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Vigna (Ferrari): "L'Università serve per far progredire una Nazione e lavorare sulla forma mentis delle persone per sviluppare il pensiero critico"

Le dichiarazioni di Benedetto Vigna, Amministratore delegato di Ferrari: "L'errore è l'unico modo per imparare, saperlo usare per crescere è fondamentale, soprattutto in un mondo dominato dall'IA"

07 Febbraio 2025

Benedetto VignaAmministratore delegato di Ferrari, è stato intervistato in occasione dell'inaugurazione dell'Anno Accademico 2024-2025 dell'Università degli Studi di Urbino Carlo Bo il 31 gennaio 2025.

Felice di aprire il nuovo anno accademico di Uniurb? 

"Mi fa piacere perché è un modo per trasferire e condividere con i ragazzi questa mia esperienza. Mi fa piacere anche perché mi sono sposato nelle Marche. Sono venuto qua un paio di volte in passato, e mi piace molto questa regione perché con le Marche ci sono legami di varia natura. Secondo me, l'università è ciò che serve per far progredire una nazione, perché bisogna lavorare sulla forma mentis delle persone per far sì che quella nazione progredisca. Altrimenti, l'uomo non cambia nel tempo. L'unica cosa che può farci cambiare è lo studio.

Perché l'errore, se compreso, può trasformarsi in opportunità di crescita?

"Un semplice esempio può spiegare bene questo concetto: quando uno è piccolo e deve cominciare a camminare, se non commette errori, non impara mai a camminare. La differenza tra il bambino che impara a camminare e l'adulto è che il bambino non ha alcuna preoccupazione per eventuali giudizi o per la vergogna, non si preoccupa di quello che pensano gli altri. Gli adulti, invece, si preoccupano troppo di ciò che pensano gli altri e quindi hanno paura di commettere errori. Ma l'errore è l'unico modo per imparare cose nuove. Quando parlo di errore, parlo di un errore di esplorazione, non di un errore volontario che va contro le norme, né di un errore dovuto all'ignoranza delle norme. Sto parlando dell'errore che si compie nel momento in cui si esplora una nuova dimensione della vita, quando si sperimenta per imparare qualcosa di nuovo. Noi, quando eravamo piccoli, abbiamo imparato a camminare facendo tanti errori, cadendo e rialzandoci. E' il senso di vergogna, il timore di una punizione, e l'incapacità di sopportare il giudizio degli altri che ci frena, soprattutto oggi, in una realtà dominata dall'intelligenza artificiale, dove tutti hanno la pretesa, la voglia, il bisogno di voler controllare tutto. In questo contesto usare l'errore per crescere è fondamentale."

Dalla Basilicata a Maranello. Come si diventa Benedetto Vigna?

"Tra le poche cose che ho fatto, ho studiato, dando il massimo per studiare, perché mi piaceva studiare molte cose; quando ero al lavoro, ho sempre fatto del mio meglio e ho sempre lavorato insieme ad altre persone. Secondo me, se dovessi tirare fuori un consiglio: 'lavora bene con gli altri, impara sempre da tutti e ovunque tu sia, usa i libri e le esperienze degli altri per crescere il più possibile'. Poi, alla fine, non è importante diventare il 'signore della Ferrari'. L'importante è essere realizzati. Non è necessario diventare il 'Ceo della Ferrari' per essere realizzati. Conosco tanta gente che è realizzata facendo altri lavori e arriva la sera soddisfatta di quello che ha fatto durante la giornata. Oggi, purtroppo, si pensa, e lo vedo nelle nuove generazioni, che se diventi il Ceo di qualcosa, allora hai avuto successo. Ma successo significa aver fatto bene il proprio lavoro ed essere soddisfatti. Poi, se c'è un po' di fortuna, sicuramente aiuta, la devi saper cogliere e ci sono molti sacrifici da fare. Devi anche trovare le persone giuste accanto a te. Io sono stato fortunato perché ho trovato mia moglie, che mi supporta e sopporta, perché non è semplice vivere con una persona che è sempre in giro con tanto lavoro da fare. Oggi si parla di smart working, ma la quantità di lavoro necessaria e i sacrifici da fare ci sono. Niente viene in modo semplice, qualunque cosa uno faccia."

Quali strategie consentono alla Ferrari di adattarsi ai cambiamento senza perdere la propria identità?

"Noi abbiamo due occhi e un cervello. Io dico che con un occhio bisogna guardare al passato e con l'altro occhio bisogna guardare al futuro. Poi, il cervello deve prendere i due input, metterli insieme e creare una strategia che unisca le due dimensioni. Quindi, per fare innovazione, sostenibile nel lungo termine, Ferrari o qualsiasi azienda deve capire bene il passato, le proprie origini, ciò che ha vissuto, e avere un'idea di dove vuole andare. I piani, però, non si fanno mai a tavolino ma si definiscono in modo dinamico. Io dico che è un po' come la linea di mezzeria quando si guida: uno la usa per capire se sta andando a destra o a sinistra. Hai bisogno di un piano che sia come quella linea di mezzeria, perché se non hai una linea bianca in autostrada, hai difficoltà a capire dove sei. Però devi essere anche pronto, con una certa flessibilità, a correggere il tiro se fai degli errori, e questo non è un problema. Quindi, una persona o un'azienda può continuare a innovare e evolversi se mette insieme queste due dimensioni: passato e futuro e se, commettendo degli errori di esplorazione, li capisce, li analizza, li corregge e va avanti."

E' possibile applicare il metodo scientifico ai modelli di gestione e sviluppo delle organizzazioni?

"Certe volte oggi si pensa che il metodo scientifico sia qualcosa di legato al laboratorio di ricerca o agli ambienti accademici. Non è così. Il metodo scientifico si deve applicare nella vita di tutti i giorni, sia a livello individuale che a livello aziendale, perché ti consente di fare delle ipotesi, verificarle, e se sono corrette, si prosegue su quella strada, se non sono corrette, le correggi, le analizzi e vai avanti. Oggi, inondati dalle fake news e dagli algoritmi che ci suggeriscono cosa fare, che ci pilotano come se fossimo incapaci di ragionare, più che mai è importante usare il metodo scientifico. Il metodo scientifico non è solo quello che usavano Newton, Galileo o Einstein, è alla base del pensiero critico di tutti noi, e proprio qui, nell'università, bisogna dare una mano a tutti a sviluppare questo spirito critico, perché lo spirito critico è alla base della democrazia."

Pensa mai a un traguardo prossimo che aggiunga significato all suo percorso personale e professionale?

"Dal lato personale, io ho una figlia di 19 anni e se penso al futuro, mi piace continuare a darle fastidio, come faccio adesso, come ho fatto in passato. Poi, per quanto possa crescere una figlia, un figlio resta sempre la bimba o il bimbo del papà, perché la distanza, gli anni, la differenza d’età resta sempre la stessa. Poi c'è mia moglie, con la quale stiamo insieme ormai da quasi 25 anni e stiamo bene. Dal lato professionale, continuare a stare con i piedi per terra, e continuare a imparare da tutti. Tutto il resto è inutile. Il resto è una derivata di secondo ordine. Le cose importanti sono come stai con te stesso e come stai con le persone vicine a te. Il resto è un orpello, viene dopo ed è questo che dobbiamo capire."

fonte: Uniamo, blog ufficiale dell'Università degli Studi di Urbino Carlo Bo

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