28 Ottobre 2024
Luigi Scordamaglia, Amministratore delegato Filiera Italia, in occasione della nascita di "Filiera Pasta" ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:
"L'unicità di Filiera Pasta verrà promossa innanzitutto contrastando la concorrenza al ribasso che i Paesi che producono sempre di più, come la Turchia, come la Spagna, come la stessa Russia, ci stanno facendo e quindi facendo capire al consumatore mondiale e internazionale, ma anche a quello nazionale quanto convenga puntare sulla distintività e sull'eccellenza del prodotto italiano. Per farlo dobbiamo lanciare sempre più i contratti di filiera che da un lato vedono la produzione agricola con un commitment di lungo termine verso l'industria della pasta e dall'altra un'industria della pasta, appunto quella riunita dai principali pastai di qualità, dei pastifici di maggiore qualità del Paese, che sono riuniti in Filiera Italia per dare distintività al proprio prodotto attraverso claim che riguardano magari la lavorazione della pasta stessa o l'assenza di residui, o anche attraverso un' equa valorizzazione del prodotto a scaffale. Bisogna far capire al consumatore, a cominciare da quell'italiano, che risparmiare pochi centesimi acquistando una pasta di minore qualità non salva, non modifica il bilancio familiare ma danneggia innanzitutto il consumatore stesso, e poi una filiera produttiva estremamente importante."
Parlando di sostenibilità, la pasta è amica del pianeta con un impatto decisamente basso. Qual è l'impegno quindi di Filiera Italia nel garantire la sostenibilità ambientale?
"Oggi siamo conosciuti al mondo per la qualità e la sicurezza dei nostri prodotti. Questo vale per il made in Italy alimentare, ma vale anche e soprattutto per la pasta. Non riusciamo ancora a trasferire tutto il valore aggiunto di sostenibilità che abbiamo dietro. Bisogna quindi, come stiamo facendo negli Stati Uniti come Filiera Italia, Coldiretti insieme all'ICE, ricordare sempre che siamo quelli che producono più qualità e facciamo 65 miliardi all'anno di valore aggiunto agroalimentare con appena 30 milioni di tonnellate di emissioni di CO2, che vuol dire un terzo di quelle dell'agricoltura francese e metà di quella tedesca. Più riusciremo ad associare al nostro brand made in Italy anche questi numeri, non dichiarazioni vuote, di sostenibilità più conquisteremo i consumatori internazionali e nazionali, sempre avendo presente che tutto questo deve avere un giusto riconoscimento del cibo prodotto a livello italiano. Risparmiamo magari un po' di più sul cellulare di ultima generazione, ma spendiamo qualche centesimo in più per una pasta di qualità."
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