02 Aprile 2025
Emanuele Orsini, Presidente di Confindustria, in occasione della presentazione del Rapporto di previsione del Centro Studi Confindustria “Energia, green deal e dazi: gli ostacoli all’economia italiana ed europea” ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:
"Noi diciamo che la crescita è prevista al 0,6% e nel caso di introduzione dei dazi, si prevede un impatto negativo di un altro 0,6%, il che rappresenterebbe un problema per le nostre imprese. Ovviamente, per un Paese come il nostro, che esporta 626 miliardi di euro, la guerra dei dazi è un problema, soprattutto considerando il surplus di 100 miliardi. È necessario negoziare insieme: l'Europa deve restare unita per riuscire a costruire un punto di negoziazione. Credo che ci siano possibilità, perché se mettiamo insieme i beni e i servizi che gli Stati Uniti esportano in Europa, il divario tra l'Europa e gli Stati Uniti è di circa 45 miliardi, ovvero il 3% e questo lascia spazio a una possibile trattativa. Tuttavia, dobbiamo aprire nuovi mercati immediatamente. Penso al Mercosur, all'India e ad altri mercati che potrebbero apprezzare i nostri prodotti. Credo che, nelle trattative, l'Europa cercherà di negoziare e utilizzerà tutti gli strumenti a disposizione. Penso che le trattative potrebbero inasprirsi, ma dobbiamo ricordare che abbiamo un'alleanza con l'Occidente, e i nostri partner storici sono gli Stati Uniti. Pertanto, è essenziale continuare su questa strada. Inoltre, ricordiamoci che, come Italia, spendiamo verso gli Stati Uniti 65 miliardi di euro di prodotto, con un saldo positivo di 42 miliardi. Quindi, per noi, è un grande problema perdere un mercato così importante come quello statunitense.
Oggi stiamo dicendo che serve coraggio per adottare misure che incentivino gli investimenti che le nostre imprese possono fare. È fondamentale che le nostre imprese investano per aumentare la produttività e migliorare la loro competitività a livello globale. Questo è necessario sia in Europa che in Italia, e deve essere fatto subito. Abbiamo iniziato dicendo che in Europa il tempo sta per scadere e che serve una sveglia. Oggi abbiamo fatto un paragone, dicendo che le nostre industrie italiane ed europee sono su una barca che affronta un grande problema. L'orizzonte è chiaro: le nostre imprese devono essere messe al centro, perché abbiamo bisogno di essere competitivi con altri continenti.
Il PNRR è una grande opportunità. Tuttavia, va sempre valutato a livello europeo. L'Italia ha saputo spendere il 63% dei fondi, mentre la Spagna si è fermata al 48%. Ora è il momento di accelerare. Apprezziamo la proposta di estendere i tempi per l’utilizzo dei fondi, perché potrebbero esserci misure utili per le imprese. Penso a Industria 5.0, che va migliorata e ristrutturata, poiché oggi è poco apprezzata dalle nostre imprese, che la trovano difficile da utilizzare. Tuttavia, potrebbe diventare un grande motore per incentivare gli investimenti delle nostre imprese."
Come valuta l'impatto del ReArm europeo sull'industria italiana?
"Fino a due settimane fa, non capivamo nemmeno il significato del termine. Perché chiamarlo "riarmo"? Poi, in Europa, abbiamo incontrato i presidenti delle Confindustrie dei Paesi del Nord, che ritengono importante utilizzare questo termine. È ovvio che, nel caso in cui dovesse venire a mancare la protezione degli Stati Uniti, l'Europa deve essere in grado di difendersi. Come Italia, siamo pronti, con aziende importanti che hanno una notevole capacità produttiva. Tuttavia, non possiamo basare il potenziamento economico dell'Europa solo sul riarmo. Dobbiamo rafforzare l'economia investendo sulle imprese, che sono quelle che generano PIL e benessere per l'Europa."
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