16 Luglio 2024
Matteo Zoppas Presidente di Ice (Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane) in occasione della presentazione del Rapporto Ice 2023-24 ha dichiarato al Giornale d’Italia:
“La piccola e media impresa italiana, o meglio tutta l’economia dell'export italiana nel 2023/2022 ha avuto una costanza del risultato che è la sommatoria di un calo dei volumi del 5% e un aumento dei volumi anche questa circa del 5%. Nel 2024 stiamo vedendo una situazione abbastanza lineare, siamo intorno al 100% sotto il punto percentuale di aumento dei volumi, ci sono però delle buone speranze con il cauto ottimismo naturalmente, che il l'export italiano anche in linea con quanto è stato previsto da uno strumento importante di previsione che è quello della Sace possa crescere di qualche punto percentuale. Naturalmente siamo in una situazione di assestamento, non deve essere preso in modo negativo anzi ricordiamoci che veniamo da una crescita rispetto al 2019, di 30 punti percentuali, ancora di più una crescita rispetto al 2013 di 60 punti percentuali. Quindi l'export italiano, che conta 626 miliardi di euro nel 2023 e anche nel 2022, costituisce comunque un terzo del prodotto interno lordo; quindi, è un forte contributo a quello che è l'economia dell'occupazione italiana. Il sistema Paese e tutto il Governo è molto concentrato sullo spingere verso l'alto questo numero perché ha poi la ricaduta diretta sul territorio italiano”
Come la digitalizzazione può aiutare l’export e in che modo in quanto Ice aiutate le imprese?
“C'è supporto a tutte le azioni che possiamo chiamare di sviluppo e di promozione. La promozione è un pò come il marketing per le per i prodotti delle aziende, dove racconta il made in Italy in varie forme, quelle più vicine e quelle meno vicine, più dirette o meno dirette rispetto al momento di sviluppo. Il momento di sviluppo è dove facciamo proprio business matching. Il digitale se parliamo soprattutto delle piattaforme e-commerce è quello che riesce ad accorciare la filiera del commerciale e quindi mettere direttamente in contatto una selezionata parte di clienti con una selezionata parte di fornitori. Noi con le nostre esperienze con e-commerce che stiamo facendo con le piattaforme principali piattaforme diciamo mondiali come Amazon, Alibaba e quanti altri, vediamo che c'è una forte correlazione tra l'euro investito nella piattaforma digitale di e-commerce e il risultato per l'azienda. Quindi è circa un rapporto 1 a 3, quindi è qualcosa che noi consigliamo, sulla quale stiamo concentrando molti sforzi”
Riguardo al contesto socio-economico che stiamo vivendo in che modo questo influisce sull'export del made in Italy?
“Abbiamo un grosso problema, come sappiamo dei conflitti bellici. Oggi si stanno aggiungendo altri elementi: il Canale di Suez, la Striscia di Gaza. Sono tutti fenomeni che portano un pò alla deglobalizzazione dal punto di vista economico. Vediamo che dal 2014 ad oggi sono passati da 300 a circa 4000. Circa 2500. Tutti gli interventi dal 2014 ad oggi sono cresciuti da circa 300 a circa 2500. Gli atti burocratici che vanno a limitare con dazi piuttosto che protezionistici, tariffari, non tariffari, le nostre importazioni mondiali. Quindi la FMI ha stimato che questa crescita di vincoli può portare a una forbice da rallentamento del PIL che va dallo zero 2% fino al 7% del PIL”
Come vede la situazione della Russia se Trump dovesse vincere le elezioni?
“Naturalmente non ho la sfera di cristallo per cui non voglio prevedere nulla. Certo che più che l'elezione di Trump se ci fosse un'interruzione della di questo conflitto bellico sicuramente significherebbe dover dare immediatamente un grande supporto all'Ucraina per poter ricostruire. Quindi c'è un'opportunità per le esportazioni dell'Italia importante dove ci stiamo già lavorando e naturalmente ce lo auspichiamo tutti anche per ricominciare a vivere economicamente la Russia”
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