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De Felice (Intesa Sanpaolo): "Dal 2016 al 2023 al Sud forte rimbalzo degli investimenti: più 34%; il recupero non azzera il gap"

Gregorio De Felice, Head of Research and Chief Economist di Intesa Sanpaolo, a Il Giornale d'Italia "Molte potenzialità inespresse; agroalimentare, automobilistico e farmaceutico i settori su cui puntare"

18 Maggio 2024

Il Giornale d'Italia ha intervistato Gregorio De Felice Head of Research and Chief Economist di Intesa Sanpaolo a margine del forum "Verso Sud", organizzato da The European House Ambrosetti con un denso programma di incontri e dibattiti e la presenza dei vertici di importanti imprese ed istituzioni di tutto il mondo, in chiusura oggi, 18 maggio, a Sorrento (Na).

Il dato degli investimenti  

"Il Sud ha percorso un netto miglioramento rispetto agli ultimi tempi. Vorrei citare un dato, quello degli investimenti: dal 2008 al 2016 gli investimenti al Sud sono scesi, di tanto, del 30%. Dal 2016 al 2023 invece c'è un forte rimbalzo: più 34%, sostanzialmente in linea con il dato italiano. Quindi il Sud ha contribuito a questa fase in cui oggi vediamo l'Italia crescere più di altri Paesi europei, come la Francia e la Germania. Certo, ci sono ancora molte potenzialità non espresse, a partire dal turismo, a partire dalla necessità di investire di più sul digitale, però abbiamo anche dei punti di forza come, ad esempio, il forte utilizzo delle energie rinnovabili che trova nel Sud un'intensità, un valore più alto rispetto ad altre circoscrizioni italiane.

Se il Sud è in linea con il resto dell'Italia per quanto riguarda gli investimenti, vuol dire che non cresce in maniera più consistente o più veloce, ma semplicemente che sta recuperando un gap

"Sta recuperando un gap, un gap che è molto forte. I dati sul PIL pro capite non mostrano una riduzione di questo gap tra il Mezzogiorno e il resto d'Italia. Però forse il Sud, rispetto al Centro-Nord, al Nord-Est e Nord-Ovest, ha un potenziale inespresso che è più alto. Quindi bisogna cercare di, come si usa dire con una brutta espressione, mettere a terra tutto questo potenziale favorendo gli investimenti. Investimenti che saranno favoriti dal lato pubblico dal Piano nazionale di ripresa e resilienza che dedica il 40% della propria spesa al Mezzogiorno e poi anche da parte privata, perché i margini di capitalizzazione delle imprese meridionali sono decisamente migliorati negli ultimi tre anni. La liquidità è abbondante, quindi ci sono tutte le premesse per finanziare nuove iniziative. E poi naturalmente c'è sempre il sistema bancario a disposizione.

Si può parlare di prospettive reali di crescita

"Sono prospettive molto concrete, ma bisogna seguire alcune direttrici: quella del digitale, quella della transizione ecologica ma anche, dal punto di vista settoriale, vanno molto forte l'agroalimentare con circa 11 miliardi di esportazioni nel 2023, il mondo automobilistico con altri 10 miliardi, il farmaceutico con 8 miliardi. Sono soprattutto questi tre/quattro macro settori quelli su cui puntare che già oggi rappresentano un settore di punta del nostro Mezzogiorno".

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