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Massolo (Mundys e ISPI): "Legame con USA cardine della politica estera italiana; ancoraggio nel campo occidentale consente di interloquire anche con Cina e India"

Il Giornale d'Italia ha intervistato Giampiero Massolo, Presidente di Mundys e ISPI: "L'Italia è uno dei Paesi che sta lavorando per rafforzare il rapporto transatlantico e una forte posizione europea nel mondo"

05 Dicembre 2023

Giampiero Massolo, Presidente di Mundys e ISPI, in occasione della premiazione della XVII edizione del Translatlantic Award, ha dichiarato a Il Giornale d'Italia: 

"Quella dell'Italia di mantenere un rapporto saldissimo con gli Stati Uniti d'America è una scelta ad un tempo politica, storica, culturale. L'Italia è una potenza occidentale e per il rafforzamento del rapporto transatlantico il legame con l'America è uno dei cardini della politica estera italiana, perché attraverso un saldo rapporto transatlantico si rafforza anche l'Unione Europea, la quale ha ancora bisogno di un rapporto forte con gli Stati Uniti per la sua sicurezza. Quindi l'Italia è uno dei Paesi che sta lavorando proprio a questo per rafforzare allo stesso tempo il rapporto transatlantico e una forte posizione europea nel mondo".

E i rapporti con Russia e Cina?

"La Russia è in questo momento una potenza che ha aggredito un altro paese sovrano e quindi io non credo che ci siano le premesse in questo momento per avere dei rapporti con la Russia. Fino a che la Russia non pone fine alla guerra in Ucraina, trovo invece che un forte ancoraggio nel campo occidentale consenta, una volta fatta la scelta di fondo, di avere una politica estera che consente di interloquire anche con altre grandi potenze, con la Cina, con l'India, ovviamente avendo presente saldamente il proprio ancoraggio, sapendo a cosa apparteniamo e quali sono i nostri alleati. Ma poi nulla vieta, anzi vanno intensificate le partnership con gli altri grandi Paesi e con le altre grandi aree del mondo sia a livello nazionale sia attraverso l'Unione europea".

Si può veramente fare a meno della Russia? Penso in primis da un punto da un punto di vista energetico

"Aggredendo un Paese sovrano la Russia si è sostanzialmente resa avulsa dal grande sistema delle relazioni internazionali e deve porre fine a questa aggressione".

Ma questo non rischia di gravare in primis su di noi? 

"In realtà è la Russia che in questo momento sta conducendo una guerra di aggressione e quindi in questo momento il vero primo obiettivo è quello che questa guerra finisca e che la Russia smetta l'aggressione ad un paese sovrano".

Sull'altro conflitto, invece, quello israelo-palestinese? 

"Ma è chiaro che una forte situazione di guerra in una regione così vicina crea tensione e contribuisce a rendere il mondo più stretto. Questo significa che noi dobbiamo da un lato conservare una prospettiva che è quella dei due Stati, dall'altro cercare di far coincidere le agende. Israele reagisce ad un'aggressione traumatica drammatica, che è la peggiore della sua storia dopo l'Olocausto, cercando di decapitare Hamas. Ovviamente le agende di Israele e della comunità internazionale debbono tornare a coincidere, perché oltre alla decapitazione di Hamas c'è anche l'aiuto umanitario alla popolazione, il preservare le vite umane civili. L'obiettivo è che si possa arrivare a far ritornare a casa gli ostaggi e soprattutto a pensare che c'è un dopoguerra e quindi bisogna fare in modo che in questo dopoguerra i Paesi arabi moderati possano continuare a giocare la loro parte. È un'equazione non facile, ma è quello che la diplomazia internazionale è impegnata a fare.

Come vede, alla luce di tutto questo, il 2024 per l'Italia?

L'Italia deve essere sempre più consapevole che il mondo è un luogo complesso, un luogo di scelte. È un luogo dove purtroppo, ad una fase di collaborazione che per tanti anni ci ha accompagnato dopo la fine della guerra fredda, la caduta del muro di Berlino si è sostituita una fase di contrapposizione che non esclude evidentemente delle collaborazioni, ma che in qualche modo deve farci attrezzare anche psicologicamente, e credo che questo debba essere rapidamente compreso dalle opinioni pubbliche".

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