08 Ottobre 2024
Da oggi, presso La Nuvola di Fuksas a Roma, l’edizione 2024 di Cybertech Europe. I lavori della due giorni dedicata all’innovazione e alla sicurezza del dominio cyber sono stati aperti dall’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, che ha dichiarato a Il Giornale d’Italia:
“Per fare un merge o un’acquisition, bisogna innanzitutto vedere se chi si vuole incorporare ha un prodotto veramente utile al portafoglio prodotti di Leonardo, oppure porta una tecnologia che e' piu' facile comprare che svilupparsi in casa, per questioni di costi.
Quindi: primo punto, analisi tecnica. Secondo punto, c’è un’analisi di mercato. Se io mi metto nel portafoglio questo nuovo prodotto, che viene da un’azienda che compro, che mercato apro? Cioè mi deve convenire, perché poi io, negli anni, devo misurare un incremento di revenues, di cassa, ecc… Se questi primi due punti sono verificati, allora ci si mettono dei soldi, perché bisogna fare due diligence. Che vuol dire mettersi d’accordo con questa azienda che si vuol comprare e andare a vedere tutti i numeri, come hanno fatto cassa, la parte fiscale, le persone, eccetera… E questo non lo facciamo noi, lo deve fare un advisor internazionale, perché deve essere un’analisi terza. Se quest’analisi terza è positiva, a quel punto hai delle regole di mercato per fare un’offerta. E da quel momento, inizia la trattativa. Stiamo parlando, quando va bene, che è una cosa piccola, di decine di milioni. Quando è grande, sono centinaia di milioni, se non miliardi. Capite bene che non si possono fare errori, soprattutto deve essere un processo ineccepibile, trasparentissimo. Portato a termine, si può operare. Vi faccio presente che, quando si tratta anche di cose di aziende che sono all’estero, c’è anche il golden power del Paese che vende, e quindi è chiaro che una cosa del genere non si fa in 3-4 mesi.
Adesso, sono 7-8 mesi che stiamo facendo un certo numero di due diligence, ne abbiamo una dozzina: alcune stanno andando a termine, altre le abbiamo già scartate, non verificano i requisiti. Altre abbiamo fatto un’offerta, ma ha vinto un altro compratore non italiano. Stiamo andando avanti. Parliamo di aziende miste, non solo italiane. Sull’estero, c’è l’addizionale che, quando tu fai l’offerta a un’azienda estera, ti può arrivare l’altro governo, che dice no, questo è un asset… Come succede da noi, è normale.
Avevo parlato di un eventuale 15% per ogni divisione, abbiamo garantito un rispetto di regole di sana gestione della allocazione del capitale. Quindi, quando si tratta di acquistare, cerchiamo di mantenere il costo dell’acquisto entro un 15% del fatturato della divisione che acquista. Diverso se uno fa una grande alleanza, altra cosa, perché no, qui si parla di proprio Merge. Se uno fa una grande alleanza fra due colossi, lì non è questione di soldi, è questione di accordi, sono joint ventures. Sono due capitoli diversi, quell’altra è ancora più lunga.”
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