Matteo Tagliaferri, Responsabile Comunicazione & Marketing di ANIMA SGR, in occasione dell'evento “ANIMA è previdente”, il workshop annuale organizzato da ANIMA Sgr, dedicato alla previdenza complementare e ai fondi pensione, ha dichiarato:
"Per approfondire il tema della previdenza integrativa, abbiamo condotto una ricerca in collaborazione con due istituti con cui lavoriamo da anni. Tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio, abbiamo intervistato un campione di oltre 1.000 adulti, rappresentativo di circa 35 milioni di italiani. Vorrei condividere alcuni risultati interessanti emersi da questo studio. In primo luogo, la consapevolezza sull'importanza di pianificare il proprio futuro previdenziale è molto alta: il 78% degli intervistati ritiene fondamentale pensarci per tempo. Tuttavia, solo il 21% ha effettivamente attivato soluzioni concrete. Se però riformuliamo la domanda, il dato cambia: il 40% dichiara di possedere almeno uno strumento finanziario con finalità previdenziali, come un fondo pensione aperto, una polizza vita, un FIP o un fondo pensione negoziale. Inoltre, la consapevolezza che sia meglio iniziare il prima possibile è diffusa in tutte le fasce d’età, con un'attenzione particolare nella fascia 25-34 anni. Questo è un segnale positivo: più si inizia presto, più diventa semplice costruire una rendita integrativa e raggiungere l’obiettivo. Un altro tema fondamentale nelle ricerche sulla previdenza integrativa riguarda la destinazione del TFR. Alcuni lo lasciano in azienda, altri lo versano in un fondo pensione, mentre altri ancora lo utilizzano per altri progetti. Il nostro campione include persone con situazioni lavorative differenti: pensionati, disoccupati e lavoratori senza diritto al TFR. Per chi ha lasciato il TFR in azienda, abbiamo approfondito le motivazioni e il motivo più citato è la percezione che sia una soluzione più sicura e liquida. Qui emerge un divario tra consapevolezza e conoscenze finanziarie: molte persone hanno convinzioni che non sempre corrispondono alla realtà. Questo indica la necessità di un lavoro più incisivo sull’educazione finanziaria. Inoltre, non esiste ancora una figura chiara di riferimento per i cittadini in materia di previdenza: le informazioni arrivano da consulenti finanziari, assicuratori, CAF, chat online o banche. Questo tema, quindi, non è ancora presidiato in modo strutturato, lasciando spazio a un'importante opportunità di consulenza per chi opera nel settore. Un’altra domanda chiave della ricerca riguarda i vantaggi della previdenza complementare. Abbiamo analizzato sia il livello di conoscenza di questi vantaggi sia il loro livello di interesse per gli intervistati. I due aspetti più apprezzati restano quelli tradizionali: la possibilità di costruire una rendita integrativa e il vantaggio fiscale immediato, ovvero la deducibilità dei versamenti. Infine, è interessante notare un cambiamento nelle preferenze di investimento. Un anno fa, il 40% degli intervistati avrebbe scelto una linea garantita e prudente, mentre solo il 15% avrebbe optato per una linea a prevalenza azionaria. Oggi, la quota di chi sceglie la linea garantita è scesa al 20%, mentre il 28% preferisce una linea azionaria. Sebbene il campione non sia esattamente lo stesso, la variazione è significativa. Resta da capire quanto questo aumento della propensione all’investimento azionario sia il risultato di una maggiore educazione finanziaria o se sia legato a fattori congiunturali. Da altri monitoraggi mensili sulla propensione agli investimenti, risulta che negli ultimi mesi l’interesse per i mercati finanziari è cresciuto notevolmente, probabilmente anche a causa delle buone performance recenti. In conclusione, i dati mostrano che la consapevolezza sull'importanza della previdenza complementare è alta, ma c’è ancora molto lavoro da fare per colmare il divario tra intenzioni e azioni concrete, soprattutto attraverso una maggiore educazione finanziaria e un ruolo più chiaro della consulenza previdenziale."