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Violante (Associazione Futuri Probabili): "La politica è costruzione di comunità, senza il contatto umano si rischia la disumanizzazione"

Il Giornale d'Italia ha intervistato Luciano Violante, Presidente dell'Associazione Futuri Probabili: "I Social media permettono una circolazione continua delle informazioni ma serve il 'coraggio cognitivo', difendere la propria opinione e verificarla ogni volta"

23 Agosto 2025

Luciano Violante, Presidente dell'Associazione Futuri Probabili, in occasione in occasione del Meeting di Rimini 2025 "Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi", è stato intervistato da Il Giornale d'Italia.

La rivoluzione digitale come sta trasformando il modo in cui la politica comunica e si rapporta ai cittadini?

"La comunicazione digitale è essenziale per la politica, ma non ci si può limitare solo a quella. Altrimenti si rischia un processo di disumanizzazione del rapporto: non conosci più le persone, non le guardi in faccia e parli con comunità di sconosciuti.
La politica, invece, è costruzione di comunità fatte di persone che si conoscono e che pensano insieme."

Quali rischi concreti comporta la cosiddetta "guerra cognitiva" per la democrazia e il dialogo civile?

"In Romania si è visto chiaramente cosa può accadere: la manipolazione dell'informazione ha prodotto un risultato che i cittadini non volevano, arrivando a capovolgere gli esiti delle elezioni.
Bisogna essere molto attenti. A settembre 2024, la Cina ha investito 85 milioni di dollari proprio nella guerra cognitiva, con l’obiettivo di condizionare l’opinione pubblica dei Paesi considerati avversari."

Come possiamo difendere la qualità del dibattito pubblico e promuovere un’informazione affidabile in un contesto dominato dai social media e dagli algoritmi?

"I social media sono molto utili, perché permettono una circolazione continua delle informazioni, ma accanto all'informazione buona c'è quella cattiva. Bisogna imparare a distinguere: ad esempio, quando arriva sempre lo stesso tipo di informazione, ripetuta all’infinito, è un segnale che potrebbe indicare una fake news.
Serve anche quello che chiamiamo “coraggio cognitivo”: il coraggio di difendere la propria opinione, ma anche di verificare ogni volta se ciò che leggiamo corrisponde alla verità o meno."

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