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DDL Capitali, Giuliano Marrucci: "Resa incondizionata agli interessi speculativi dei più forti. Intanto Arnault lancia l'opa su Tod's e Moratti abbandona la Saras" - VIDEO

Giuliano Marrucci, videogiornalista, da oltre 10 anni autore del programma di Rai Tre "Report", spiega in un video quella che è la situazione delle società italiane, unendola all'approvazione del DDL Capitali del governo Meloni

18 Febbraio 2024

Giuliano Marrucci, videogiornalista, da oltre 10 anni autore del programma di Rai Tre "Report", spiega in un video quella che è la situazione delle società italiane, unendola all'approvazione del DDL Capitali del governo Meloni.

"L'avidità delle nostre élite economiche sta probabilmente riuscendo laddove il movimento operaio e le mobilitazioni di massa hanno sempre fallito. Stanno definitivamente uccidendo il nostro capitalismo. Peccato sia per sostituirlo con qualcosa di ancora peggiore. Lo scorso weekend, mentre l'intero paese era distratto dal doppio scandalo sanremese, il gotha del capitalismo italiano veniva travolto da una doppia rivoluzione. Due dei principali e più iconici gruppi italiani annunciavano all'unisono l'uscita dalla Borsa di Milano e la svendita di un altro pezzettino consistente di paese al grande capitale internazionale.

Nell'arco di poche ore, prima uno dei millemila fondi di Bernard Arnault, l'uomo più ricco del pianeta, ha annunciato un'OPA amichevole su Tod's, simbolo assoluto del finto lusso quasi quanto il suo patron Diego Della Valle. E poi il simbolo invece per eccellenza della decadenza altoborghese ormai bollita Massimo Moratti annunciava la vendita delle raffinerie sarde della Saras al colosso svizzero olandese del commercio delle materie prime Vitale. Sullo sfondo, il giovedì prima la Guardia di Finanza eseguiva il decreto di perquisizione della Procura di Torino a carico di Lapo Ginevra e soprattutto John Elkann, il grande liquidatore del manifatturiero italiano. Come in un episodio qualsiasi di successione.

Il tutto nasce da una denuncia nientepopodimeno che della loro stessa madre, Margherita Agnelli, che contende se stessi figli. L'eredità di papà Gianni, i vecchi valori di una volta del capitalismo prenditore familistico italico. Tod's e Saras sono solo l'ultimo tassello di una fuga generalizzata dai mercati finanziari italiani. E proprio mentre il governo degli eventi Patria festeggia in pompa magna l'approvazione in seconda lettura alla Camera del primo grande progetto di riforma complessiva del diritto societario e dei mercati finanziari, da vent'anni a questa parte". 

"DDL Capitali: resa incondizionata agli interessi speculativi dei capitali più forti"

"È il famoso e famigerato DDL capitali. Una resa incondizionata agli interessi speculativi dei capitali più forti a spese dell'economia reale e anche dei piccoli investitori. Una sorta di corsa ai ripari dopo che negli ultimi dieci anni Piazza Affari si è vista sfilare da sotto il naso di tutto di più nel 2022. Poco prima che Exor mirasse sulla Borsa di Amsterdam, a uscire di scena era stata l'Atlantic dei Benetton. Poi era arrivato il turno della Dea Capital, del gruppo De Agostini, del gruppo Cerved di Banca Ifis. E pure della Roma Calcio. Nel frattempo Luxottica optava per Parigi e Prada per Hong Kong. Una cifra che spiega tutto. Quando la Saras di Moratti è stata quotata nell'ormai lontano 12 maggio 2006, l'indice di Piazza Affari volava vicino a 38.000 punti. Oggi non arriva a 31.500. Un quinto in meno.

Il governo Meloni, allora ha deciso di partecipare alla corsa globale a chi chiude più occhi per attirare qualche capitale in più, ma evidentemente con scarso successo. Proprio mentre il governo avviava la discussione sul disegno legge Brembo, il gigante italiano della produzione di impianti frenanti per veicoli annunciava il trasferimento della sua sede legale ad Amsterdam, proprio come prima avevano già fatto Campari, Iveco, Stella Ferrari, Cnh Industrial e anche ST Microelectronics. Il motivo è sempre lo stesso".


Bisogno dei soldi


"Grazie al carattere marcatamente ultraliberista del diritto societario olandese, scordatevi la leggenda metropolitana del capitalismo democratico, dove a ogni azione equivale un voto. In Olanda, a seconda di chi sei, una tua azione di voti ne può valere fino a venti oppure zero, che è esattamente quello che verrà introdotto a breve anche in Italia. Ovviamente significa banalmente che per controllare un'azienda sarà sufficiente possedere anche solo il cinque 10%. Un'opportunità straordinaria, ora che a far crescere l'economia reale in Europa ci hanno sostanzialmente rinunciato. Il punto si gioca tutto su quanta ricchezza riesco a estrarre da un'azienda per esportare un po' di capitali negli USA via paradisi fiscali prima che l'azienda muoia definitivamente. Giusto per sottolineare che non tutto il mondo è paese. In Cina un'azione vale un voto. Quando la Borsa serve a trovare risorse per l'economia reale, funziona così. Da noi invece, la lunga guerra dello 0,001% contro il resto dell'umanità non conosce sosta".

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