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Rossi (Enel): "Le batterie dismesse conservano l’80% di energia, il second life è un riutilizzo virtuoso e funzionale"

Il Giornale d'Italia ha intervistato Nicola Rossi, Head of Innovation di Enel: "Con Pioneer spostiamo energia dal giorno alla notte e supportiamo la rete, le batterie auto non più adatte alla mobilità hanno ancora un grande valore"

03 Giugno 2025

Nicola Rossi, Head of Innovation di Enel in occasione della presentazione del progetto Pioneer in collaborazione con ADR, è stato intervistato da Il Giornale d'Italia.

Pioneer rappresenta il più grande sistema italiano di accumulo energetico basato su batterie second life. Cosa ci può dire?

"La specificità e la peculiarità di questo progetto è che integriamo pacchi batteria provenienti da automobili che hanno concluso il loro primo ciclo di vita. Le batterie nei veicoli devono garantire prestazioni elevate, ovvero devono essere in grado di scaricare rapidamente l’energia per fornire al veicolo lo spunto necessario a garantire le performance di mobilità.

Tuttavia, anche quando non sono più adatte a quell’uso, restano comunque molto valide per fornire altri tipi di servizi, diversi dalla mobilità ed è proprio quello che fa questo impianto. Questo sistema, infatti, è progettato per fornire servizi di energy shift: sposta l’energia dai momenti della giornata in cui, grazie alla presenza del sole, si produce molta energia fotovoltaica, verso la notte. Inoltre, fornisce servizi di regolazione della rete, che richiedono prestazioni inferiori rispetto a quelle necessarie per l’uso automobilistico.

È proprio questo il motivo per cui il second life funziona: le batterie, una volta dismesse dai veicoli, sono ancora adeguate per altri impieghi e conservano circa l’80% dell’energia residua. Quindi si tratta di un vero e proprio riutilizzo per casi d’uso differenti.

È un principio virtuoso, quello del riutilizzo, che si può applicare a molte cose nella nostra vita quotidiana. Certamente c'è un risparmio, ma va anche considerato un onere maggiore legato all’integrazione di queste batterie, perché sono tutte diverse tra loro. Parliamo di pacchi batteria che normalmente si trovano sotto il pianale dell’auto, quindi sotto i sedili. Quando vengono dichiarate non più idonee all’uso automobilistico, in realtà sono tutte leggermente diverse. Quindi, da un lato, la batteria second life deve costare meno di una nuova; dall’altro, serve un maggiore sforzo di integrazione per farle funzionare insieme in un sistema su scala megawatt. C’è sicuramente un potenziale, con l’aumento delle batterie provenienti dalla mobilità elettrica, il costo delle batterie usate si ridurrà a livelli tali da compensare ampiamente i costi di integrazione ed è proprio questo il valore del progetto."

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