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Rovere (Poste Italiane): "Governance come chiave per far coincidere gli interessi del mondo pubblico e del mondo privato"

L'intervento di Silvia Maria Rovere, Presidente di Poste Italiane: "In passato c'è sempre stato estremo pregiudizio e diffidenza tra mondo del pubblico e mondo del privato, per questo in Italia siamo arrivati solo negli ultimi anni a grandi progetti di rigenerazione urbana"

15 Ottobre 2024

Silvia Maria Rovere, Presidente di Poste Italiane, in occasione della presentazione di Unionezero ha dichiarato:

"Mi piace essere qua, innanzitutto, col mio cappello passato da presidente di Confindustria Assoimmobiliare. Ho condiviso con quelli che sono oggi i protagonisti di questo progetto Hines, Prelios, Banca Intesa. Per anni abbiamo parlato nei convegni di quali fossero gli ingredienti per superare le tante complessità dei progetti di rigenerazione urbana e renderli attrattivi per gli investitori anche e soprattutto internazionali perché, non ce lo dobbiamo nascondere, la dimensione di questi progetti, il fatto che siano molto capital intensive, in parte difficilmente finanziabili, richiedono di mettere in campo risorse importanti che spesso solo i grandi developer internazionali hanno la possibilità di attrarre. Ne abbiamo parlato a lungo, essere presente a mettere questa prima pietra in uno dei più grandi progetti in Europa è davvero una soddisfazione. Credo che la parola chiave che non è ancora stata citata sia la parola governance, cioè la difficoltà di questi progetti. Oggi parleremo molto di sostenibilità e sicuramente sostenibilità è l'ingrediente fondamentale, soprattutto declinata in tutti i suoi elementi partendo da quella finanziaria, perché se no non fa succedere le altre, alla sostenibilità ambientale, alla sostenibilità sociale. Arrivare a un progetto in cui si realizza veramente la governance, devo dire che per la mia esperienza da Presidente di Poste dove continuamente portiamo avanti grandi progetti pubblico-privati come il progetto Polis che stiamo facendo su 13.000 uffici di cui 7000 prioritari, è un grandissimo progetto di messa in comunione di risorse pubbliche e private con una complessità enorme. Ma questi progetti di rigenerazione urbana sono innanzitutto questo, un qualcosa che richiede una governance estremamente raffinata, fatta di competenze altissime in tutti gli attori della situazione. Innanzitutto, vorrei dire che in passato c'è sempre stato estremo pregiudizio e diffidenza tra il mondo del pubblico e il mondo del privato, motivo per cui in altri Paesi a livello internazionale abbiamo visto nel tempo grandissimi progetti di rigenerazione urbana nelle principali città e in Italia abbiamo sempre fatto fatica e siamo arrivati solo negli ultimi anni e solo nella città metropolitana di Milano, perché purtroppo grandi progetti di rigenerazione urbana anche nella capitale ancora non li stiamo vedendo. Grande motivo di questo è una storica pregiudiziale reciproca tra mondo pubblico e mondo privato, incapace di vedere che, soprattutto oggi, dove le competenze del settore privato, io ho avuto il privilegio di rappresentare la parte istituzionale del settore che ormai non ha assolutamente nulla da invidiare alle expertise che si possono ritrovare nei grandi capitali d'Europa e del mondo, sono esattamente allo stesso livello di competenza a tutti i livelli: i developer, le società di costruzioni, gli ingegneri, gli architetti, gli advisor legali, fiscali, gli urbanisti, non abbiamo nulla da invidiare, su tanti temi abbiamo sicuramente da esportare la nostra expertise. Quindi nel privato non mancano ingredienti. Nel pubblico, soprattutto adesso che ho molto a che fare con la pubblica amministrazione nelle sue più ampie declinazioni, riscontro delle competenze altissime che ci sono. Si parla di "stakeholders", ossia "portatori di interessi": gli interessi non sono sempre convergenti, sono tutti legittimi perché l'interesse da parte privata, il profitto, la certezza, i tempi, il ritorno è legittimo, come è legittima l'aspirazione di chi rappresenta la parte pubblica ad avere certezze sulla qualità del progetto, su quella che sarà la legacy, su quello che saranno i servizi; quindi entrambi i mondi di questi interessi sono perfettamente legittimi. E la governance, questo grande tema della G che sta sempre un po' in fondo quando si parla di ESG e di cui invece io sono diventata grande appassionata perché la chiave di tutto, poi fa succedere le prime due. Governance significa trovare le modalità professionali e trasparenti in cui mettere in contatto questi due sistemi di interessi, con tutte le expertise che servono a farli incontrare per mettere a terra gli ingredienti, come la finanza, la progettazione, la capacità costruttiva, e metterli in comunione e farli parlare nel modo corretto è la cosa più difficile che c'è. Questo è un motivo per cui noi siamo un Paese dove c'è un'eccellenza nella produzione del privato, perché il privato basta che lo lasci lavorare va avanti da solo. Purtroppo il real estate è un settore che endemicamente vede la compartecipazione di risorse pubbliche e private, quindi o li si fa lavorare correttamente insieme con apertura, competenza e rispetto reciproco del sistema interessi o le cose non succedono. Qui è potuto succedere perché ci sono degli attori molto qualificati."

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