30 Novembre 2023
Oggi il Congresso Nazionale della Società Italiana della Riproduzione, con numerosi incontri e sessioni, organizzati presso l’Università Medica Internazionale UniCamillus, a Roma. All’evento, proposto insieme alla Società Italiana Policistosi Ovarica (SIPO), il Professor Ermanno Greco, Presidente S.I.d.R, ha rilasciato un'intervista a Il Giornale d'Italia:
“La natalità è zero, praticamente, c’è 1,6 bambini per donna e sappiamo che il limite è 2,1, quindi non c’è una sostenibilità.
Questo perché le donne, purtroppo, decidono una gravidanza sempre più tardi, e questo pone dei problemi sia per le gravidanze naturali, sia per la fecondazione artificiale. Poi anche per l’aumento dell’infertilità, che oggi c’è, quindi le tecniche di riproduzione assistita ormai devono affrontare questa nuova sfida, il cosiddetto family planning. Ossia, non più badare ad un singolo tentativo di fecondazione artificiale in sé, ma proprio programmare una serie di interventi, affinché si costituisca la famiglia, battendo quelli che sono i freni di oggi. Ossia l’età materna avanzata e l’aumento dell’infertilità maschile.
L’inquinamento atmosferico sicuramente è uno dei fattori, che ha portato ad un incremento dell’infertilità maschile. È stata, proprio oggi, presentata un’interessantissima relazione, in cui si è visto che il numero degli spermatozoi è calato in maniera drastica, in tutti i continenti. Questo perché le polveri sottili hanno un ruolo fondamentale nell’aumentare il cosiddetto stress ossidativo, e quindi peggiorare poi la qualità degli spermatozoi. Mentre invece si è visto, in maniera molto interessante, che le donne, che vengono da zone particolarmente inquinate, per es. in Cina in alcune zone, presentano una riduzione statisticamente significativa della cosiddetta riserva ovarica, ossia hanno meno uova. Un fenomeno caratteristico delle donne anziane. Oggi si stanno facendo molti studi per superare, però anche, la cosiddetta età cronologica, perché non c’è sempre corrispondenza tra età cronologica e biologica. Quindi, i nostri studi si stanno concentrando su degli indicatori nuovi, come ad esempio la lunghezza dei telomeri, che ci possa dire, possa dire ad una donna, tu puoi aspettare in maniera tranquilla, perché la tua età biologica in realtà è inferiore rispetto alla tua età anagrafica.
Sulla fecondazione eterologa, ormai in Italia si possono fare tutti i tipi di tale fecondazione. È bene dirlo, perché c’è ancora moltissima disinformazione, abbiamo ancora moltissime coppie, che affrontano i cosiddetti viaggi della speranza, il cosiddetto turismo procreativo.
Diciamo che, in Italia, si può fare tutto, tranne: la fecondazione eterologa post morten, la fecondazione eterologa da single, o da coppia omosessuale. La maternità surrogata è vietata in tutta Europa, quindi non costituisce un problema.
In Italia, però, noi abbiamo un problema, che è quello delle donatrici: non ci sono donatrici, perché non è stato previsto un rimborso spese per la donatrice, come si fa anche, per esempio, per i donatori di sangue.
Chiaramente, donare gli ovociti, non è come donare il sangue. La donna deve intraprendere un percorso di stimolazione ormonale, sottrarre tempo al lavoro, fare i controlli. Quindi non è la stessa cosa, quindi in Italia noi ci approvvigioniamo da banche straniere, soprattutto attraverso l’utilizzazione degli ovociti congelati. Ma questo, almeno nei centri migliori, non porta ad una diminuzione delle percentuali di successo. Perché la performance tra ovociti congelati e freschi è esattamente la stessa.”
Il Congresso Nazionale della Società Italiana della Riproduzione, che l’Università Medica Internazionale UniCamillus di Roma ha ospitato accogliendo nella sua sede numerosi specialisti del settore, ha permesso di approfondire temi complessi come la fecondazione in vitro, il ruolo della diagnosi genetica preimpianto e quello relativo alle patologie oncologiche, ginecologiche e dell’endometriosi.
È stata inoltre l’occasione per parlare delle tecniche di preservazione della fertilità, del ruolo dell’infertilità maschile e delle disfunzioni sessuali, ma anche delle strategie di supporto alla Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) nella donna con la Sindrome dell’ovaio policistico, con un nuovo approccio green alle tecniche di procreazione assistita.
In Italia sono 340 i Centri di PMA attivi nel 2021, di cui 138 di I livello e 202 di II e III livello, mentre sono 86.090 le coppie trattate con tecniche di PMA di primo, secondo e terzo livello, 108.067 i cicli di trattamento iniziati, 23.404 le gravidanze ottenute, 2.970 quelle perse al follow-up (12,7%). Inoltre, 15.641 i parti documentati e 16.625 i bambini nati vivi, che sono il 4,2% del totale dei nati in Italia nel 2021 (400.249 nati vivi).
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