione per cui anche l'attuale Governo ha potenziato il target sulle rinnovabili portandolo al 63% nel 2030.
Ovviamente il Sud fa la parte del leone perché è l'unica parte del Paese che ha vento e perché ha tanto sole.
Devo dire che con il calo dei costi delle batterie, diventa anche molto più utilizzabile l'energia rinnovabile in tutto l'arco della giornata che era l'altro grande tema, in maniera molto conveniente. Quindi sud protagonista".
"Uno dei temi che stiamo guardando con attenzione in questo periodo è l'incremento di energia che deriverà dei data center. Sembra che i data center siano prevalentemente concentrati in Lombardia, ma in realtà guardando con attenzione vediamo che ci sono alcuni posti del sud Italia, in particolare oggi la Puglia e la Sicilia, che sono interessati da molte domande e questo dipende dal fatto che, tema molto poco conosciuto, il Sud Italia è al centro di rotte di telecomunicazione mondiali incredibili.
Oggi il 97% del traffico internet globale passa tramite cavi sottomarini, 1,3 milioni di chilometri di cavi, che parte anche dall'Europa, dagli Stati Uniti e attraverso il Canale di Suez arriva nei Paesi arabi, in Pakistan, in India fino alla Cina e alcune località, come per esempio Bari o Palermo, sono degli hub importantissimi di questa di questa rete.
Quindi sono posti dove la collocazione dei data center può essere estremamente importante e facilitata anche da un prezzo dell'energia basso che è quello che si genera con lo sviluppo delle rinnovabili. Quindi insomma vediamo ulteriori opportunità per il sud Italia che ha visto invertire le rotte dell'energia, con il gas che ormai in Europa e in Italia arriva dal sud e non arriva più dal nord: arriva dall'Algeria, dalla Libia, dal Tap con lo sviluppo delle rinnovabili e oggi forse anche con una parte di sviluppo di questo grande mercato dei data center, della digitalizzazione globale".
"Nessuno scenario prevede che si arrivi a un 100% di rinnovabili, perché appunto per riuscire ad avere un 100% di rinnovabili il dieci di gennaio la sera è molto complicato.
Ci possono essere tre strade per colmare il gap una strada è l'import - siamo in una Unione Europea che è anche unione energetica - oggi noi stiamo per esempio importando energia dalla Francia ed è un import sano nel senso che stiamo importando energia green peraltro nucleare francese a prezzi competitivi; l'altra è mantenere il termoelettrico decarbonizzato e la terza potrà essere anche un nucleare italiano. Questa è la strada che colmerà quel 30% che rimarrà difficilmente colmabile con le rinnovabili: immagino uno scenario con un 70% di rinnovabili a regime e il resto colmato da uno di questi tre elementi o magari dai tre elementi insieme"
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