24 Settembre 2024
Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura, in occasione del Forum Enpaia 2024-Economia e Società, scenari e prospettive, ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:
"Ma l'evento di oggi è un momento importante in cui il Enpaia ha voluto mettere nel dibattito e nell'agenda di oggi il tema dell'intelligenza artificiale in agricoltura. I modelli agricoli stanno cambiando; noi oggi abbiamo davanti a noi una strada tracciata. Dobbiamo produrre di più rispetto all'aumento demografico e dall'alto dobbiamo farlo in un quadro di cambiamento climatico in cui i nostri agricoltori sono in difficoltà. L'intelligenza artificiale, la tecnologia più in generale sono un elemento che potranno farci produrre di più in maniera più sostenibile cercando di ottimizzare anche quelle che sono le risorse naturali, preservandole e quindi anche andando a presentare ai nostri consumatori un modello fatto di vera sostenibilità. Questa dimensione diventa fondamentale, anche la collaborazione ovviamente all'interno della bilateralità, perché se parliamo di innovazioni, di intelligenza artificiale, tutto questo avrà un impatto anche sul lavoro. Noi rimaniamo un settore che richiede molto lavoro e quindi la robotica in prospettiva può anche diminuire probabilmente il numero dei lavoratori che oggi sono chiesti per fare certi lavori, ma dall'altra parte abbiamo bisogno di analizzare i dati, di poter governare meglio robot. In questo percorso, soprattutto i sindacati ed Enpaia che un luogo neutro, un ente bilaterale che potrà accompagnare da una parte il processo di investimento e dall'altra il processo di qualificazione del personale."
Nel dettaglio l'intelligenza artificiale come sta supportando il settore agricolo?
"Noi, come Confagricoltura abbiamo costituito una società che si chiama Hubfarm che dà tutti gli agricoltori un'applicazione che permette a loro di avere immediatamente tutti i dati della propria azienda. Dati che vanno ovviamente dalle immagini satellitari alla possibilità di dare le guide satellitari ai i trattori, l'utilizzo dei sensori che previene gli attacchi delle fitopatie rispetto alle nostre produzioni vegetali, i dati che possono permettere invece a chi ha allevamenti di sapere se un animale sta bene o sta male. Quindi una serie di dati che giornalmente aiutano l'agricoltore a produrre più e meglio e dall'altra parte di semplificare la sua vita amministrativa perché attraverso l'applicazione si riescono ad aggregare tutta una serie di dati che poi servono ad esempio per presentare la domanda PAC. E quindi andiamo anche a dare quello che gli agricoltori ci chiedono da tempo una vita più semplice recuperando tempo da dedicare in campagna e non per scrivere carte."
E in questo contesto di innovazione e intelligenza artificiale il lavoro dell'uomo può essere a rischio?
"Direi decisamente no, se sapremo essere in grado di gestire l'intelligenza artificiale. Oggi l'intelligenza artificiale fa cose straordinarie, ma può anche costruire qualcosa di difficile controllo. Quindi fino a che ovviamente i driver e quindi gli algoritmi che sono alla base dell'intelligenza artificiale rimangono sotto un rigido controllo della persona e quindi dell'uomo dando un umanesimo all'intelligenza artificiale, rischi non ne vedo. Al contrario, se ci lasceremo prendere dall'ottimizzazione spinta dell'intelligenza artificiale esclusivamente adottando algoritmi promossi e prodotti da strumenti di intelligenza artificiale potremo avere grandi problemi."
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