31 Gennaio 2025
Emanuele Orsini, Presidente Confindustria, ha dichiarato:
Sono contento di essere qui, anche perché, come è stato evidenziato prima da Giuseppe e Francesco con i dati, tra il 2019 e il 2024 l’industria lombarda ha registrato una crescita del 5,9%. Questo dimostra che il nostro settore è il vero motore d'Europa.
Oggi abbiamo toccato diversi temi cruciali, tra cui quello della produttività, che negli ultimi 22 mesi è stata carente. Sul Sole 24 Ore abbiamo persino inserito un contatore, sperando di segnare presto un cambio di tendenza.
Vorrei proporre una riflessione sulle politiche industriali italiane ed europee, perché è su questo che dobbiamo iniziare a concentrarci: servono strategie di lungo periodo, sia a livello nazionale che comunitario. La produzione è un elemento fondamentale per il nostro Paese. In questi mesi abbiamo lavorato alla legge di bilancio: si poteva fare di più per l’industria, ma ciò che oggi è essenziale chiedere al Governo è una politica industriale con una visione almeno triennale, che sia attiva e concreta.
Noi imprenditori ragioniamo con una prospettiva di dieci anni, mentre spesso la politica si ferma a visioni annuali. È fondamentale un approccio a lungo termine, soprattutto quando si parla di investimenti. La perdita di produttività registrata negli ultimi 22 mesi è dovuta a vari fattori: il décalage del piano Industria 4.0, il rallentamento degli incentivi, che pure avevano generato una crescita del 21% negli investimenti, e le difficoltà burocratiche che hanno frenato l’attuazione del piano Industria 5.0. Dei 6,3 miliardi di euro stanziati, solo 230 milioni sono stati effettivamente utilizzati: un chiaro segnale che qualcosa va cambiato.
Quando parliamo di politica industriale di lungo termine, dobbiamo anche interrogarci sulla direzione che vogliamo dare al Paese. Servono tre azioni fondamentali:
Non voglio soffermarmi sugli aspetti negativi, ma è un dato di fatto che siamo il quarto Paese al mondo per esportazioni, con 626 miliardi di euro. Puntiamo ai 700 miliardi, ma per riuscirci dobbiamo essere competitivi.
Uno dei fattori chiave è il costo dell’energia. Giuseppe ha già toccato il tema e i dati parlano chiaro: a gennaio, in Italia, il costo dell’energia era di 142 €/MWh, contro i 99 € della Francia, gli 86 € della Germania e i 70 € della Spagna, che ha il mix energetico più efficiente. È necessario un piano energetico serio: le rinnovabili sono fondamentali, ma serve anche il nucleare. È l’unica fonte in grado di garantire stabilità e competitività al nostro Paese. Sappiamo che, partendo oggi, potremmo avere risultati tra quattro e otto anni, ma bisogna agire subito.
Per questo, ho lanciato una proposta alla Federazione Gomma Plastica: riattiviamo con le nuove tecnologie le centrali esistenti per accelerare il processo. In parallelo, dobbiamo disaccoppiare il costo delle rinnovabili da quello delle fonti fossili e garantire la competitività di settori strategici come ceramica, carta, vetro e acciaio, che si sta già trasformando in acciaio green grazie ai forni elettrici.
Un altro tema cruciale è la burocrazia. In Italia, abbiamo presentato al Governo un pacchetto di 80 misure a costo zero, elaborate con il supporto delle territoriali e mirate a risolvere problemi concreti delle imprese. Finora ne sono state approvate sei, sette sono in fase di approvazione e 16 sono in discussione. L’obiettivo è portarne a casa almeno 30, per semplificare davvero il lavoro dell’industria in Italia.
La direzione è chiara: meno ostacoli burocratici, più investimenti, energia competitiva e una strategia industriale di lungo termine. Solo così possiamo garantire un futuro solido alla nostra economia.
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