04 Luglio 2024
Alessandro Camilleri, Direttore Centrale Personale e Organizzazione Gruppo Hera, in occasione della presentazione e della firma del Patto del Buon Lavoro insieme alle Organizzazioni Sindacali, ha dichiarato a Il Giornale d'Italia
"Il Patto del Buon Lavoro è un accordo molto significativo perché combina una visione programmatica e una visione d'insieme per affrontare le sfide attuali del mercato del lavoro. Nel contesto competitivo, affrontiamo transizioni energetica, ambientale, digitale e anche culturale e generazionale. Il Patto ambisce a fornire risposte concrete su quali devono essere i pilastri per affrontare efficacemente queste sfide e, possibilmente, vincerle. Ha una visione concreta e a lungo termine, con impegni significativi, risultando in un documento ampio e importante. Il percorso che ha portato alla definizione di questo patto ha richiesto circa otto mesi, declinando in circa 70 pagine gli impegni assunti sia dalle Organizzazioni Sindacali che dalle aziende. Insieme, aziende e sindacati condividono una visione e un impegno su cinque pilastri fondamentali, con iniziative concrete per mettere in pratica questo impegno".
In quale ambito avete incontrato le maggiori difficoltà per costruire il Patto e mettere in atto i progetti?
"Le difficoltà riscontrate sono quelle classiche di una vertenza, che è partita da temi specifici che volevamo affrontare. Abbiamo lavorato insieme, inizialmente con prospettive diverse tra organizzazioni sindacali e azienda, ma che poi sono confluite in una visione più ampia, quella del Patto del Buon Lavoro. I cinque pilastri che abbiamo definito (sicurezza, appalti, sostenibilità, inclusione e benessere) includono risposte specifiche alle singole iniziative della vertenza, ma si inseriscono in un percorso più visionario e ambizioso. L'obiettivo è essere efficaci per il nostro gruppo e il nostro futuro, raggiungendo i nostri obiettivi. Vogliamo anche rappresentare un esempio virtuoso per altre aziende e stakeholder che vogliono implementare pratiche di buon lavoro".
Avete parlato molto anche di welfare e ci può raccontare qualcosa sulle iniziative in questo senso?
"Le iniziative sono molteplici, quindi mi permetto di sottolinearne alcune principali. Per quanto riguarda la genitorialità, la nostra azienda investe già da tempo per supportare i genitori in tutte le fasi della vita dei loro figli. Questo significa accompagnarli dall'inserimento al nido, alla scuola materna, e poi lungo tutti i livelli scolastici successivi, fino all'università. Lo facciamo attraverso contributi economici e servizi personalizzati all'interno del nostro programma welfare. Inoltre, abbiamo introdotto permessi retribuiti aggiuntivi per facilitare la genitorialità, intesa come impegno comune di padri e madri nella crescita dei propri figli. Offriamo giorni extra nel primo anno di vita dei bambini e ulteriori giorni nei primi tre anni. Un elemento simbolico ma molto importante è il permesso retribuito per accompagnare i propri figli il primo giorno di scuola elementare, coperto dall'azienda. Oltre alla genitorialità, abbiamo molte altre iniziative volte all'inclusione, sia per le persone con disabilità che per il linguaggio inclusivo. Ad esempio, questo patto è scritto in un linguaggio inclusivo e accessibile, con particolare attenzione all'accessibilità digitale per le persone cieche e per chiunque possa avere difficoltà di accesso alla documentazione".
Quali sono le previsioni e le aspettative che avete per il 2024 alla luce anche del Patto che avete siglato oggi?
"Le aspettative sono quelle di lavorare molto, perché confermiamo un impianto davvero importante messo in campo dalla nostra azienda, che richiede però un grande impegno per essere concreti e raggiungere i nostri risultati. Oltre a questo, abbiamo inserito nuove iniziative che si aggiungono alle esistenti. Il punto di riferimento per capire se il patto sta funzionando sarà sempre il benessere, la sostenibilità e la soddisfazione dei nostri dipendenti".
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