19 Marzo 2024
Gregorio De Felice, Chief Economist e Responsabile Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, in occasione della presentazione insieme a Manageritalia del Report "TERZIARIO E MANIFATTURA - Insieme per la sfida della doppia transizione", ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:
“La ricerca condotta da Intesa Sanpaolo e Manageritalia mette in evidenza come ci sia un'integrazione sempre più forte tra il manifatturiero e i servizi del terziario. In Italia avevamo già un peso molto alto del contributo dei servizi di mercato alla produzione manifatturiera, ma con la pandemia e con gli incentivi di Industria 4.0 questa integrazione si è fortemente rafforzata. Che cosa riguarda nello specifico il mondo dei servizi? Soprattutto l'ICT, i servizi professionali, anche il mondo della logistica e il mondo dei trasporti. Quello che vogliamo mettere in evidenza è quanto siamo ancora in parte indietro per quanto riguarda le tematiche relative alle competenze al capitale umano ed è perciò essenziale investire su quello perché è lì che abbiamo un punto di debolezza, dei margini di miglioramento rispetto ad altri Paesi europei.”
Ci sono già delle aziende, supportate ovviamente da Intesa Sanpaolo, che sono riuscite in questa transizione? E se sì, come?
“Sono riuscite quelle aziende particolarmente dinamiche che hanno il coraggio di lanciare il cuore oltre l'ostacolo, quindi di capire i megatrend, di capire quanto sia importante il digitale per migliorare la produttività, utilizzando l’ICloud, utilizzando intelligenza artificiale e tutti gli altri strumenti che la tecnologia mette a disposizione. Queste aziende vanno meglio, corrono di più in termini di crescita rispetto a quelle che non hanno fatto questo passaggio.”
Una sua previsione come si sta muovendo il PIL e l'inflazione nell'Eurozona, in particolare Germania e Italia? Nel 24-25?
“Abbiamo un inizio anno debole in termini di crescita, ma si cominciano a vedere i primi segnali di ripresa. Sono convinto che nel secondo semestre avremo una crescita più sostenuta. La media del ‘24 per l'Italia dovrebbe essere intorno allo 0.7%, ma visto che il secondo semestre sarà migliore per tutta una serie di ragioni, tra cui la maggiore capacità di spesa delle famiglie italiane con il rientro dell'inflazione e i maggiori investimenti da parte delle imprese grazie ai tassi di interesse che inizieranno a scendere. Questo fa sì che il secondo semestre sia migliore del primo e quindi rappresenta un punto di partenza importante per un 2025 la cui crescita può essere intorno all'1 e 2%, quindi non elevatissima, ma in Europa non cresciamo mai tanto, però decisamente migliore rispetto a quella di quest'anno.”
E allora, a proposito, i tassi di interesse come si stanno muovendo a livello centrale?
“La Banca Centrale Europea, la nostra Banca Centrale, è ancora molto prudente. Mette in evidenza i rischi e quindi ritarda, a mio modo di vedere, quello che può essere il momento giusto per una riduzione dei tassi di interesse. Perciò la nostra previsione per un primo taglio in giugno, seguito da altri due tagli in corso d'anno, per un complessivo di 75 punti base in meno rispetto all'inizio dell'anno. La flessione dei tassi proseguirà nel ’25 e pensiamo di raggiungere un livello di equilibrio, un tasso naturale, al 2,50% nella metà del ‘25.”
Come il contesto di conflitto geopolitico impatta su queste sue previsioni?
“Indubbiamente rappresenta un'incertezza. Influisce sulle decisioni di investimento delle imprese, ma in termini strettamente economici quello che incide molto è il rincaro dei noli marittimi che però hanno una percentuale sul prezzo finale relativamente bassa. Il prezzo del petrolio e del gas naturale non stanno aumentando; quindi, avremo degli effetti un po’ a macchia di leopardo ma, tutto sommato, gestibili.”
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