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Donnarumma (Gruppo FS): "Il treno ha favorito relazioni sociali e sviluppo economico; durante il Giubileo forti picchi ma ottima reazione del sistema ferroviario"

Stefano Antonio Donnarumma, Amministratore delegato Gruppo FS: "Le ferrovie sono un pezzo importante dell’Italia, e attraverso esse il Paese è cresciuto: le famiglie si sono ricongiunte, le persone hanno avuto nuove opportunità"

11 Giugno 2025

Stefano Antonio Donnarumma, Amministratore delegato Gruppo FS, in occasione dell'evento "Homo Viator" ha dichiarato: 

"Oggi voglio condividere il mio pensiero: a mio parere, il treno rappresenta un mezzo di spostamento, ma anche di connessione, in un mondo complesso e in un Paese come il nostro, complicato dal punto di vista morfologico. Considerate che il numero delle gallerie presenti in Italia è, curiosamente, più o meno pari al numero delle gallerie ferroviarie in tutta Europa. Viviamo in un Paese meraviglioso, ma anche molto particolare.

Attraversare l’Italia da nord a sud senza il treno sarebbe stato, e sarebbe ancora oggi, davvero complicato. Il treno ha favorito non solo lo sviluppo delle relazioni sociali, ma anche quello dell’economia. Pensiamo, ad esempio, al treno come mezzo di pellegrinaggio: per Roma, questo è un aspetto centrale. E in un anno come questo, segnato dal Giubileo, i numeri del trasporto ferroviario sono davvero impressionanti. Mi fa piacere sottolineare che, nonostante i picchi, non si stanno registrando problemi significativi.

Ma il treno è anche molto di più. È un luogo di collegamento affettivo tra le persone. Non solo spostamenti per lavoro o per motivi religiosi, ma anche per ritrovarsi. Lo dico con emozione, da appartenente a una famiglia meridionale emigrata negli anni Sessanta a Milano: per me, viaggiare in treno con i miei genitori significava ricongiungermi con il resto della famiglia durante le vacanze natalizie o estive, per andare a trovare i nonni.

Erano viaggi lunghi, non certo rapidi come quelli di oggi, ma forse proprio per questo più belli. Offrivano tempo per riflettere, per osservare. Ho detto una volta, e mi è piaciuto tanto da volermi citare: da bambino non avevamo iPad o telefonini. E forse il mio vero telefono era il finestrino del treno, attraverso cui vedevo paesaggi, città, persone, la luce che cambiava durante il giorno. Ho tutto questo ancora nella mente, insieme al rumore del treno che ti faceva compagnia, che ti cullava e ti accompagnava in un’avventura.

Quando studiavo all’università, viaggiavo da Salerno a Roma. Non c’era ancora l’alta velocità e il viaggio durava ore. Eppure, su quei treni, è nata in me la passione per la lettura: romanzi, saggi, ogni tipo di libro che mi allontanasse dall’ingegneria (di cui seguivo tutte le materie tecniche), ma mi avvicinasse ad altri mondi, ad altri saperi. Ho letto centinaia di libri che a casa, forse, non avrei mai letto.

Racconto queste cose con semplicità, con lo spirito di chi le ha vissute. Forse sono piccole cose, ma rappresentano bene l’essenza di ciò che voglio comunicare. Credo che questo spirito faccia parte della mia gestione, ma anche di quella di chi mi ha preceduto e di chi verrà dopo di me. In Ferrovie esiste un senso profondo di servizio e di appartenenza. Le ferrovie sono un pezzo importante dell’Italia, e attraverso di esse il Paese è cresciuto: le famiglie si sono ricongiunte, le persone hanno avuto nuove opportunità.

Il treno è, in fondo, un luogo di speranza. Se sali su un treno, è perché vuoi raggiungere una meta: speri di arrivarci presto, speri di incontrare le persone care, di andare a un colloquio, di trovare la nonna che non sta bene, di assistere alla nascita di un figlio. Speri. E in quel viaggio, nella speranza stessa, c'è già qualcosa che ti spinge verso il futuro, verso la realizzazione.

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