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Crisostomo, Enel: "Tra 10 anni mix energetico in Italia 70% rinnovabili - solare, idrico, eolico - e 30% gas. Per nucleare necessario cambio normativo"

Michele Crisostomo, presidente Enel:"Mercato dei capitali, in crescita dal punto di vista dei volumi, non certamente dal punto di vista delle società che restano sul listino, mostrando in questa maniera i limiti di un meccanismo che, forse, si è inceppato". L'intervista a Il Giornale d'Italia

04 Aprile 2023

Michele Crisostomo, presidente Enel, in occasione dell'evento "Il mercato dei capitali: quale futuro?", l'evento organizzato da Università Bocconi, ha dichiarato a Il Giornale d'Italia

"Il mercato dei capitali in Italia è in crescita dal punto di vista dei volumi, non certamente dal punto di vista delle società che restano sul listino, mostrando in questa maniera i limiti di un meccanismo che, forse, si è inceppato. I lavori di oggi che vanno a toccare quelli che sono gli snodi da sciogliere per rilanciare o dare uno slancio nuovo ai capitali, sono certamente un dibattito che serve. Anche perché, poi, c'è stato il Libro Verde del MEF qualche mese fa e tutti i lavori che si fanno su questo argomento convergono sul fatto che il nostro sistema ha perso competitività a fronte di shopping sia di foro, potremmo dire di una legislazione societaria sia di disciplina e approccio dell'autorità regolamentare, che sta portando fuori dall'Italia alcuni mittenti anche importanti. 

Il Libro Verde è un passo avanti sicuramente, perché c'è una presa di coscienza delle questioni su cui dobbiamo lavorare, però, il punto è che riattirare sul mercato dei capitali, per esempio, le quotazioni dei titoli obbligazionari, o le stesse emissioni azionarie, va inquadrato in una riforma decisamente più ampia, in cui, per esempio, un ruolo deve avere la riforma della giustizia. Io lavoro tanto sul mercato dei capitali, anche nella mia attività professionale, quello che vedo, da sempre è che c'è una forza centrifuga rispetto all'Italia che per essere poi superata richiede uno sforzo enorme, che il Libro Verde ha messo a fuoco, ma non può rimanere uno sforzo isolato nel mondo del mercato dei capitali italiano, richiedendo riforme strutturali che sono quelle che servono al paese, anche da questo punto di vista.

Per affrontare la crisi energetica si può puntare sulla diversificazione, sfruttando tutte le opzioni tecnologiche a disposizione di un sistema che va necessariamente visto con un ruolo sempre più residuale delle fonti fossili, perché questo  è il punto di partenza e se non si condivide questo punto di vista è difficile costruire un piano energetico che metta a frutto le risorse a disposizione. Innanzitutto le rinnovabili, il solare, su cui l'Italia può giocare un ruolo molto maggiore rispetto a quello che ha avuto finora, l'eolico che certamente va considerato come un ulteriore tassello di un sistema energetico che voglia integrare le fonti fossili, il gas soprattutto, che possono restare per dare stabilità al sistema, con qualcosa che ormai sta entrando anche nelle abitudini di consumo degli italiani, famiglie e imprese. Questo è dimostrato dalle richieste di allaccio che abbiamo ricevuto lo scorso anno, per 2,5 gigawatt, che sono veramente un'enormità. Allo stesso tempo, per guardare al futuro bisogna considerare tutte le opzioni tecnologiche che si possono delineare anche li in prospettiva della riduzione delle emissioni e di sostegno concreto e di capacità del sistema elettrico, inclusa anche una frontiera sul nucleare che noi abbiamo iniziato a guardare, che effettivamente ci sembra una misura su cui vale la pena dispendere tempo per una riflessione profonda. 

Non è solo una questione di resistenze riguardo a questo argomento, voi sapete che c'è una normativa per cui Enel non può toccare il nucleare in Italia, bisogna davvero guardare le cose in concreto, non c'è un fatto ideologico, c'è un fatto da un lato di legislazione dall'altro di una concreta possibilità di vedere degli sviluppi tecnologici che si traducano in progetti concreti in un giro di tempo e con una prevedibilità di costi che siano ragionevoli e compatibili con un piano industriale. 

Mi aspetto uno sviluppo delle rinnovabili che porti ad avere un 70% del nostro mix davvero legato a fonti rinnovabili, quindi idro-eolico-solare, con sistemi di batteria che danno stabilità e permettono al sistema che funzioni,  con un 30% legato ancora alle fonti fossili e a quel punto, fra dieci anni, vedremo quale sarà la prospettiva concreta di realizzare un nucleare di generazione nuova, quindi sotto questo aspetto è il tempo di studiare ed Enel è in prima fila."

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