27 Settembre 2023
Claudio Descalzi, Ceo di Eni, in occasione dell'Italian Energy Summit 2023, ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:
"Eni è qui oggi perché si parla di energia; questo è un appuntamento ormai istituzionale, ci troviamo ogni anno, poiché date le dinamiche e i cambiamenti in corso, chiaramente c'è l'interesse di fotografare non solo la situazione attuale, ma anche le prospettive in una situazione molto più ampia. Dunque la ragione è proprio questa, quella di parlare di energia, parlare della sicurezza energetica, della transizione climatica e anche delle nuove tecnologie.
Ci fa un quadro della situazione geopolitica attuale a livello energetico?
La situazione energetica con la Russia che ha creato un buco da 150-160 miliardi metri di cubi, chiaramente è ancora molto volatile, lo vediamo. Nonostante per gli stoccaggi in tutta Europa abbiamo superato il 95% di riempimento, vediamo che c'è ancora un'oscillazione sui prezzi. In realtà questa non è una grande riduzione, in termini di milioni di BTU, siamo passati da 11 a 12/13 e adesso sono ancora in caduta. La volatilità è dovuta al fatto che non essendoci più questi flussi via tubo, nonostante gli stoccaggi pieni, l'LNG, che ormai a livello mondiale è connesso e connette quindi tutti i mercati, fa si che basta che ci sia un imprevisto, abbiamo visto gli shopper in Australia, le manutenzioni norvegesi che richiedono più tempo, Groningen, il grande giacimento giant olandese che è stato chiuso, e tutto questo crea immediatamente delle oscillazioni, delle paure. Un altro fattore è la temperatura, adesso si è annunciata una temperatura un pochino più calda nelle prossime settimane e si è perso qualche per cento e si è tornati a valori del gas simili a quelli di qualche settimana fa, quindi è un sistema molto più volatile, molto più frammentato e quindi molto più soggetto a aumenti e riduzioni, questo per il gas. Per il petrolio, questo sta aumentando, toccherà entro quest'anno penso i 102 milioni di barili a giorno di consumo, dunque un aumento di più di 2,5 milioni, il 75%, e questo è legato a un aumento di consumo soprattutto sulla parte e-fuel e anche prodotti chimici della Cina; quindi in questo caso il problema è quello di non match fra la domanda e l'offerta, l'offerta è inferiore non solo all'OPEC ma anche perché gli investimenti sono molto inferiori, quindi queste oscillazioni creano delle perturbazioni sul mercato. Chiaramente la mancanza di petrolio o anche la mancanza di gas ha creato tra il 2021 e 2022 in Europa un aumento del 7% dell'utilito di carbone, mentre negli Stati Uniti c'è stata una riduzione sostanziale, circa dell'8/9% perché producendo gas sono riusciti a compensare proprio questo bilancio energetico. Questa è un po' la sintesi del quadro mondiale.
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