30 Maggio 2023
Alberto Fassi, CEO di Legami, ha così dichiarato in occasione del discorso inaugurale di Legami Dreamland a Bergamo:
Oggi per noi è un giorno speciale, oggi Legami compie 20 anni, per cui siamo ancora molto giovani, però ci piace sapere che ci sentiamo grandi, ci sentiamo un'azienda grande, perché? Perché tra qualche giorno diventiamo una SPA, tra qualche giorno diventeremo una società benefit. Abbiamo chiuso, per parlare di qualche numero, il fatturato del 2022 a circa 77 milioni di euro, che è stato triplicato nel giro di cinque anni, e abbiamo un progetto di crescita che crediamo ci faccia continuare a crescere a livelli di start-up ancora per i prossimi cinque anni in tutto il mondo.
Siamo un'azienda più straniera che un'azienda italiana, comunque abbiamo un'anima comunque internazionale da quando siamo nati. Siamo una comunità oggi di soli dipendenti, di circa 250 persone, solo di dipendenti diretti, non considerando poi tutto l'indotto. Ecco, noi ci vogliamo considerare un'azienda grande, ed è proprio forse quando siamo grandi che aumentano le responsabilità, questo qui lo sappiamo.
Per cui da questo senso di responsabilità nasce Dreamland, che è il parco di natura protetta a Legamia. È un regalo, ed è un regalo che noi facciamo a noi, alla nostra comunità, ma principalmente è un regalo che noi vogliamo fare alla natura e alla flora e alla fauna, in un territorio che, come sappiamo, purtroppo è uno tra i più inquinati d'Europa. Allora, sono tre ettari, per cui è un piccolo spazio, però quando gli alberi che sono stati messi a dimora diventeranno grandi, daranno comunque un significativo contributo all'abbattimento di CO2. La sostenibilità ambientale, come tutti sanno, comunque le persone che lavorano con me da tanti anni sanno, fa parte del mio DNA e fa parte del DNA dell'azienda.
Ad oggi, infatti, abbiamo un dipartimento dedicato, presidiato da Natasha, ed è un tema comunque che affrontiamo da tanti anni. Nel 2021 abbiamo ottenuto il risultato di carbon, un certificato di carbon neutrality, per cui la nostra azienda non impatta, ha un impatto pari a zero. Con questo progetto, però, noi andiamo oltre, per cui vogliamo dare un contributo positivo, soprattutto però proponendo un cambio di mentalità e di approccio.
Sappiamo, ne siamo consapevoli, che tre ettari non sono la soluzione. Siamo però convinti che un cambio di prospettiva possa aiutare tutti, quindi non solo noi, a contribuire a trovare quella che è e deve essere la soluzione. Questo è il primo progetto di sottrazione di territorio all'uomo per ridarlo alla natura. Infatti, noi questo spazio lo chiuderemo. Oggi, infatti, vogliamo fare un passo indietro per far sì che l'uomo non sia il protagonista di quest'area, ma vogliamo lasciare questo spazio alla fauna e alla flora, perché contribuiscono a farci del bene. Per parlare poi ancora di numeri, in questo progetto la nostra azienda ha investito poco più di mezzo milione di euro solo ad oggi, e con l'impegno di occuparcene per i prossimi decenni.
Questo è l'impegno che ci siamo presi come azienda, ed è una delle prime importanti iniziative che abbiamo in mente di sviluppare, sia che abbiamo inserito nel nostro primo bilancio di sostenibilità che appunto stiamo presentando, che ci vede impegnati nei prossimi anni a rivedere come facciamo i nostri prodotti, a rivedere completamente i materiali dei packaging dei nostri prodotti e all'eliminazione il più possibile di tutti i packaging, e poi soprattutto anche a migliorare i nostri processi. Questo perché vogliamo che la nostra impronta sia sempre meno pesante, sia sempre più leggera, cioè vogliamo essere sempre meno visibili. Io vi ringrazio ancora di essere qui con noi per celebrare questo momento veramente significativo, sono emozionato e lasciamo la parola a Giorgio Gori, sindaco di Bergamo che da subito ha creduto nel nostro sogno.
Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo, ha aggiunto:
Avrei voluto credere nel sogno di Legami quando è partito e averci messo dei soldi, perché avrei fatto un buon affare, credo. Io sono molto contento di condividere con voi questo giorno, che è un giorno importante perché inauguriamo un progetto ambientale molto speciale, come avete capito, ma è anche un giorno molto particolare nella storia di questa azienda, quindi 20 anni, diventa S.P.A., diventa un'azienda benefit, allora io mi soffermo proprio due minuti solo su questo per dire che mi sembra una cosa bellissima che Bergamo possa contare su aziende come la vostra, che hanno una grande apertura al mondo, le esportazioni contano più che non fatturato in Italia, come diceva Alberto, e tuttavia l'azienda ha un cuore bergamasco e nel momento in cui cresce e si proietta in una dimensione internazionale percepisce anche la responsabilità di rafforzare i legami con la comunità e col territorio. Quindi io di questo vi sono grato, grato dei posti di lavoro che avete creato, dei giovani che impiegate nella vostra azienda, nelle diverse competenze creative, amministrative, logistiche, eccetera, e spero che possiate andare oltre addirittura i piani di sviluppo che vi state dando in questo momento, perché ne avete l'energia, credo, ho fatto un imprenditore per tanti anni, insomma credo di riconoscere quando c'è l'energia giusta, la capacità, la visione che serve per andare avanti. Quindi questa mi sembra una cosa importante e spero che sia registrata dai giornalisti presenti.
Venendo invece a questo progetto, non è stato difficile dire mi piace quando Alberto me l'ha portato, ripeto, insomma è un progetto molto generoso nei confronti del territorio e molto innovativo anche. Ieri ci siamo sentiti perché in realtà questo aspetto, cioè quello della chiusura, non l'avevo ben messo a fuoco quando me l'ha raccontato la prima volta e a me sembra che aggiunga un pezzetto di ragionamento. Provo a spiegarvi cosa intendo. Intanto, vi vorrei ricordare che cos'era questo terreno. Questo è il parco agricolo, ma quando noi ci siamo insediati nel 2014 era il progetto su cui si proiettava un progetto di carattere immobiliare molto rilevante. Qui la Giunta Tentoria aveva deciso di collocare il nuovo stadio, il nuovo palazzetto dello sport e a compensazione di questo investimento 55.000 metri quadrati di commerciale. Questo era il progetto che noi abbiamo trovato. Lo abbiamo smontato pezzo per pezzo, abbiamo cambiato la destinazione d'uso di questo terreno, lo abbiamo riportato ad essere ciò che è, cioè un terreno verde, agricolo. Lo abbiamo fatto di più, lo abbiamo portato sotto protezione integrale perché qua siamo oggi nel parco dei colli, cioè abbiamo fatto in modo che il parco agricolo, il pliss del parco agricolo diventasse un pezzo del parco dei colli e questo ormai è una cosa. C'è voluto del tempo perché la Regione recepisse questa istanza che oggi è conclamata, insomma è definitiva. Quindi non esiste, secondo me nel breve, almeno finché noi ci siamo, ma credo anche in una proiezione più lunga, un problema di tutela oggi di questo spazio. Non credo che qui verranno le rustiche, costruiranno dei condomini o dei centri commerciali. Il progetto di Legami però fa un passo avanti, cioè dice non mi basta che questa cosa sia tutelata, che sia verde, voglio che sia un'oasi di biodiversità e quindi da qui l'idea di prendere 3 ettari, di impiantarci 2600 piante, 40 diverse specie arbore autoctone, di coltivare un po' più in là una zona umida di 250 metri quadrati e di chiudere tutto questo perché non sia disturbato dalle persone. Allora noi siamo molto concentrati a riuscire a fare delle cose concrete e ne basta, ma siamo molto concentrati sul tema delle emissioni di CO2, a cui pure questo progetto concorre, perché è la riduzione delle emissioni, perché gli alberi hanno questa funzione di compensare, di bilanciare in termini di produzione di ossigeno e di assorbimento di CO2, quello che noi normalmente facciamo. In più c'è un tema di qualità dell'aria, siamo a pochi metri dall'autostrada, il traffico veicolare è la principale fonte di inquinamento del nostro territorio e il fatto che ci siano degli alberi che producono aria buona invece va nella direzione opposta. Ma noi trascuriamo, dicevo siamo concentrati sul tema delle emissioni, ma trascuriamo il tema della biodiversità che è altrettanto importante, ma se ne parla molto meno. Allora l'idea di costruire un'oasi chiusa all'uomo in cui le piante e gli animali siano padroni in un recupero di biodiversità autocrina del territorio secondo me è il next step che mancava, almeno come suggestione, poi ha ragione Alberto, non è che tre ettari cambieranno il mondo, però rappresenta un modello a cui io spero che molti altri potranno decidere di aderire perché non siano 3, ma 300, 3000 eteri pensati con questa logica. Io credo che sia una cosa molto importante, ringrazio quindi i legami per questo regalo alla città, li ringrazio perché hanno anche preso un impegno, lo dico io, e cioè che anche negli anni a venire il 5% del loro utile sarà stabilmente dedicato a progetti per la sostenibilità e questo è la cosa che fa i legami un'azienda speciale, non soltanto per i suoi risultati economici, non soltanto per l'occupazione che genera, ma anche per l'attenzione che ha nei confronti del territorio.
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