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De Felice (Intesa Sanpaolo): "Accordo tra la Banca e Confindustria, plafond di €200 miliardi, investimenti e sfide per il manifatturiero italiano tra transizione digitale ed ecologica"

Il Giornale d'Italia ha intervistato Gregorio De Felice, Chief Economist di Intesa Sanpaolo: " Euro e dollaro in tempi rapidi andranno verso la parità, gli Stati Uniti crescono di più dell'Eurozona, 2% contro -1%"

14 Gennaio 2025

Gregorio De Felice, Chief Economist di Intesa Sanpaolo, in occasione della conferenza per il rinnovo dell'accordo di collaborazione tra Intesa e Confindustria, è stato intervistato da Il Giornale d'Italia.

Ci può riassumere e spiegare brevemente ciò di cui si è parlato oggi?

"Siamo partiti dalla situazione del manifatturiero italiano 15 anni fa, quando c'è stato il primo accordo tra la banca e Confindustria, il manufatturiero ha fatto enormi progressi per quanto riguarda la qualità dei prodotti che è molto salita, e per l'orientamento a vendere all'estero. Le imprese italiane nel 2009, dopo la grande crisi finanziaria, hanno capito che con una crescita modesta in Italia non ci sarebbe stato un grande futuro. Quindi la percentuale di prodotti realizzati in Italia e venduti all'estero è salita da allora dal 32% al 50% di oggi. In parallelo, l'avanzo commerciale è più che raddoppiato, da circa 50 miliardi a 110 miliardi. Le imprese si sono maggiormente capitalizzate, hanno una migliore redditività e il ROI è passato dal 7 al 10%. Quello che però oggi vediamo è che da un anno e mezzo gli investimenti privati in Italia, in particolare quelli in macchinari, non crescono più, anzi hanno delle variazioni trimestre su trimestre di segno negativo. Questa è una minaccia per la crescita, ci sono sfide molto importanti per le imprese italiane legate alla transizione digitale, alla transizione ecologica, alla necessità di espandersi ancora di più in futuro e dall'altra parte dell'oceano il presidente eletto sta facendo il suo mestiere, puntando al rafforzamento competitivo degli Stati Uniti. Quindi, in questo quadro l'unica ricetta possibile per l'Europa e per l'Italia è accelerare sul fronte degli investimenti, quelli pubblici tramite il PNRR, ma anche e soprattutto quelli privati. Da qui l'accordo tra la banca e Confindustria, con un plafond di 200 miliardi di euro, declinato poi in varie iniziative che puntano a raccogliere la sfida che il manifatturiero italiano avrà nei prossimi anni."

Secondo lei il dollaro supererà l'euro?

"Possiamo arrivare in tempi rapidi verso la parità, quindi 1 a 1, potrebbe anche superare l'euro ma leggermente di poco. Gli Stati Uniti crescono di più dell'Eurozona, 2% contro -1%, il differenziale di tasso è a favore degli Stati Uniti perché la Fed sarà più prudente nel ridurre i tassi di interesse, quindi questi elementi favoriscono 1$, il che è anche ben visto dalla nuova amministrazione che con il suo "Make America Great Again" punta ad avere 1$ forte come dimostrazione della propria potenza, della propria supremazia a livello mondiale."

Come vede la situazione geopolitica per il 2025?

"Ancora con molte incertezze ma abbiamo qualche segnale, come la tregua a Gaza oggi accettata da Hamas, la possibilità che Trump possa raggiungere un accordo con Putin per quanto riguarda l'Ucraina, e questo sarebbe molto importante per il manifatturiero italiano perché riduce i costi delle materie prime e i costi dell'energia, quindi speriamo che Trump riesca a fare quello che Joe Biden non è riuscito a realizzare."

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