24 Gennaio 2024
In occasione dell’evento "Next Generation Leadership: il ricambio della classe dirigente come elemento di competitività del Paese”, tenutosi oggi a Roma, Bain & Company Italia e Key2people hanno presentato un’analisi sulle difficoltà del Sistema Italia nel garantire un virtuoso processo di costruzione della nuova classe dirigente.
Fabio Vaccarono, Presidente e CEO del Gruppo Multiversity, ha rilasciato un'intervista a Il Giornale d'Italia:
“Oggi, in un mondo che sta diventando sempre più digitale, con 6 miliardi di persone collegate in rete, dove il capitale intellettuale sarà sempre più importante, perché sarà un mondo più tecnologico e che cambierà costantemente, un grande problema del nostro Paese è non solo il ritardo sull’ambito innovazione digitale e tecnologia, ma proprio il ritardo sull’ambito educativo.
I due grandi assi portanti dello sviluppo futuro dei Paesi e delle economie saranno digitalizzazione ed educazione. Le due cose, peraltro, lavorano in sinergia, perché non c’è crescita digitale senza una piena e convinta digitalizzazione del sistema educativo italiano, a partire dall’università.
Ormai, la trasformazione digitale ha un tale livello di pervasività, ma non perché l’hanno deciso le aziende, ma perché l’hanno deciso le persone. Pensiamo che, quando ci svegliamo la mattina, la prima cosa che facciamo è guardare il nostro smartphone, e probabilmente è anche l’ultima della giornata.
Viviamo in un mondo assolutamente iperconnesso, dicevo 6 miliardi di persone, con circa 40 miliardi di device, la rivoluzione intorno a noi dell’internet delle cose, fa si che ormai le regole di funzionamento di tutti i settori siano progressivamente riscritte, avendo il digitale al centro.
Questo deve valere anche per un settore assolutamente strategico per il nostro futuro, sul quale siamo in ritardo, come quello della formazione, dell’educazione, dell’università. Oggi, l’Italia non solo è nelle ultime posizioni della digitalizzazione in Europa, ma è alle ultimissime posizioni per numero di laureati. Per esempio, solo la Romania fa peggio di noi.
Ovviamente, partendo noi da una situazione di grande ritardo, in un mondo in cui tutti i settori si digitalizzano, al punto che, come ho dichiarato, tutti le professioni, tutti i settori saranno digitali, non c’è motivo per il quale anche l’università, il sistema della formazione italiano, non debba molto rapidamente digitalizzarsi. Con una serie di innegabili vantaggi, primo tra tutti, oggi noi abbiamo un numero record in senso negativo, con 18 milioni di diplomati, che non hanno mai neanche conseguito un titolo di laurea triennale.
La nostra popolazione, per esempio, vive in provincia e quindi utilizzare delle tecnologie di larghissima diffusione, ormai di familiare adozione da parte dei nostri giovani e meno giovani, come le tecnologie digitali, è uno strumento assolutamente fondamentale, per recuperare il gap nel numero di laureati e rendere nuovamente l’università inclusiva.”
Dalla ricerca presentata oggi, emerge come nel nostro Paese l’età media dei CEO di società quotate si attesti sui 60 anni e – legata ad una maggiore durata della carica ricoperta - stia ulteriormente invecchiando, rispetto ai 55-58 anni che si registrano tra i vertici di realtà quotate di altri Paesi europei. Anche per quanto riguarda prime linee e board assistiamo alla stessa tendenza: il nostro Paese ha tra i 2 e i 5 anni di “maggiore età” rispetto alla media europea. E tutto ciò nonostante la dimensione media delle nostre aziende sia nettamente inferiore.
Questa situazione ha un costo per il Sistema Paese: il maggior contributo legato a una leadership più giovane – quindi più incline all’innovazione, internazionalizzazione e ai nuovi trend, potrebbe tradursi in un valore compreso tra i 20 e i 40 miliardi di euro (1-2% del Pil italiano). Le cause dell’attuale squilibrio generazionale al vertice, secondo la ricerca, possono essere individuate in una serie di fattori strutturali che incidono sulla domanda e offerta di profili executive giovani, ma anche in una mancata valorizzazione e creazione di percorsi alternativi e di advisory dei profili più senior. Investire su un ribilanciamento tra generazioni - una leadership intergenerazionale – è quindi centrale per sbloccare un vantaggio competitivo per il Paese. In tal senso, un’azione sinergica di Istituzioni e imprese è imprescindibile.
All’evento hanno partecipato, tra gli altri, il Ministro per l’Università e la Ricerca Anna Maria Bernini, Andrea Casaluci CEO di Pirelli), Elena Goitini, AD di BNL e Responsabile BNP Paribas per l’Italia. Presenti inoltre Gioia Manetti (SVP, CEO AutoScout24 Spa, CEO AUTOproff Italy), Chiara Russo (CEO e Co-founder di Codemotion). L’evento è stato moderato dalla giornalista di Sky TG24 Tonia Cartolano.
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