21 Ottobre 2022
Luca Cifoni e Diodato Pirone, gli autori di “La trappola delle culle”, in occasione dell'evento "La trappola delle culle: il welfare aziendale per uscirne”, ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:
"Si riferisce al fatto che la situazione nel nostro paese è forse anche più grave di quello che viene percepita. Parliamo spesso del fatto che gli italiani fanno pochi figli, ed è vero, e deriva dal fatto che abbiamo un baso tasso di fecondità, ma ci sono anche chi genitori potenziali. Il calo demografico ha ridotto la platea dei genitori, quindi oggi abbiamo poca propensione a fare figli per i problemi che esistono di vario tipo, economico e sociale, ma abbiamo comunque una base di partenza di genitori potenziali talmente bassa che crea un circolo vizioso. Diventa sempre più strano vedere famiglie numerose. Abbiamo parlato di trappola perché rischiamo di non avere la forza di invertire questa tendenza.
Il messaggio che deve arrivare alle famiglie italiane è che la collettività, lo Stato e le amministrazioni devono adottare una serie di politiche a lunga scadenza, che durino per anni. L'assegno unico famigliare, partito da quest'anno, è già un primo passaggio, perché riguarda tutti, sia i lavoratori dipendenti che gli autonomi e dicsoccupati con figli.
Tutta la società si deve sentire partecipe di un processo di ritorno alla natalità, vuol dire che i sindaci devono fare piani per assicurare case pooolari alle famiglie meno abbienti o famiglie di immigrati. Abbiamo bisogno che vengano famiglie giovani per mettere in moto la nostra natalità, non ce la facciamo solo con le coppie italiane. I presidi, che incominciano ad essere preoccupati perché mancano bambini nelle scuole, devono fare la loro parte. Le stesse famiglie, i genitori devono ritornare a parlare di natalità con i loro figli. Un ruolo molto importante è quello delle imprese. Le imprese devono utilizzare il ritorno alla natalità, sia per voler bene ai loro dipendenti che per farsi voler bene dalla società ed essere una leva di attrattività del territorio.
Per quanto riguarda il governo, aspettiamo a capire gli equilibri. Il senso che bisogna dare ad una politica per la natalità è quella della stabilità, la politica deve capire che deve mandare alla società un segnale che durerà per anni per uscire dalla nostra crisi demografica e sarà così soltanto se le persone si sentiranno accompagnate a tornare a fare figli. Non c'è una sola leva, ce ne sono tante, ma tutte devono convergere verso politiche che durino per molto tempo".
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