08 Ottobre 2024
Nella giornata odierna, presso La Nuvola di Fuksas a Roma, ha preso il via l’edizione 2024 di Cybertech Europe. I lavori della due giorni dedicata all’innovazione e alla sicurezza del dominio cyber sono stati aperti, tra gli altri, da Bruno Frattasi, Direttore Generale dell'Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, che ha rilasciato un'intervista a Il Giornale d'Italia:
“Minaccia pervasiva, ci riguarda tutti, ‘la sfida collettiva della cyber’ come intitolavano due articoli in merito. Non c’è un solo bersaglio, siamo tutti chiamati in causa dalla sicurezza cibernetica. È Chiamato in causa un Paese, le strutture sensibili di un Paese: la difesa, la sicurezza pubblica, la sanità, ma anche le famiglie, i cittadini, le banche e le imprese sono chiamate in causa da questo rischio. Quindi, affrontare questo rischio significa toccare tutti questi tasti della tastiera che abbiamo davanti.
Lo dobbiamo fare con diverse misure, le misure non sono tutte uguali. Le misure che si rivolgono verso la pubblica amministrazione sono misure incisive, che tendono a rafforzare i sistemi, i servizi, la rete di queste amministrazioni, proteggere dagli attaccanti e quindi fare in modo che l’invasività della minaccia venga contrastata il più possibile.
Ma, nei riguardi delle famiglie, dei cittadini, le indicazioni che da l’Agenzia sono di quella che si chiama igiene cibernetica. Cioè fare in modo che i nostri dispositivi digitali, ormai ne abbiamo tanti, ciascuno di noi, telefonino, computer, a casa, portatile… Vengano protetti bene, adeguatamente, sappiamo perché l’attaccante si può infilare. Sappiamo che il fattore umano è decisivo nella minaccia. Cioè l’incompetenza o l’inavvedutezza dell’uomo, può essere un fattore agevolante, abilitante per l’attaccante. Le difese sono di vario tipo, le misure di contrapposizione alla minaccia cambiano rispetto al soggetto che deve proteggersi da quella minaccia, non possono essere uguali per tutti.
L’episodio cui lei faceva riferimento, quello dell’hacker di Gela, fanno pensare ad un soggetto solitario, ma noi non sappiamo esattamente chi ci sia dietro, apparterrà alla magistratura riuscire ad indagare e vedere investigare, capire che cosa esattamente sia accaduto.
Le PMI sono esposte al rischio di attacchi perché le imprese, prima ancora che la bolla cibernetica scoppiasse, ci rifacciamo all’epoca del covid, perché noi in quell’epoca abbiamo un po’ preso coscienza del rischio digitale.
Perché siamo stati costretti tutti a lavorare da remoto, ad affidarci, sia per la vita personale che per quella professionale, ai dispositivi digitali. Altrimenti non avremmo potuto lavorare, vedere i nostri figli, nipoti, i nostri cari.
È stato un periodo di grave esposizione del Paese alla minaccia, perché non eravamo coperti da questo rischio come lo siamo oggi, a quattro anni di distanza dallo scoppio della pandemia. Quindi abbiamo capito che dovevamo cambiare passo, perché la cybersicurezza stava acquisendo e sta acquisendo sempre più spazio.
Aver costituito un anno e mezzo dopo l’Agenzia è stata una risposta, che potrà alimentare sempre meglio questa nostra capacità di confrontarci con questa minaccia, così pervasiva.“
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