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Prandini (Coldiretti): “Italian sounding, 120 miliardi di prodotti venduti come italiani e non lo sono”

Ettore Prandini, Presidente Coldiretti: “Cambiamenti climatici, nell’agroalimentare danno nel 2022 sopra €6 miliardi, ripetutosi nel 2023”

20 Settembre 2023

In occasione del Forum Enpaia 2023 a Villa Aurelia a Roma, Ettore Prandini, Presidente Coldiretti, ha dichiarato al Giornale d’Italia:

“Le proposte sono di fare un’analisi attenta e approfondita rispetto a quelle che sono le tematiche legate ai cambiamenti climatici, i danni che le filiere agricole agroalimentari hanno subito, ma guardandolo in termini di prospettiva, creando le condizioni per le quali tramite l’innovazione ci posso arrivare a dare risposte concrete sui bisogni delle imprese, dando certezze ai cittadini consumatori, aumentando la capacità di esportazione nella filiera agroalimentare, ulteriormente rispetto quello che facciamo già oggi. L’obiettivo è quello di sostituire il valore dell’Italian sounding nell’arco di 6-7 anni. Quindi 120 miliardi di prodotti che vengono venduti come italiani ed italiani non sono, rispetto ai 60 che realmente esportiamo. Un grande lavoro, un grande impegno, ma che può dare una risposta socio economica al futuro anche delle nuove generazioni.

Rispetto ai cambiamenti climatici, l’agroalimentare è il settore che ne ha pagato le maggiori conseguenze, con un danno nel 2022 sopra i 6 miliardi di euro, si è ripetuto nel 2023 per tutti gli eventi di carattere catastrofale che abbiamo subito, abbiamo vissuto direttamente sulla nostra pelle. Ma è chiaro che si crea un danno rispetto anche all’indotto di carattere economico, su tutta la filiera stessa. Proprio sotto questo punto di vista, l’utilizzo delle risorse anche del pnrr per rinnovare in alcune filiere, ci può dare delle risposte concrete nel preservare la qualità dei nostri prodotti.

Riteniamo che l’aumento dei tassi di interesse, come strumento per contenere l’inflazione, sia sicuramente non così incisivo come viene raccontato. Paradossalmente, può creare invece una serie di non solo preoccupazioni, ma danni sulle filiere. Visto che poi, gli stessi tassi di interesse non vengono applicati in modo così omogeneo in tutti i Paesi. Ma soprattutto, con una grande differenza fra continenti che, fra di loro, sono in piena competizione, proprio per quanto riguarda la filiera agroalimentare, che diventa oggi un elemento di certezza, dato come dicevamo alle popolazioni, ma soprattutto uno strumento di crescita e di sviluppo per le popolazioni stesse.”

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