12 Marzo 2025
Giorgio Mariani, Global Head of M&A di Deloitte, in occasione dell’evento “The Future of M&A” organizzato da Deloitte è stato intervistato da Il Giornale d’Italia.
Quali tendenze emergenti nel mercato delle operazioni di M&A ritiene abbiano il potenziale per trasformare il settore nei prossimi cinque anni?
“Io guardo con grande interesse all'intelligenza artificiale, non tanto come supporto per le operazioni di M&A ma dal punto di vista degli investimenti strategici che le aziende faranno nell'intelligenza artificiale e nelle aziende che si occupano di intelligenza artificiale. In questo senso, invece di spendere miliardi nella propria ricerca e sviluppo, penso che nel prossimo futuro le imprese andranno ad acquistare aziende che si occupano di intelligenza artificiale nei settori verticali in cui queste operano, come acquisizioni di ricerca e sviluppo. Per cui vedremo un trend in cui le corporate vanno a comprare aziende che si occupano di intelligenza artificiale”.
Come sta cambiando l'approccio alle operazioni di M&A per le aziende italiane in risposta all'incertezza geopolitica?
“La risposta all'incertezza innanzitutto è una risposta statica e uno aspetta di vedere come andranno a cadere le istanze che si stanno proponendo in termini di dazi e risposte ai dazi. Sicuramente ci sono dei mercati, in questo momento, che sono più interessanti perché sono meno investiti da queste tematiche. Guardo, per esempio, con interesse al Medio Oriente e, in particolare, a paesi come l'Arabia Saudita che stanno affrontando un grande sviluppo. Sono Paesi particolarmente interessanti e che in questo momento non presentano l'ambiguità e l'incertezza che, invece, rappresentano i rapporti con gli Stati Uniti piuttosto che con la Cina”.
Quali sfide vede per gli investitori nel settore della Space Economy e nelle operazioni di M&A correlate?
“La Space Economy rappresenta un’opportunità fantastica perché è un settore che andrà ad esplodere nei prossimi dieci anni. Allo stesso tempo è anche un segmento complesso per una serie di motivi. Innanzitutto la scalabilità del business. Quindi, dal punto di vista dell'investimento, c'è il tema di capire quale business può essere effettivamente scalabile nei tempi degli investitori istituzionali, che sono tipicamente dei cicli quinquennali. La Space Economy potrebbe, invece, richiedere dei capitali pazienti. Un secondo tema è quello geopolitico perché quando noi pensiamo a un investimento in Space Economy come operatore di private equity o di venture capital, dobbiamo anche riflettere a quale potrebbe essere l'exit. La situazione geopolitica attuale fa immaginare uno scenario in cui l'exit da un'azienda che costituisce un asset critico per un governo perché si occupa di Space Economy, non può essere fatto in qualsiasi modo ma deve essere fatto in maniera da non creare quantomeno preoccupazioni per quel governo e questo riduce l'ambito delle possibili exit. La quotazione potrebbe essere una soluzione efficace perché non prevede un passaggio di mano della proprietà. Quindi, vedo favorevolmente una combinazione Space Economy e quotazione”.
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